la Repubblica, 11 luglio 2022
A Roma nasce il pool anti incendi
Roma brucia, piegata da quattro grossi incendi in 24 giorni. Le lingue di fuoco hanno lambito i palazzi. Divorato ettari di terreno, di verde pubblico spesso abbandonato a sé stesso. Nuvole tossiche hanno attraversato il cielo della Città Eterna. Gli elicotteri hanno volato a bassa quota per gettare acqua e spegnere le fiamme, in un pericoloso slalom tra gli edifici. A terra i pompieri hanno rischiato la vita. Troppi incendi in troppo poco tempo, la sintesi di ciò che sta accadendo. Un’anomala concatenazione di eventi che preoccupano la procura guidata da Francesco Lo Voi, magistrato che ieri si è sentito telefonicamente con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il Campidoglio ha annunciato che presenterà un esposto in procura e alcuni deputati del Pd chiedono agli inquirenti di accertare se dietro i roghi vi sia un’azione di «terrorismo ecologico», commissionati dalla mafia dei rifiuti. Intanto i pm hanno aperto un fascicolo, per l’ultimo dei fuochi, quello di sabato, per incendio doloso. Non c’è la certezza, a oggi, sull’origine delle fiamme. Gli inquirenti non possono dire che ci sia la mano dell’uomo.
Eppure, si lavora sul dolo, si ipotizza lo scenario peggiore che permette di svolgere indagini più approfondite. Ecco, infatti, che per volontà di Lo Voi le forze dell’ordine, che in questi giorni si sono occupate dei vari roghi, si siederanno tutte intorno a un tavolo. Un maxi-pool a cui parteciperanno carabinieri del Noe e della Forestale, polizia, vigili del fuoco, protezione civile e municipale. Investigatori che dovranno mettere a disposizione dei colleghi tutte le informazioni che hanno acquisito intervenendo nei diversi “teatri”. La scelta di farli lavorare assieme ha un chiaro obiettivo: comprendere se ci sono similitudini tra i vari fuochi, elementi in comune. Inoltre, in settimana, gli inquirenti decideranno se accorpare tutti i fascicoli sugli incendi in un unico maxi-fascicolo. Ad oggi sono oggetto di inchieste singole.
La risposta che i magistrati vogliono dare al più presto è se esiste una cabina di regia che agisce nell’ombra per dare alle fiamme Roma. Oppure se all’inizio, gli incendi erano accidentali e adesso qualcuno si sta “divertendo” ad appiccarli. O infine, se il caldo e il vento di questi giorni hanno alimentato le fiamme dopo che qualche automobilista incauto ha gettato un mozzicone di sigaretta.
Difficile pensare che questa ipotesi possa considerarsi valida per il primo grande rogo, quello al Tmb2 a Malagrotta, del 15 giugno. Nella periferia ovest della Capitale, nel centro dove vengono smaltite e lavorate tonnellate di rifiuti, era partito un incendio devastante. Cumuli di spazzatura hanno bruciato per tre giorni. Poi le fiamme, il 27 giugno, hanno divorato ettari di terreno tra via Aurelia e Casalotti. Un’imponente nuvola nera era visibile da quasi tutta la città. Il 4 luglio le fiamme sono entrate dentro Roma. Il parco del Pineto, alle spalle del Vaticano, è stato distrutto. Il fumo ha avvolto la cupola di San Pietro. Sabato si è ripetuto lo stesso copione. Questa volta è stato colpito il quadrante est di Roma. Centocelle. Il fuoco è partito dai rifiuti interrati dell’ex campo nomadi Casilino 900, sgomberato 10 anni fa dall’allora sindaco Gianni Alemanno. L’ipotesi è che qualcuno abbia bruciato la plastica che ricopriva dei cavi di rame per estrarre il metallo.
Da qui sarebbe partita la scintilla che ha generato l’incendio, divorato vecchi materassi, carcasse d’auto, bombole di gas abbandonati. L’area non è mai stata bonificata. Poi si è spostato sui vicini autodemolitori. Diciotto sfasciacarrozze sono stati rasi al suolo, in cielo si è levata l’ennesima nube tossica. Un odore acre ha pervaso l’aria. La polizia ha acquisito le telecamere di sicurezza della zona a caccia di immagini che possano inchiodare eventuali responsabili. Intanto a maggio i carabinieri hanno arrestato un piromane mentre cercava di appiccare un incendio nelle campagne tra Civitavecchia e la Capitale, ha spiegato il generale Lorenzo Falferi durante il comitato per l’ordine e la sicurezza a Roma. Un’altra persona nella Città Eterna è stata fermata dalla compagnia di Montesacro mentre dava fuoco alle sterpaglie dentro le isole spartitraffico. Una decina, in tutto, sono stati i piromani denunciati. Roma si prepara a una lunga e complicata estate.