Corriere della Sera, 6 luglio 2022
Perché i ghiacciai scompaiono
«I ghiacciai non stanno per niente bene, nel mondo e in particolare in Italia, e per il 99% è colpa dell’anidride carbonica che è a livelli mai registrati». Mauro Varotto, docente al Dipartimento di Scienze storiche e geografiche dell’Università di Padova, non ha dubbi. Non solo per il suo ruolo accademico, ma anche perché da operatore sulla Marmolada per il Comitato glaciologico italiano segue da anni la trasformazione di una delle aree più simboliche del Paese.
E la situazione non accenna a migliorare. Anzi. «Se nell’ultimo secolo la superficie dei ghiacciai in Italia si è ridotta in media di 2,5 ettari all’anno – calcola Varotto —, negli ultimi dieci anni la media è quasi quadruplicata, con un calo di 9 ettari all’anno».
Che sta succedendo? «Ci sono diversi fattori. Innanzitutto siamo in presenza di un’annata molto calda che si verifica in un periodo in cui i ghiacciai, dopo essersi assottigliati, si ritirano». È così in tutto il mondo, sottolinea Varotto, «ma l’Italia è un hotspot. Il surriscaldamento sta colpendo in maniera particolare l’arco alpino, con un aumento medio di temperatura di circa 2 gradi centigradi registrato nel corso dell’ultimo secolo a fronte di un incremento di un grado nell’emisfero nord». C’è poi la specificità della Marmolada che «soffre il fatto di essere un ghiacciaio a quote basse» e «contornato da rocce emerse che funzionano da fornelli».
Molti hanno puntato il dito contro la scarsità delle precipitazioni. Ma il professore non è d’accordo. «Non basta avere un inverno con tanta neve», ribatte. «Anche il periodo da giugno a settembre gioca un ruolo fondamentale nella salute dei ghiacciai. Estati molto calde vanificano ogni tipo di apporto nevoso». Infatti se lo zero termico è a quota 4.500-5.000 metri per la Marmolada (2.700−3.300) è un problema perché non consente al ghiacciaio di consolidarsi». Per questo «è ideale avere una temperatura estiva che di notte va sotto lo zero». Non solo. «Con questo caldo in alta quota cade pioggia non neve».
Varotto ricorda che «è normale, in questa stagione, che un ghiacciaio fonda e che si creino dei torrenti sub-glaciali o epi-glaciali». Ma «è insolita l’intensità del fenomeno per cui invece che un torrente sembra un fiume in piena». Cosa può essere successo alla Marmolada? «Penso a un mix di fattori: la forte pendenza, la marcata “seraccatura” con il ghiacciaio profondamente fessurato e l’effetto scivolo dell’acqua».
In generale, avverte l’esperto, «è un periodo di forte instabilità dei ghiacciai in attesa della loro scomparsa: l’80% sparirà entro la fine del secolo e potrebbero farsi rivedere decenni dopo che abbiamo ridotto l’anidride carbonica, che continua a salire». Spariti i ghiacciai, non finiscono i problemi: «Bisogna fare i conti con le rocce che, senza più il permafrost, diventano instabili e cedono. È una cosa che sta già avvenendo in Italia».