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 2022  luglio 18 Lunedì calendario

Perché Putin spara a caso sui civili

La prima fase della guerra russa in Ucraina – la presa di Kiev in tre giorni – è stata persa da mesi, così come la seconda, quella che doveva tagliare l’Ucraina dal mare. A molti però rimaneva l’illusione (la paura, o la speranza) che nel Donbass l’esercito russo, implacabile e temibile come un ghiacciaio, avrebbe schiacciato passo dopo passo le posizioni ucraine, stritolando le difese in un muro di fuoco e sotterrando quello che sarebbe rimasto con la carne da cannone. Che Putin, grazie alla schiacciante supremazia di mezzi e munizioni (un colpo ucraino ogni 20 russi), avrebbe imposto una guerra a esaurimento, e l’avrebbe vinta.
L’ultima settimana ha distrutto anche questa illusione. Il fronte russo, anzi, il retrovia russo per 60-80 chilometri in profondità, è in fiamme. Stanno bruciando decine di magazzini e depositi. Ma in realtà a bruciare è l’offensiva russa. A essere in fiamme è la strategia militare staliniana adottata dai generali russi; avanzare grazie alla carne da cannone, mandando avanti un muro di fuoco, colpire a ventaglio disordinatamente, senza mirare. Dopo la presa di Lisichansk le truppe russe avevano iniziato un’offensiva su tutti i fronti, che però si è subito impantanata: non aveva abbastanza munizioni.
Gli attacchi mirati degli ucraini contro i magazzini russi sono in contrasto stridente con gli attacchi russi che tirano missili costosissimi su complessi residenziali, centri commerciali e piazze cittadine. L’ex pilota ucraino Roman Svitan, oggi un esperto militare, stima il numero dei depositi russi distrutti in 15-20%. Evidentemente, l’esercito ucraino non avanzerà prima di aver distrutto tutti i magazzini. Che vengono colpiti dagli Himars americani, gli M142 High Mobility Artillery Rocket System (Himars), montati sul telaio di un comune camion militare M1140 con dispositivo di lancio per sei missili GMLRS. Esiste anche una versione che monta un solo missile ATACMS con una gittata di 300 km, che però per ora non viene fornito all’Ucraina.
L’Himars possiede una serie di pregi colossali. Innanzitutto ha la mobilità di un comune camion: percorre una strada normalissima, raggiunge la posizione, tira i missili e taglia la corda a 80 km/h. Colpirlo in un contrattacco è molto complicato. Secondo, i missili GMLRS (G sta per guided) hanno il GPS e colpiscono il bersaglio con precisione, a differenza degli Smerch, Grad e Uragan russi che distruggono tutto intorno a loro. Infine, sempre a differenza degli Smerch, non necessitano di una pista di lancio: l’Himars carica il blocco con i missili ed è pronto all’uso.
Gli Himars stanno distruggendo tutta la logistica dell’esercito russo, abituato a creare magazzini giganteschi a 60 km dal fronte, che viene poi rifornito con i camion. «60 km di distanza – spiega il consigliere della presidenza ucraina Oleksiy Arestovich – significa tre viaggi di camion al giorno, 90 km sono due viaggi e 120 km sono un solo giro. L’esercito russo può sostenere all’offensiva soltanto con tre viaggi al giorno».
L’utilizzo degli Himars conferma due ipotesi. La prima è che la guerra moderna, incentrata su una rete, batte sempre la visione staliniana del 1941, muro di fuoco più carne da cannone. La seconda è che Putin non è riuscito a trasformare questa guerra in guerra di posizione, che prevede di bloccare l’avversario sulla linea del fronte senza possibilità di colpire le infrastrutture militari nel retrovia. «Che razza di macchina militare ha costruito Putin se quattro Himars la fanno a pezzi?», si chiede sarcastico Arestovich. A dire il vero, gli Himars non sono quattro: l’esperto militare ed ex colonnello dello Stato maggiore ucraino Oleg Zhdanov dice che sono 17, e Arestovich ammette che sono arrivati «una settimana prima di quanto annunciato ufficialmente».
Gli Himars sono stati utilizzati dagli Usa in Afghanistan, in Siria e in Iraq, ma non hanno mai prodotto questi risultati sconvolgenti. Perché? Semplice. Per utilizzarli con successo servono tre cose: una linea del fronte definita, buone strade da un lato e magazzini enormi dall’altro. In Siria non c’erano né strade, né linea del fronte, né magazzini, che l’Isis semplicemente non possedeva. In compenso, gli Himars e il metodo di guerra russo sembrano essere stati creati l’uno per l’altro. Gli ucraini li utilizzano soprattutto di notte, di giorno si nascondono, probabilmente, in qualche hangar dove i droni russi Orlan non riescono a vederli. Gli attacchi notturni hanno un altro pregio: «Di notte, il rischio di colpire i civili è ridotto al minimo», dice Svitan. Questa è un’altra differenza della tattica ucraina da quella russa: i missili russi colpiscono di giorno.
Come fa lo spionaggio ucraino a sapere dove puntare gli Himars? L’esperto militare Pavel Luzin ritiene che i militari usino semplicemente le fotografie dei satelliti commerciali Maxar: «Scattano foto due volte al giorno e grazie a un software speciale e ai big data si possono capire le posizioni dei depositi militari, grazie ai percorsi dei camion dell’esercito», dice Luzin. Nasce spontanea la domanda: perché la Russia non può utilizzare le stesse foto satellitari per intercettare gli Himars? La risposta è che la Russia non ha accessi a Maxar né ad altre fotografie in commercio. La Russia però possiede dei satelliti suoi, vero? Sì: sono satelliti militari capaci di scattare foto al massimo una volta ogni paio di settimane. Inoltre possedeva i satelliti Resurs, assemblati con componenti occidentali proibite all’esportazione in Russia da una legge americana dopo l’ingerenza russa nelle elezioni del 2016. Tutti i Resurs hanno esaurito la loro risorsa, e l’ultimo ha abbandonato l’orbita nel dicembre 2021. Restano i tre satelliti Bars, che sono banalmente insufficienti.
In altre parole, la Russia si sceglie i bersagli a caso, e li manca pure. Perde di fronte al sistema militare occidentale, e alla sua capacità di integrare tecnologie civili. I satelliti commerciali Maxar, inventati per tutt’altro, funzionano in un modo inarrivabile per il «gruppo militare in orbita» russo, costato miliardi. Così come lo Starlink di Elon Musk si rivela invulnerabile al sistema di disturbi radioelettronici russo, costato miliardi. E il sistema di comando dell’artiglieria ucraino Kropiva (Ortica), messo insieme da tablet civili, radioline civili e droni da quattro soldi, ha incrementato l’efficacia dei cannoni ucraini di dieci volte, quando ancora entrambi gli eserciti utilizzavano solo vecchie armi sovietiche.
Tutto il complesso militarindustriale russo ritiene che esistano tecnologie supersegrete e perfette, che non hanno paragoni nell’industria civile. Il mondo contemporaneo però funziona al contrario. Le tecnologie, le apparecchiature e le soluzioni migliori sono quelle collaudate in miliardi di esemplari, e non possono che essere civili per il semplice motivo che i militari non hanno bisogno di miliardi. In Occidente, il confine tra le tecnologie militari e civili si sta dileguando, e i 10 principali fornitori del Pentagono vendono il 54% dei loro prodotti sul libero mercato. In Russia, le compagnie che non possono competere sul mercato, vincono concorsi chiusi per le forniture militari, proponendo tecnologie palesemente non concorrenziali. Raccontano semplicemente bugie sui loro successi, cosa che diventa evidente quando i loro prodotti sono costretti a competere con quelli occidentali nel più concorrenziale dei mercati: il campo di battaglia.
È proprio quello che è successo con il complesso di difesa antiaerea S-400. La stampa russa e i suoi inventori avevano promesso che avrebbe abbattuto gli Himars. Era una bugia. I missili S-400 non sono in grado di intercettare gli Himars per un motivo: gli americani utilizzano un combustibile solido che «li fa volare più rapidamente», spiega Luzin. Inoltre, gli ucraini a volte saturano l’antiaerea russa con troppi bersagli: «Lanciano un pacchetto di razzi multipli Smerch o Uragan, e contemporaneamente gli Himars», dice Luzin.
Il terzo motivo è che gli S-400 sono stati creati dal consorzio militare pietroburghese Almaz-Antey quando era diretto da Igor Ashurbeyli, un uomo che durante la perestroika aveva controllato il mercato coperto di Leningrado, poi era entrato nel direttivo di Almaz-Antey per affittarne i locali come magazzini del mercato, e infine ha progettato per Putin l’invincibile S-400. Esperti missilistici mi avevano confessato di nutrire perplessità sulla capacità di un uomo che aveva fatto carriera nei mercatini degli anni ’90 di costruire missili all’avanguardia.
La domanda ora è cosa farà Putin quando capirà di stare perdendo? Roman Svitan dice che nel cielo della Bielorussia sfrecciano i piloti russi. Contemporaneamente al confine con l’Ucraina vengono portati i missili Iskander, che hanno una gittata di 500 km e sono progettati per colpire il cuore delle retrovie nemiche. «Sembrano i preparativi per un massiccio attacco di bombe e missili, diretto ai ponti e alle infrastrutture civili», dice Svitan. *Scrittrice, giornalista e blogger russa.