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 2022  luglio 05 Martedì calendario

Milleri presidente della holding Delfin

Un copione preciso, con una regia studiata con grande accuratezza dal fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. Se nel fine settimana si è chiusa la successione in famiglia, ieri è stata completata la governance della cassaforte Delfin della quale Del Vecchio era presidente. Al vertice della holding lussemburghese è stato nominato Francesco Milleri, da dieci anni l’uomo di fiducia del fondatore di Luxottica. Il manager, classe 1959, già ceo e presidente di Essilux, sarà il presidente anche di Delfin che custodisce le quote in Essilux (32,2%), nell’immobiliare Covivio (26%) e le partecipazioni finanziarie in Mediobanca (19,2%) e in Generali (9,82%), più altre minori come quella nella compagnia Luxair. 
In pratica Milleri ha assunto tutte le deleghe che sono state di Del Vecchio. Ne sarà la voce, ne porterà avanti il pensiero, con la condivisione della famiglia i cui otto componenti hanno ricevuto le azioni Delfin, divise in parti uguali, pari al 12,5% del capitale a testa. È Milleri che ha contribuito a far crescere il gruppo Essilux fino a 21 miliardi di ricavi e a dargli una spinta per arrivare a una capitalizzazione di oltre 65 miliardi. 
È stato nominato secondo quanto stabilito dallo statuto della società del Granducato, modificato nel 2017 e poi ritoccato nel 2021 nelle norme per la nomina del successore di Del Vecchio. Almeno tre le strade per indicare un nome. Ma è stato scelto il percorso «ordinario» perché l’identità della persona era già chiara. Con una sorta di «meccanismo automatico», i consiglieri della holding hanno selezionato l’esponente della cosiddetta «lista degli osservatori», prevista dallo statuto della Delfin, nell’ambito di un’architettura di governance ben puntellata. E il primo della lista – compilata dallo stesso fondatore, dal board Delfin e dalla dinastia al completo – era proprio Milleri.
In base alle decisioni del consiglio di ieri, Romolo Bardin mantiene le deleghe operative della Delfin, nel suo ruolo di amministratore delegato. È un altro degli uomini che sono stati più vicini a Del Vecchio. Entrato in Luxottica nel 2002, è uno dei professionisti chiave del «sistema Del Vecchio», l’uomo della finanza in Delfin e nelle sue partecipate. Non per caso, è stato nel board delle Generali, ruolo dal quale si è dimesso prima dell’assemblea del Leone del 29 aprile che ha visto la maggioranza del consiglio affidata alla «lista del cda». 
Poi nel board della Delfin c’è il notaio Mario Notari dello studio Zabban Notari Rampolla, professionista che ha seguito le vicende legate alla governance ed è stato nominato la scorsa settimana nel consiglio di Essilux. Infine, Aloyse May, avvocato lussemburghese, e Giovanni Giallombardo, manager che ha lavorato a lungo nelle banche con ruoli di responsabilità, in particolare alla guida di Unicredit in Lussemburgo. Tutti sono a tempo indeterminato, secondo le leggi del Lussemburgo.
Hanno scelto Milleri secondo le regole stabilite dall’imprenditore e volute dalla famiglia: la vedova Nicoletta Zampillo, i figli Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca, Clemente e, a sorpresa, Rocco Basilico, nato dal matrimonio tra Nicoletta e Paolo Basilico. Ora i soci accompagneranno il viaggio del «delfino» Milleri, radici a Milano, un figlio, Matteo, appassionato di musica elettronica e produttore. Il manager conosce bene la macchina Essilux per averne inspirato la svolta tecnologica e aver favorito la fusione con la francese Essilor, che ha messo le ali al gruppo dell’occhialeria, facendone un leader mondiale. 
L’ambizione di Del Vecchio era proprio quella di creare grandi realtà con solide radici in Italia e rami in tutto il mondo. Una dimensione da campione che Del Vecchio voleva dare a Mediobanca (soprattutto) e a Generali. In queste partite la Delfin e la famiglia sono salite a bordo. «Verranno portate avanti ascoltando la voce di Leonardo Del Vecchio», dice chi conosce bene la famiglia. Ci vorrà prima un periodo di assestamento, per Milleri e per la dinastia, per capire se si vorrà continuare la crescita in Piazzetta Cuccia e nelle Generali.