Corriere della Sera, 12 luglio 2022
I 170 anni della polizia
La Polizia è nata che lo Stato italiano ancora non esisteva. Era il 1852 e adesso che sono passati 170 anni dalla sua fondazione non deve essere stato facile condensare la sua storia in un volume, per quanto grande.
Oltre 350 pagine, la copertina rigida, le pagine patinate: per raccontare la storia della Polizia si è scelto come filo conduttore la bandiera, «la nostra laica reliquia», come ha voluto definirla il prefetto Lamberto Giannini, capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza.
La Bandiera della Polizia di Stato. Storia di tradizioni e di valori al servizio del bene comune, il titolo eloquente del volume edito dalla stessa Polizia che è stato presentato al Quirinale alla presenza del segretario generale Ugo Zampetti, del prefetto Franco Gabrielli sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, di Carlo Sibilia sottosegretario al ministero dell’Interno.
Sfogliare le pagine di questo volume è fare un tuffo nella memoria, si ripercorrono in carrellata gli eventi più salienti del secolo scorso e anche quelli del nostro secolo. Soltanto qualcuno per capire: gli alluvioni nel Nord Italia (1951) e quella di Firenze (1966), il disastro del Vajont (1963), gli anni di piombo, la lotta alla criminalità organizzata, il soccorso ai profughi sulle coste pugliesi. E poi i terremoti, da quello della Valle del Belice agli ultimi nell’Italia centrale.
La verità è che non c’è evento nella storia del nostro Paese dove la Polizia non abbia avuto un ruolo di primo piano, avendo sempre il Tricolore come guida, e come – dice ancora il prefetto Giannini – «immutato punto di riferimento dei valori nel nostro agire quotidiano» e «simbolo del nostro impegno collettivo per le comunità».
È pieno di immagini il volume della Polizia di Stato. Limpide, nitide e a colori quelle che raccontano gli episodi recenti. Sbiadite come un dagherrotipo quelle originali degli anni più antichi.
Nel libro c’è anche la prefazione di Aldo Cazzullo, vicedirettore del «Corriere», lui che ci ricorda come negli anni Settanta non si poteva celebrare la bandiera, era considerata un simbolo di parte, come lo era la parola patria e di conseguenza l’inno nazionale. Successe così durante la fatidica partita del mondiale Italia-Germania 4 a 3 (Messico 1970): i calciatori non cantarono l’inno di Mameli e Nando Martellini non rispettò il silenzio mentre le note risuonavano. Era, appunto, lo spirito del tempo.
Ha compiuto 170 anni la nostra Polizia, che non soltanto è venuta prima dell’Unità d’Italia, ma ha anche battuto molti altri record, primo fra tutti quello nella parità dei sessi: era il 1959 quando nacque il Corpo femminile della Polizia.