la Repubblica, 5 luglio 2022
Irresistibile enigmistica
Nella docuserie La Squadra (Sky) dedicata al tennis di giorni gloriosi, Paolo Bertolucci racconta questo: anni Settanta, l’Italia sfida l’Argentina, Adriano Panatta ha un match difficile. E chiede a Bertolucci di osservare con attenzione quanto succede, perché vorrebbe da lui una relazione finale su cosa ha funzionato e cosa no. A fine gara Panatta si presenta con sguardo interrogativo e Bertolucci allarga le braccia: «Mi devi scusare, ma ieri sera non sono riuscito a finire il Bartezzaghi. Allora mi sono portato il cruciverba qui e per tutto il match ho pensato a come risolvere le definizioni mancanti. Però ci sono riuscito, sai».
Il fatto che Panatta stesse più o meno venendo alle mani con il compagno di squadra è secondario, conta il senso dell’aneddoto. Conta la passione totalizzante che l’enigmistica in tutte le sue forme può innescare, conta che il 2 verticale rimasto in bianco – per non dire della parola mancante in un rebus complicato che hai risolto per tre quarti – venga riempito a dovere, prima di cedere (orrore) alla sbirciata alle soluzioni, in questo o nel prossimo numero. Una passione che affonda nei tempi della progressiva alfabetizzazione del paese e che con i decenni evolve, aggiunge miriadi di varianti ai giochi classici: che restano però i preferiti, sempre.
Questione generazionale, ovvio: italiani per bene cresciuti magaricon lacune culturali ma con certezze incrollabili. Il nome dell’attrice Zoppelli era Lia. Quello del cantante Jurgens era Udo. Chi amò Leandro? Ero. La coppiera degli dei era Ebe (e magari per scoprire cosa diavolo fosse una coppiera si è atteso Google). Tutte definizioni classiche dei cruciverba della Settimana Enigmistica, cose che uno si porta dentro per sempre: c’è chi si è accontentato e chi, allargandosi ad altri giochi, non ha mai più guardato una coppia di cuccioli bovini pensando che fossero vitellini ma decidendo al volo di essere di fronte a due redi (altro classico, dei rebus).
L’enigmistica è quella cosa a cui si ha accesso da qualunque punto della scala della conoscenza: ci sono i più fortunati, forse, che risolvendo uno schema di cruciverba facilitato si considerano appagati, forse felici. Ci sono quelli di mezzo che si sono sempre spinti un po’ più in là, schema libero, le caselle nere le devi aggiungere tu, oppure le definizioni sono alla rinfusa (qualcuno ha mai usato “alla rinfusa” nel linguaggio parlato?). E ci sono i fanatici, categoria da rehab nei casi più estremi. Tipo i rebus complicati nei quali serve un’intuizione suprema: c’è chi ha guidato per centinaia di chilometri senza accorgersi del passare del tempo, solo pensando alla chiave mancante nel leggendario “ultimo rebus” della Settimana Enigmistica di qualche decennio fa (esempi di perfezione), c’è chi da ragazzo ha letto da qualche parte una cosa come “Cucchiaino = Mezzo minuto di raccoglimento” e ha deciso che nellavita voleva solo quelle, dette crittografie mnemoniche – ne esistono da perversione assoluta.
L’enigmistica ti fa sentire di popolo e di élite, ci si emoziona quando si scopre che Paolo Conte la coltiva da sempre e ne è autore, guarda caso, eccelso e raffinato: ma anche uno come Claudio Baglioni nella sua vita artistica di mezzo ci ha dato dentro, tra notte di note e note di notte e calembour celati nei testi. Per un rebus e per la meraviglia di quella terra di nessuno che sono i suoi schemi grafici si possono fare follie: un serissimo studioso come Pietro Ichino racconta di notti insonni a pensare a un rebus e sui rebus ha costruito un libro-summa per principianti e no, con un sito specializzato annesso. E sull’enigmistica di popolo si fondano i programmi tv a cui gli italiani sono più affezionati, ovvero i game di Raiuno prima del Tg della sera: la Ghigliottina dell’Eredità (autunno-inverno) e l’estiva Reazione a Catena sono enigmistica diffusa e spiegata a tutti.
Proprio questo universalismo è anche alla base della nuova iniziativa Repubblica-Gedi: con la partecipazione di Bartezzaghi, che in questo caso definiremo junior, con i giochi classici in progressione di difficoltà, con mille varianti al gioco fatto di parole, il comandamento principale viene rispettato: enigmistica per tutti e nessuno si senta escluso, perché è impossibile, in questa magia continua del gioco, non trovare quello che fa per sé. E che può portarti, appunto, a una felice perdizione.