la Repubblica, 9 luglio 2022
I single superano le coppie con figli
Nascono meno figli, ci si sposa di meno, arrivano meno stranieri. E isingle sorpassano le coppie con figli: sono diventati il 33,2% delle “famiglie”, contro il 31,2%. Il Rapporto Annuale 2022 dell’Istat registra una tendenza che qualche anno fa era emersa solo nelle grandi città del Nord, e che segue pienamente il resto dell’Europa: la quota dei single nella Ue è del 35,9%, ma si arriva a picchi del 41% in Germania e Francia e del 50% in Svezia. Una tendenza inesorabile, anche se non uniforme sul territorio italiano: nel Nord-est le persone sole e le coppie con figli si equivalgono (ciascuna il 30% del totale), nel Centro e nel Nord-ovest prevalgono le famiglie unipersonali (36% contro 28% circa delle coppie con figli) mentre nel Mezzogiorno tiene ancora il modello tradizionale delle coppie con figli (circa 36% contro il 30% delle persone sole).
Ma in meno di 20 anni, calcola l’Istat, nel 2040, le persone che vivono da sole arriveranno al 38,7%, e pochi anni dopo, nel 2045, ci sarà un altro “storico” sorpasso, quello delle coppie senza figli rispetto a quelle con figli.
Un decorso naturale della demografia, in un Paese in cui la natalità è diminuita anche tra gli stranieri, che a lungo avevano contribuito alle nascite con un numero di figli superiori alla media. Nel marzo di quest’anno si è registrato un calo delle nascite record dell’11,9% rispetto allo stesso trimestre del 2021. E si sposta sempre di più l’età della maternità: la media alla nascita del primo figlio ha raggiunto 31,4 anni. Mentre aumentano sempre di più gli anziani: gli ultrasessantacinquenni hanno superato i 14 milioni a inizio 2022, 3 milioni in più rispetto a 20 anni fa, sono il 23,8% della popolazione italiana. Una popolazione sempre più striminzita: al primo gennaio 2022 la popolazione è scesa di poco sotto i 59 milioni, con un calo di 1,3 milioni nell’arco di tre anni.
Non c’è più un forte apporto degli stranieri: si sono fermati a poco più di cinque milioni al primo gennaio di quest’anno, negli ultimi tre anni ne sono arrivati meno di 200 mila. Ad arrivare ultimamente sono soprattutto rifugiati, non piùtanto aspiranti lavoratori. Ultimi in ordine di tempo gli ucraini: da febbraio a oggi ne sono arrivati 132.129.
Ma cresce il livello d’integrazione, soprattutto tra le seconde generazioni. Anzi l’Istat accerta che quasi 8 alunni stranieri su 10 delle scuole secondarie pensano in italiano. E sognano anche in italiano, perché le loro aspirazioni sono molto simili, quasi identiche a quelle dei loro coetanei di famiglie italiane: per esempio sognano di andare a lavorare all’estero, ma non nei Paesi di origine, in testa alle preferenze ci sono gli Stati Uniti.
Cambiano gli equilibri tra le coppie: quelle in cui i partner hanno lo stesso livello d’istruzione sono in forte diminuzione rispetto a 20 anni fa, e diventa più frequente il caso in cui è la donna ad avere un titolo di studio più alto (20,7% contro il 14,4%). Anche questo è un sorpasso “storico”: è esattamente il contrario di quello che avveniva all’inizio del Millennio. Ma sono meno della metà le coppie in cui entrambi i partner sono occupati.
Gli squilibri demografici devono essere ancora recepiti e affrontati al meglio: l’aumento degli anziani per ora ha aumentato soprattutto il carico del lavoro di cura delle famiglie. Solo il 13% degli ultraottantacinquenni è autonomo: a prendersene cura 7 milioni di familiari tra i 45 e i 64 anni. Ma sono anche gli anziani “giovani”, tra i 65 e i 74 anni, a prendersi cura dei parenti in età più avanzata.