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 2022  luglio 15 Venerdì calendario

Intervista a Francesco Moser. Parla del suo divorzio

«H a 24 anni, di famiglia benestante, alta, capelli color mogano, occhi scuri, un viso forte e armonico. Luminosa al centro dell’altare, porta con estrema disinvoltura un abito bianco di classe e una stupenda giacca di visone bianco. Ha conosciuto Moser a febbraio, non sapeva nulla di ciclismo. In undici mesi fidanzamento e nozze». Così, l’8 dicembre 1980, Gino Fantin, inviato del Corriere della Sera a Trento, raccontava il matrimonio tra il celebre ciclista Francesco Moser, famiglia contadina, 11 fratelli, e Carla Merz, laureanda in lingue, rampolla di una delle famiglie più in vista di Trento. I due arrivarono al Duomo su una Rolls Royce bianca, «lui in clamoroso ritardo sulla sposa lasciata a gelare sul sagrato». Quarantadue anni dopo, l’unione tra l’ex fuoriclasse e la riservatissima Carla è finita.
Come sta, Francesco?
«Sto bene e mi godo il Tour de France in televisione: è bellissimo».
Si parla molto di lei, in questi giorni.
«Guardi, la notizia è vecchia. Con Carla siamo separati dal 2019 e abbiamo firmato le carte del divorzio lo scorso maggio. Tutto è stato fatto con discrezione ma è evidente che qualcuno ha visto le carte. Se non ci fosse stato il divorzio dei Totti forse non ne avreste parlato».
Anche nel vostro caso ci sono silenzi e rancori?
«Assolutamente no. Prima di separarci abbiamo ragionato assieme. Siamo rimasti in buoni rapporti, come si dice in questi casi. Ci vediamo, ci sentiamo, ci occupiamo dei figli che sono adulti ma hanno sempre bisogno dei genitori. Per noi famiglia vuol dire tante cose e tra queste lavorare assieme per le nostre vigne. La notizia magari è un’altra».
Quale?
«Che il matrimonio è durato 40 anni. Oggi le coppie scoppiano prestissimo».
Perché ci si separa dopo 40 anni assieme?
La vita va veloce, è come una gara ciclistica
Ma siamo sereni e abbiamo buoni rapporti
«Perché la vita va avanti veloce e a un certo punto ci si guarda e non ci si trova o non ci si riconosce più. Allora è giusto prendere strade diverse, senza drammi e con rispetto reciproco».
Lei, dopo aver smesso di correre, ha continuato a fare una vita nomade: cerimonie, pedalate in tutto il mondo, il ruolo di testimonial per grandi aziende. Anche adesso, a 71 anni. Ha pesato sulla fine del vostro rapporto?
«A me è sempre piaciuto vivere in modo dinamico, viaggiare, conoscere persone e posti nuovi o ritrovare vecchi amici. Alla Carla ho sempre proposto di venire con me ovunque andassi. Ma non è il tipo di vita che le piaceva e io ho sempre rispettato le sue scelte. Però credo di essere stato anche un uomo di casa e di famiglia: i ragazzi li abbiamo cresciuti assieme e questa è sempre stata la priorità. Loro sono il nostro orgoglio».
C’è un’altra persona accanto a lei?
«No, non c’è».
Suo figlio Ignazio è fidanzato con Cecilia Rodriguez. È vero come sostengono alcuni che l’entourage Rodriguez abbia incrinato i vostri equilibri familiari?
«No, in nessun modo. Anzi, siamo tutti in buoni rapporti».
Sembra malinconico. Rimpianti?
«No. La vita va veloce, un po’ come una gara ciclistica. Fai delle scelte, prendi delle decisioni. Ma non puoi mica disputarla un’altra volta. Però sono, anzi siamo sereni e al momento la nostra preoccupazione è un’altra».
La nostra grande preoccupa-zione è semmai la siccità che sta minac-ciando le vigne
Qual è?
«L’acqua. La siccità si sta facendo sentire in modo pesante qui in Trentino e da noi in Val di Cembra in particolare. I torrenti sono in secca: per irrigare le vigne ricorriamo ai pozzi artesiani, ma adesso siamo al goccia a goccia. Se va avanti così non so cosa può succedere. L’orgoglio della famiglia Moser non è più l’atleta Francesco ma il vino e la terra che lo produce: abbiamo lavorato duro e offerto lavoro a tanti giovani, ma senza acqua è difficile andare avanti».