ItaliaOggi, 7 luglio 2022
In Germania una pallina di gelato costa anche 3 euro
È un’estate torrida, anche in Prussia e dintorni, e i bambini dovranno rinunciare al gelato, o ai loro gusti preferiti. Una pallina su un cono non è mai stata così cara. Nella Palermo della mia infanzia, andavo con mia madre nella gelateria più rinomata. Lei faceva elencare dal cameriere tutti i gusti disponibili, alla fine ordinava sempre fragola e limone. Una volta le chiesi: perché chiedi cos’hanno, se sai già cosa desideri? Per il cameriere è un vanto avere più gusti di ogni altro, e gli fa piacere ricordarlo, mi spiegò.
A Palermo un cameriere non è un cameriere, si sente il padrone di casa che esaudisce i tuoi desideri per cortesia, se gli va. Il signor Peppino, ne ricordo il nome, stava al gioco, proponeva il gelato alla rosa, al gelsomino, le granite di limone, caffè, di gelso bianco o nero, e di mora. Per finire, il gelo di melone, la gelatina di cocomero con pezzetti di cioccolato come semi. Il gelato come opera d’arte.
Io chiedo sempre, da una vita, limone e pistacchio. Ma prima, se non conosco il locale, controllo il colore. Se il pistacchio è verde, vado altrove. Il gelato al pistacchio di Bronte è grigio, senza coloranti. E al gelataio costa di più di un cono alla vaniglia, o alla crema, ma non mi fa pagare un extra. Invece, quest’anno in Germania, ci sono prezzi diversi per una singola pallina a seconda della qualità, e in molte Eisdiele, le gelaterie che si chiamano Venezia anche se sono gestite da turchi o da tedeschi, il pistacchio non viene più offerto. Una pallina avrebbe un prezzo vergognoso.
Ormai, una famiglia di 4 persone, padre madre due figli, per un paio di palline a testa, paga almeno 16 euro. Un lusso vietato per molti. Due euro a pallina, purché non si sia esigenti, come mia madre e me. Una pallina alla fragola arriva anche a 2,80 euro, per altri gusti si arriva a 3 euro. I prezzi sono aumentati in media del 40%, più di cinque volte il tasso d’inflazione, che nell’ultimo mese è sceso a sorpresa dall’8 al 7,60.
Il motivo, il prezzo dell’energia, dei trasporti, della manutenzione delle macchine per gelati, delle materie prime, la paga minima che salirà a 12 euro all’ora dal 1° ottobre, ma molti locali anticipano i tempi. Mirtilli blu e rossi, lamponi, uva spina vengono importati, in gran parte dai paesi dell’Est, banane, ananas, mango, kiwi, papaya sono esotici e costosi. Un chilo di lamponi all’ingrosso costava due anni fa non più di 7 euro, oggi arriva a 25. Un chilo di mirtilli supera i 28 euro. Molte gelaterie tolgono questi gusti dall’offerta. Fragola e limone? Mia madre oggi dovrebbe accontentarsi di crema e vaniglia. A Cuba, nei tempi duri seguiti al crollo dell’Urss, mi sorpresi che alla Heladería Coppelia, la più grande dell’Avana, era possibile gustare solo il gelato alla vaniglia. Gli ananas e le banane erano riservati all’export per ottenere valuta pregiata.
I tedeschi, non solo i bambini, sono grandi consumatori di gelato, anche in inverno e da quando grazie a noi hanno scoperto i sorbetti, amano le specialità esotiche, o – direi – fantascientifiche. Il gelato al Puffo l’hanno inventato loro, almeno così pretendono, quest’anno è giunto il ghiacciolo al ketchup, che si aggiunge al gusto alla liquirizia, e persino all’aglio e alla rucola. Non c’è crisi per lo spaghettieis, un piatto di spaghetti di crema conditi con una melassa rossa come sugo al pomodoro.
Ultima creazione il gelato Pinocchio, due palline come occhi, e il cono come naso, ma le variazioni sono infinite. Il giornalista Leonhard Hieronymi e il fotografo Christian Metzler gli hanno dedicato un libro, gustando oltre duecento varietà dal Baltico alla Baviera, intitolato giustamente Mostro. Un Pinocchio a Berlino costava 6 euro, prima di guerra e inflazione.
Con il pistacchio sparisce anche il mango, la papaya, e il gelato alla nocciola. Un kiwi al supermercato costa 1,20 euro, quanti ne occorrono per una porzione di gelato, se non si ricorre agli aromi artificiali? Ma mia madre non lo avrebbe mai ordinato.