Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  luglio 07 Giovedì calendario

L’ascesa di Zahawi, futuro premier?

Nominandolo Cancelliere dello Scacchiere martedì sera, Boris Johnson potrebbe avere involontariamente spianato la strada al suo successore: perché ora Nadhim Zahawi si trova in pole position per diventare il prossimo primo ministro. E se dovesse succedere, sarebbe una storia umana e politica straordinaria. 
Il motivo è semplice: Zahawi, oggi 55enne, è un curdo iracheno nato a Bagdad e arrivato in Gran Bretagna all’età di 9 anni, assieme alla famiglia in fuga dal regime di Saddam Hussein, senza parlare una parola d’inglese. In Italia uno come lui non avrebbe neppure la cittadinanza, a Londra rischia di diventare capo del governo. 
Giunto nella capitale inglese, il piccolo Nadhim rimase scioccato dal freddo e dal brutto tempo: ma il peggio doveva ancora venire, perché alla scuola pubblica dove venne iscritto lo bullizzavano, tanto che una volta lo scaraventarono in una pozzanghera. Per questo i genitori, con grande sacrificio, lo spostarono in un istituto privato e da lì arrivò a laurearsi in Ingegneria chimica al prestigioso University College di Londra. 
Da Bagdad 
Arrivò a Londra a 9 anni, senza parlare una parola d’inglese, in fuga dal regime di Saddam 
Ma il giovane Zahawi aveva il bernoccolo per gli affari: dopo una iniziale carriera nel marketing, fondò una delle maggiori società di sondaggi del Regno Unito e riuscì in questo modo a fare fortuna. Lui è un vero self made man e per questo è popolarissimo nella base dei conservatori, ma questo è anche forse il suo tallone d’Achille: con una fortuna personale stimata a 100 milioni di sterline e un portafoglio immobiliare da 30 milioni di euro, non è certo più un uomo del popolo, nonostante le umili origini. 
Sul piano politico, Zahawi si è fatto apprezzare come ministro per le vaccinazioni durante la pandemia: e per questo Boris lo aveva promosso a titolare dell’Educazione, prima del salto a Cancelliere. Bravissimo in televisione, grande comunicatore, Zahawi sarebbe il primo premier di colore britannico. 
Ma a contendergli lo scettro è pronto a scendere in campo un folto gruppo di aspiranti alla guida del governo. Prima fra tutti Liz Truss, la ministra degli Esteri che si atteggia a nuova Thatcher e si è guadagnata fama da «dura» per le sue posizioni massimaliste sul conflitto in Ucraina. 
In lizza 
Wallace e Mordaunt, con credenziali militari, Sunak e Javid, che hanno iniziato la crisi 
Una guerra che ha sospinto in alto anche le quotazioni di Ben Wallace, il ministro della Difesa, che è attualmente in testa ai sondaggi fra i membri del partito conservatore: Wallace però non ha una vera base di sostegno nel gruppo parlamentare. E parlando di credenziali militari, non si può non fare il nome di Penny Mordaunt, che in passato è stata anche lei ministra della Difesa ed è una ex riservista di Marina: pure lei nutre ambizioni di leadership. Ma i due da tenere d’occhio sono i ministri che hanno scatenato la crisi con le loro dimissioni martedì: l’ex cancelliere Rishi Sunak e l’ex titolare della Salute Sajid Javid. Il primo, di origine indiana, sconta però il fatto di essere un miliardario la cui moglie, si è scoperto, non pagava le tasse in Gran Bretagna; il secondo ha pure lui una formidabile storia personale, essendo il figlio di un autista di autobus pachistano che è riuscito a diventare una stella della finanza internazionale. Un eterno aspirante premier è infine Jeremy Hunt, ex ministro della Salute e degli Esteri, che già aveva sfidato vanamente Boris Johnson tre anni fa: ma anche stavolta le sue chance non sembrano essere delle migliori.