Avvenire, 15 luglio 2022
Isole Curili, l’altra guerra della Russia (contro il Giappone)
In ballo c’è il possesso delle isole Curili – oggi controllate dalla Russia ma rivendicate fermamente dal Giappone –, una manciata di scogli inospitali ma dal grande valore strategico attorno al quale i due Paesi si azzuffano orami, senza soluzione di continuità, da tempo immemore. L’ultimo strappo si è consumato nello scorso mese di marzo ed è uno dei numerosi “portati” della crisi ucraina. Tokyo decide di aderire alle sanzioni del fronte occidentale contro l’invasione russa in Ucraina. Per Mosca le decisione giapponese significa un cosa sola: «È un atto ostile». Risultato? Il Cremlino abbandona i negoziati con Tokyo. Ma non solo. Mosca conduce delle esercitazioni militari, schierando tremila soldati, sulle isole. «L’atteggiamento della Russia è assolutamente ingiustificato e completamente inaccettabile» è la controreplica del premier giapponese, Fumio Kishida. Un mese dopo Tokyo alza ulteriormente i toni e arriva a parlare di «occupazione illegale»: «I Territori del Nord – recita un documento rilasciato dal documento annuale di politica estera del governo nipponico – sono isole su cui il Giappone ha la sovranità e sono parte integrante del territorio del Giappone, ma ora sono occupate illegalmente dalla Russia». La vicenda, in realtà, è annosa. E taglia decenni e decenni di conflittualità a “tasso variabile” tra i due Paesi. L’ultimo capitolo risale alla fine della Seconda guerra mondiale. L’esercito russo occupa le isole Curili ( Territori del Nord per i giapponesi) a pochi giorni dalla resa incondizionata di Tokyo, credendo così di chiudere una disputa che si trascina dal secolo precedente. A seguito dell’atto di forza russo, circa 17mila residenti giapponesi vengono espulsi dalle quattro principali isole, Kunashir, Iturup, Shikotan e Habomai. La partita resta, però, aperta. La dichiarazione congiunta sovieticogiapponese del 19 ottobre del 1956 è l’ultima occasione per superare lo stato di guerra, con i due Paesi che da allora sono da 20.358 giorni senza un Trattato di pace. Ma cosa accende la rivalità di Mosca e Giappone attorno alle isole? La prima, e più importante causa di ragioni, è di ordine strategico. L’arcipelago, attraverso il mare di Okhotsk, garantisce un accesso sicuro all’Oceano Pacifico e il controllo sugli stretti di fronte a Vladivostok, importante snodo per i trasporti e il commercio terrestre e navale. Mosca sospetta (e teme) che un suo eventuale disimpegno dalle isole possa spingere il Giappone a “cedere” gli avamposti agli Stati Uniti con la trasformazione in basi militari. Ma le isole Curili fanno gola anche per le risorse naturali che custodiscono. Il vulcano Kudryavy è una fonte significativa di Renio, elemento poco diffuso nel mondo e ritenuto assai prezioso da entrambi i governi. Ma non solo. Le isole contese sono circondate da acque molto pescose, al largo delle quali potrebbero trovarsi diverse riserve di petrolio e gas naturale. Insomma, un mix esplosivo. Uno snodo della “Terza guerra mondiale a pezzi” passa di qui.