la Repubblica, 15 luglio 2022
Il primo articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica
14 GENNAIO 1976
Non c’è molto di drammatico in questa crisi di governo nonostante che i protagonisti siano fermamente convinti del contrario. «L’economia va a rotoli senza una guida» sostengono accorati la Democrazia cristiana, La Malfa, i sindacati, Agnelli. I giornali italiani mostrano di crederci. Ma via: sono anni che l’economia italiana non la guida nessuno, o meglio la guidano da Mirafiori, da Foro Bonaparte e da alcuni altri ben noti indirizzi, tra i quali non è mai apparso palazzo Chigi né alcun altro palazzo del governo.
I protagonisti politici della crisi, i sindacati, Agnelli queste verità le conoscono benissimo. Era stata addirittura coniata una massima che più o meno diceva così: l’economia fiorisce quando il governo deperisce. Era una massima un po’ qualunquista ma talvolta, purtroppo, ebbe il riscontro dei fatti. Certo un’economia senza una guida politica è un corpo senza testa e i risultati, infatti, si vedono. Tant’è: questa è la situazione italiana da molti anni e non è mutata col governo Moro. I responsabili li conosciamo.
Il significato reale di questa crisi è dunque un altro. C’è una Democrazia Cristiana in cerca (apparente) d’una sua nuova identità; c’è un apparato industriale sempre più bisognoso dei denari dello Stato (con violente risse interne tra i vari gruppi); c’è un partito comunista in marcia di graduale ma sicuro trasferimento dall’area dell’opposizione a quella del potere; e un partito socialista che si sente mancar lo spazio anche perché ha fatto ben poco per conquistarselo.
Il quadro, complessivamente, è modesto. Per fortuna c’è anche un paese che cresce e che nonostante tutto è più robusto dei pesi che si porta sulle spalle.
Un esame impietoso della situazione economica e politica del Paese è quello con cui Scalfari inaugura la stagione di Repubblica: un testo che è il programma di ciò che il giornale vuole essere