Corriere della Sera, 5 luglio 2022
Andrea Bocelli parla di fede, figli e famiglia
«Finalmente a casa, finalmente in famiglia». Dopo un giugno di concerti Oltreoceano, Andrea Bocelli saluta con gioia l’appuntamento che il 7 luglio lo riporta in Italia, a inaugurare il festival «Parma Cittàdella Musica» al Parco Ducale (in cartellone anche Zucchero, Pinguini Tattici Nucleari, Fabri Fibra, Irama e Sting).
Com’è ritrovare il pubblico italiano?
«Una sensazione molto bella. La musica non conosce barriere, d’accordo. Poterla però condividere nel proprio paese, laddove buona parte del repertorio che propongo è nato, è una grande gioia e una dolce responsabilità».
A Natale abbiamo visto le foto di sua figlia Virginia, 10 anni, alla Casa Bianca: com’è stato l’incontro con Biden?
«Cordiale e di una semplicità che abbiamo molto apprezzato. Nei confronti di Virginia il presidente si è posto come un nonno, sorridente e gentile. Ne è scaturito un clima di confidenza che ha stemperato ogni tensione».
In quell’occasione si è esibito con suo figlio Matteo: che emozioni ha provato?
«Con Matteo, così come con Amos, il più grande, e con Virginia, da genitore vivo una comunione che sintetizza un dato di fatto. E cioè che essi vengono prima di tutto, che sono la mia priorità e la mia più grande gioia e ragione di vita. Verificare che Matteo abbia trovato la propria strada e sia un artista apprezzato, è un ulteriore regalo».
Ha sempre voluto essere genitore?
«No, non l’ho mai sognato, mi ci sono trovato e ne sono stato felice, ma non avevo la paternità come vocazione, anzi avevo una sorta di allergia ai bambini da giovane. Poi ho conosciuto il mio primo figlio e l’orizzonte si è spostato».
Che padre è Andrea Bocelli? Ha mai detto qualche no?
«Tutto il piano educativo è stato incentrato sul crescere i miei figli liberi. Dire di no a qualcosa sarebbe stata una sconfitta per me. La libertà è fondamentale: Dio ci ha creato liberi e non sarà un genitore a limitarci».
Ha raccontato di essere stato un figlio difficile.
«Io volevo libertà fin da piccolo e i miei genitori erano protettivi nei miei confronti ovviamente immaginando rischi e pericoli. Penso alle loro apprensioni e a quanto fossero orgogliosi dei miei primi successi. Solo oggi posso comprenderli a fondo».
Nomina spesso Dio: la sua Fede è molto forte?
«Sempre di più. Se ci si avventura in questo cammino, diventa un’esigenza quotidiana. Sono razionale e scettico, proprio per questo ho Fede. La favola dell’ateo non mi convince, non ho mai potuto pensare di essere figlio del caso».
Non c’è nulla della Chiesa con cui non è d’accordo?
«La Chiesa è fatta di uomini e gli uomini sono fallibili, ma anziché criticare mi preoccupo di vedere che cosa posso fare io di costruttivo per la Chiesa. Invece noto un accanimento oserei dire brutale».
Che cosa intende?
«Si parla dei preti pedofili, ma non dei sacerdoti nelle missioni, di chi dà la vita nei luoghi poveri o pericolosi. Bisognerebbe prendere esempio dal calcio: lì si parla sempre dei più bravi».
Alcune idee, come l’essere contro l’aborto, non contrastano con la libertà?
«Non si pretenderà mica che la Chiesa approvi l’aborto? E non si può neanche pretendere che una corte come quella Suprema americana si esprima diversamente. Fa il suo lavoro e va presa per quello che è: a volte piace, a volte non piace. Io ho il culto della libertà, ma sono a favore della vita. A mia madre quando era incinta di me fu consigliato di abortire, i medici videro dei problemi durante la gravidanza. Il resto delle considerazioni le lascio al lettore».
Come si sente a rappresentare l’Italia nel mondo?
«Onorato, emozionato e talvolta un po’ preoccupato. Ma non dimentico mai il privilegio di poter fare della mia più grande passione una professione».
In una carriera come la sua, ci sono obiettivi ancora da raggiungere?
«Invecchiare insieme a mia moglie e poter cantare una ninna nanna ai figli dei miei figli. La vita non mi stanca. E cantare, per me, è sempre una dichiarazione d’amore».