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 2022  luglio 09 Sabato calendario

Piero Sansonetti, tweet e polemiche

«Due come Francesco Totti e Santa Teresa di Calcutta hanno mica bisogno di essere difesi! Io difendo gli altri, quelli abbandonati da tutti...». Il direttore del quotidiano Il Riformista, Piero Sansonetti, non arretra d’un millimetro, malgrado la tempesta social scatenata dal suo tweet – tutti contro di lui, oltre 5 mila commenti – dopo la sentenza che lunedì scorso ha condannato all’ergastolo in primo grado i fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio di Willy Duarte Monteiro. 
Ecco il tweet: «Hanno separato i fratelli Bianchi, dopo l’ergastolo. Celle separate. Non si vedranno mai più. Lo Stato si comporta con loro con la stessa ferocia con la quale loro si sono comportati con Willy». Rabbiosa è arrivata la reazione dei f ollower: «Scusa, Sansonetti, dovevano forse dargli una suite?». E ancora: «Tweet orribile, vergogna, cerchi solo visibilità». 
E lui? Contrattacca: «I Bianchi sono i mostri perfetti, fascisti, palestrati, tatuati, ma chi li difende? Non c’è una lobby, un’associazione disposta a farlo. È vero, lo Stato non li ha ammazzati di botte, come sembra invece abbiano fatto loro con Willy. Però li ha condannati all’ergastolo per un omicidio preterintenzionale, come fu quello di Stefano Cucchi, per cui i carabinieri sono stati condannati a 12 anni!». 
In verità, la Corte d’Assise ha condannato i fratelli Bianchi per omicidio volontario e tra gli utenti di Twitter c’è ora chi replica a Sansonetti ricordandogli come fosse ridotto il corpo del povero Willy dopo il pestaggio: «Emorragie a tutti gli organi interni quali polmoni, pancreas, milza e soprattutto al cuore». 
E dunque il direttore l’ha fatto solo per avere visibilità? «Non sono un provocatore – controbatte – e neanche un paraculo, uno che dice le cose per compiacere. Difendo quelli che sono dipinti come mostri, gli zingari, gli immigrati, ho difeso pure Marcello Dell’Utri. Lo stare dalla parte dei più deboli l’imparai dal Pci tanti anni fa, anche se poi mi cacciarono da l’Unità». Che i fratelli Bianchi possano rientrare nella categoria dei «più deboli» sarà però dura da dimostrare. Il ricordo dell’addio a l’Unità comunque è ancora vivissimo: «Al governo c’era Prodi, marzo ‘97, una corvetta della Marina mandò a picco una carretta stracarica di albanesi davanti a Brindisi. Con Peppino Caldarola decidemmo di affidare il commento a Erri De Luca. Titolo: Strage di Stato. Non piacque...». In seguito, ha diretto il Dubbio, il Garantista, Calabria Ora, oggi guida  Il Riform ista e fa l’opinionista sulle reti Mediaset. «Mi hanno cacciato perfino dai giornali fondati da me – racconta —. Però mi sono divertito, anche a Mediaset oggi loro sono favorevoli all’invio di armi all’Ucraina, io contrario!». 
Dicono c’entri qualcosa con l’inesauribilità della sua vena polemica anche il fatto che a 71 anni sia padre di due figli piccolissimi. «La nuova paternità mi fa morire di fatica altroché – ride Sansonetti —. Di sicuro, con due figli grandi ormai trentenni e questi due piccolini, Luna 4 anni e mezzo e Thiago un anno e mezzo, è stimolante». Pare che Thiago si chiami così in onore di Thiago Silva, l’ex campione del Milan. Lui non smentisce, anzi: «Con il Milan, giuro, non polemizzo mai. Non sono mica un bauscia, un interista».