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 2022  luglio 15 Venerdì calendario

La dura legge di Putin su "Gli agenti stranieri" si fa ancora più dura

Vladimir Putin ha varato una nuova dura stretta sul dissenso in Russia: una legge che pare confezionata apposta dal regime per prendere più facilmente di mira persone e organizzazioni scomode per il potere. La nuova norma è in realtà un ampliamento di una legge liberticida vecchia di dieci anni, sebbene più volte modificata: la famigerata «legge sugli agenti stranieri» di cui il Cremlino si serve per colpire Ong, media indipendenti e oppositori. Ma se finora per finire nella «black list» era in teoria necessario ricevere presunti «finanziamenti dall’estero» (anche cifre di poco conto, magari inviate da privati cittadini), da dicembre il Cremlino avrà le mani ancora più libere: secondo la nuova legge, per bollare enti e persone come «agenti stranieri» al regime basterà affermare di ritenerli «sotto influenza straniera» e sostenere che ricevano «appoggio dall’estero» (anche non economico) e svolgano non meglio specificate «attività politiche».
In questi anni le autorità russe hanno bollato con l’etichetta denigratoria di «agente straniero» (che tanto ricorda quella di «spia») importanti media indipendenti, Ong, reporter, attivisti. Il Cremlino ha inserito in questa sua «lista nera» pure una delle più autorevoli organizzazioni per la difesa dei diritti umani: Memorial Internazionale, di cui è stato ordinato persino lo scioglimento in Russia. Ma anche l’affidabile testata online Meduza è stata definita «agente straniero» e ora in ogni suo articolo è costretta a presentarsi come tale. Chi viene etichettato come «agente straniero» è sottoposto a severi controlli e deve presentarsi al pubblico con questo marchio infamante: cosa che di fatto può costringere le organizzazioni colpite a chiudere, sia perché rende più difficile lavorare sia perché può allontanare gli inserzionisti pubblicitari. Dopo aver ordinato l’invasione dell’Ucraina, Putin ha inasprito anche la repressione politica in Russia, dove una nuova legge «bavaglio» prevede fino a 15 anni di carcere per notizie sull’esercito che il regime dovesse considerare «false», vietando di schierarsi contro la guerra. Per aver avuto il coraggio di denunciare l’invasione, anche due dei più importanti oppositori russi, Ilya Yashin e Vladimir Kara-Murza, sono stati arrestati. —