Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  luglio 09 Sabato calendario

Storia della Lonely Planet

Sono cambiati, eccome se sono cambiati i viaggi negli ultimi 50 anni e, forse, sono cambiati più negli ultimi due anni che non nei precedenti 48. Esattamente mezzo secolo fa, nel 1972, ho deciso di attraversare l’Asia lungo la “ rotta hippie” viaggiando in auto da Londra a Kabul, in Afghanistan, e proseguendo poi in treno, autobus, autostop e barca per Delhi, Kathmandu, Bangkok, Singapore, Bali giù giù fino a Sydney in Australia. Un gran bel viaggio che poi, nel 2017, ho rifatto più o meno all’incontrario, partendo da Bangkok e passando per la Cina, per i vari -stan (Paesi con nomi che finiscono in - stan), su su fino a Londra. Dunque i grandi viaggi continuano a essere possibili.
In questi 50 anni si sono aperte e si sono chiuse innumerevoli porte. Spesso a causa di guerre. Pensiamo al Vietnam e all’Indocina: erano inaccessibili negli anni ’70 e a un tratto le loro porte si sono spalancate. L’Etiopia era una zona chiusa, poi si è aperta e ora è di nuovo chiusa. E l’Ucraina, non molto aperta nei primi decenni di questo secolo, poi invece molto aperta – ci sono andato due volte negli ultimi cinque anni – ora è ridotta come sappiamo. L’Afghanistan? Prima aperto poi chiuso. I vari - stan che ho attraversato negli anni ’ 70 erano praticamente chiusi fino alla scomparsa dell’Unione Sovietica. Altroché se la politica può aprire e chiudere le porte di un paese. Per i viaggiatori dell’ultimo mezzo secolo c’è stato forse un cambiamento più grande dell’apertura della Cina? Dare un’occhiata alla Cina negli anni ’ 70 significava portarsi sul confine dei Nuovi Territori di Hong Kong e guardare al di là delle risaie verso quell’immensa, rossa, zona vietata. Poteva esserci cambiamento più grande per i viaggiatori del vedersi aprire il 20% del mondo, in termini di popolazione, prima completamente chiuso agli stranieri? Poi c’è la tecnologia: pensiamo a internet, al mondo digitale eall’impatto che hanno avuto sul nostro modo di viaggiare: è cambiato il modo di prenotare i trasporti, gli alloggi e così via, ed è cambiato il modo che abbiamo di vantarci – bisogno che non sembra essere mutato – dei nostri viaggi con i nostri amici. Cose che fino a ieri erano spesso complicate e facevano perdere tempo – richiedere un visto, cambiare valuta, trovare un volo – oggi si fanno in pochi secondi, grazie a qualche clic con il mouse.
È cambiato anche il sistema delle comunicazioni. All’inizio dei 50 anni su cui stiamo riflettendo esisteva ancora il servizio fermoposta, per tenerci in contatto con inostri cari. C’era qualcosa di romantico nel mettersi a leggere una lettera tanto attesa giunta da casa, seduti sui gradini di un ufficio postale in qualche località esotica. Però le e-mail non sono tanto più comode? Una chiamata internazionale? Quaranta o cinquant’anni fa occorreva prenotarla, presentarsi l’indomani all’ufficio telefonico e poi magari non si capiva una parola per via delle interferenze causate dai disturbi atmosferici.
Nonostante tutti i cambiamenti – positivi e negativi – i viaggi rimangono un elemento di vitale importanza per la storia dell’essere umano e, se negli ultimi 50 anni la storia dei viaggi è cambiata ad altissima velocità, possiamo dire che nei due anni di pandemia l’accelerazione del cambiamento ha raggiunto la velocità di curvatura di Star Trek. Miracolosamente la gente ha continuato a viaggiare, spesso in modi nuovi e decisamente insoliti. Se ci ripenso, mi sorprende non poco il numero di viaggi che sono riuscito a fare tra il 2020, il 2021 e il 2022. Ho fatto alcuni viaggi internazionali che, a volte, hanno comportato novità assolute in termini di compilazione di moduli, richieste di permessi e test sanitari. Ci sono stati anche periodi in cui ho potuto viaggiare, ma solo con grosse limitazioni – potevo andare in alcuni posti, ma non in altri. E ci sono stati periodi in cui, pur avendo grosse limitazioni, ho fatto viaggi estremamente interessanti. Sono comunque molto felice che, con la ripresa dei viaggi, siano tornate a essere raggiungibili anche mete autenticamente “esotiche”. Nella prima metà del 2022 il mio grande viaggio è stato quello in Ciad. Sembra fantastico, vero? Lo è stato veramente. Ho potuto attraversare due delle catene montuose del Sahara e ho visto paesaggi meravigliosi – picchi montuosi, oasi, gole, piscine naturali e archi di roccia. Per non parlare delle superbe pitture e incisioni rupestri e delle antiche necropoli. Insomma, a 50 anni dalla grande avventura lungo la “ rotta hippie”, posso dire di essere stato testimone di tutti i grandi cambiamenti che hanno connotato il settore dei viaggi – dai trasporti ( treni ad alta velocità, jumbo jet e compagnie aeree low cost), alla tecnologia ( comunicazione via internet, telefoni cellulari, social media), dai cambiamenti politici ( paesi che aprono e chiudono) agli impatti esterni ( crolli finanziari, guerre, pandemie) – eppure, nonostante tutto, abbiamo continuato a viaggiare, non riusciamo a stare fermi. Meno male...
(traduzione di Sarina Reina)