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 2022  luglio 10 Domenica calendario

Chiude Nord Stream. Effetti sull’Europa

Il d-day è arrivato per la Germania. Domani il colosso russo Gazprom chiuderà il gasdotto Nord Stream che fa arrivare il metano da Mosca a Berlino, già pronta a far scattare la fase tre dell’emergenza, quella dei razionamenti. Gli effetti sul resto d’Europa saranno minimi – il gas in questione viene trattenuto quasi tutto in Germania – soprattutto se lo stop sarà davvero fino al 21 luglio e limitato alla manutenzione annuale di routine. Eppure il mercato del Ttf di Amsterdam ha già scontato uno scenario di allarme massimo, visto che il prezzo del gas si trova agli stessi livelli del 3 marzo scorso (175 euro per Megawattora), proiettato verso il massimo storico segnato il 7 marzo, quando aveva chiuso a quota 226 euro, dopo un picco in giornata a 345 euro: la conferma che le dinamiche speculative danneggiano, Italia compresa, a prescindere dagli effetti diretti sui singoli Paesi. Costa di più fare scorte di gas per il prossimo inverno e si rischia una nuova stangata sulle bollette. Un’altra grana per il governo.
L’EFFETTO PREZZI
«Non c’è confronto tra la situazione della Germania e quella dell’Italia», aveva detto già nelle scorse settimane il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, mentre Berlino decideva di passare allo stato di allarme e di prepararsi ai razionamenti di fronte alla riduzione degli afflussi dalla Russia. Del resto, Berlino è ben più dipendente dell’Italia dal gas di Putin, deve gestire i consumi con temperature più rigide, e al momento non può contare su un rigassificatore. Mentre l’Italia ne ha tre e potrà contare su altri due a partire dall’anno prossimo. Eppure venerdì scorso la piattaforma del Gme, il mercato a pronti del gas italiano, ha segnato un ultimo prezzo vicino a 190 euro. E si tratta di qualcosa che pesa non poco sull’operazione di riempimento degli stoccaggi italiani. I serbatoi si avvicinano al 65% considerato il contributo del week-end. L’obiettivo del 90% non è più così lontano, ma quei 5 miliardi circa di metri cubi mancanti costeranno quasi 8,5 miliardi, più del doppio di quanto sarebbe costato un mese fa. Dunque, l’asticella si alza per gli operatori e per il Gse, che comprerà per conto dello Stato. Un anno fa le stesse quantità sarebbero costate 1 miliardo. E c’è chi teme anche che il flusso di gas verso la Germania possa non riprendere più, con danni ancor più gravi per tutti. LE MISURE PER LE FAMIGLIE
In ogni caso, l’Italia si sta già preparando a sua volta a far scattare il piano di razionamenti già sul tavolo del governo. «La crisi energetica è gravissima – ha chiarito ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli – i rischi, a proposito di benessere, sono altissimi per l’inverno, se il gas russo dovesse fermarsi». Ad oggi i consumi giornalieri sono coperti dal gas proveniente dall’Algeria passando da Mazara del Vallo, dall’Azerbaijan attraverso il Tap e dal contributo dato dai rigassificatori, visto che la domanda di venerdì scorso si è fermata a 126 milioni di metri cubi. Di fatto, altri 117 milioni arrivati in Italia tra Tarvisio (la porta di accesso del gas che arriva dall’Ucraina), Passo Gries (che fa transitare il gas norvegese), la quota di produzione nazionale e la parte restante gestita dai rigassificatori, dovrebbero finire negli stoccaggi. Ma quanto può valere l’effetto Nord Stream sull’Italia? Inferiore al 10% sulla parte disponibile da stoccare, secondo alcuni calcoli. Ma ciò non rende superfluo il taglio dei consumi. Secondo una recente stima fatta dal governo, si possono risparmiare con alcuni comportamenti virtuosi delle famiglie circa 3 miliardi di metri cubi di gas sui 29 arrivati nel 2021 dalla Russia. Anzi secondo l’Enea il contributo può essere ben più robusto. Basta partire sin da ora con la sostituzione del vecchio condizionatore con uno ad alta efficienza, impostare la temperatura a 28 gradi invece che a 26 e installare pannelli solari per l’ acqua calda. Ciò è anche l’obiettivo del governo che ha già pianificato alcuni tagli presso le cosiddette imprese interrompibili in inverno. Non a caso di comportamenti virtuosi e di azioni del governo anche per abbassare le temperature dei termosifoni parlerà il rapporto dell’Enea che sarà presentato oggi alla presenza del ministro Cingolani. Della necessità di «una cooperazione tra imprese e istituzioni» e di un tetto temporaneo al gas hanno parlato ieri a Roma anche l’ad dell’Enel Francesco Starace e a responsabile della Dg Energia della Commissione Ue, Ditte Juul Joergensen.