Corriere della Sera, 16 luglio 2022
le ultime ore di Ivana Trump
«Era felice e in forma». «Era sola e beveva». «La pandemia l’aveva depressa»; «La morte dell’ex marito l’aveva distrutta». Si moltiplicano sui tabloid le voci di amici e vicini che ricordano Ivana Trump, prima moglie di «The Donald», morta sola giovedì nella sua lussuosa palazzina a Manhattan, due circostanze – solitudine e ricchezza – che fanno sempre parlare, specie se la morta è donna. E anche se la polizia di New York ha etichettato la morte come «accidentale», escludendo «qualsiasi fattispecie criminosa», sono in molti a chiedersi: come sono state le ultime ore di Ivana Trump?
Trovata in casa a mezzogiorno e mezzo, al fondo di una scala, da una collaboratrice che ha poi chiamato il 911, la 73enne, che piangeva la recente scomparsa del quarto marito Rossano Rubicondi, era già morta. «Arresto cardiaco»; non certo, ancora, se sia caduta dalle scale. Nessun segno di effrazione.
Tra le ultime persone a vederla, i proprietari di Altesi, ristorante italiano di cui era habitué: la proprietaria Paola Alavian l’ha vista «molto stanca» e dice di aver notato che «ha mangiato meno del solito». La cena italiana – spesso da Altesi, da Nello e al Bar Italia, tutti nel quartiere – era uno dei pochi riti rimasti nella vita di Ivana Trump, diventata, di recente, ben più solitaria della ruggente socialite che era stata, tanto da rifiutare un ruolo diplomatico propostole dall’ex marito «perché non posso rinunciare ai miei giri tra Miami e St. Tropez». «Scendeva solo per portare Tiger, il suo terrier», racconta la migliore amica Nikki Haskell. «E per cenare. La morte di Rossano l’aveva devastata».
La palazzina nel costoso Upper East Side – acquistata dopo il divorzio da «The Donald» da cui Ivana era uscita con una «dote» di 14 milioni di dollari, case e assegni mensili – l’aveva arredata lei stessa, interior designer nota per il suo stile barocco e kitsch. Una stanza tutta bianca con un pianoforte al secondo piano; un salotto leopardato al terzo; la scala di marmo su cui forse è scivolata. «La mia casa sono io», aveva scritto.
Giovedì era attesa dal parrucchiere. Sempre lo stesso da vent’anni: il salone Cakirca, di due fratelli turchi, dietro casa. «L’ho vista venerdì scorso», ha raccontato il coiffeur, «raggiante, in grande forma». Sarebbe passata per il solito raccolto cotonato, e poi via verso Saint Tropez, dove la attendeva il grande amico Massimo Gargia. Un viaggio che «era il suo ritorno alla vita», sospira l’amica Haskell.
Ex gigolo, ora 82enne, Gargia la attendeva «per cena venerdì (ieri, ndr). Sono annientato». Ricorda un’Ivana «depressa, forse per il Covid-19 di cui era terrorizzata, certo per la morte del quarto marito. Erano divorziati, ma gli aveva pagato le cure. Sembrava andare meglio, ma aveva passato mesi neri. E beveva molto. Forse è caduta per quello».
La vicina Judy Abrams, produttrice, la ricorda invece «in forma smagliante». E questa tesi va forte anche tra i complottisti. Altro che malore, cioè: molti, sui social, sostengono che dalle scale Ivana sia stata spinta. «Non per caso», è la tesi, la sua morte ha consentito a Donald e ai due figli Ivanka e Donald Jr. di ritardare le testimonianze, previste da oggi, che devono alla procura di New York nell’ambito del processo sulla gestione della Trump Organization. Ma le indagini per ora non lasciano molto spazio alla fantasia. Il solo mistero che Ivana porta con sé, commenta il sito Slate, è come potesse – da lui tradita e umiliata – non odiare l’insopportabile ex marito «The Donald».