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 2022  luglio 05 Martedì calendario

La crisi dei microchip cancella 200 mila auto

Alla fine dell’anno, mettendo in fila tutte le auto non prodotte causa la crisi dei microchip, si supererà quota 200 mila. Come se fosse venuto meno uno stabilimento italiano di Stellantis secondo la periodica indagine della Fim sull’andamento del settore che nei primi sei mesi ha registrato un calo del 13,7% rispetto al 2021, attestandosi sui 351 mila e 890 pezzi prodotti tra vetture e veicoli commerciali rispetto alle oltre 407 mila di un anno fa.
Il problema semiconduttori pesa come un macigno sull’automotive per i metalmeccanici della Cisl che se la prendono con le scelte, o meglio le non scelte, del governo Draghi: «Siamo preoccupati per gli effetti che la situazione provocherà sul piano del reddito e dell’occupazione – dice Ferdinando Uliano, segretario Fim-Cisl e responsabile settore auto – il governo ci pare assente. Avesse affrontato da subito la crisi dei microchip come oggi affronta l’emergenza gas, forse la capacità produttiva sarebbe in risalita. Anche l’Europa è stata assente». Il 2022 si prefigura come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis in Italia. Situazione che sarebbe stata diversa se non ci fossero stati gli stop causati da microchip.
Nei primi sei mesi si sono persi intutti gli stabilimenti Stellantis, gruppo partecipato da Exor che controlla Repubblica attraverso Gedi, 412 turni di lavoro che equivalgono a 182 giorni. Altrettanti se ne perderanno da luglio a dicembre, arrivando alla soglia di 200/220 mila pezzi non assemblati. Le situazioni più pesanti in due stabilimenti, a Melfi, dove si registra un – 17% e si realizzano le Jeep Compass e Renegade e la 500X, e alla Sevel di Atessa, – 37,2%, sito dedicato ai veicoli commerciali.
Nelle altre fabbriche si riscontra invece un dato positivo rispetto ai primi sei mesi del 2021: continua la crescita di volumi della 500e a Mirafiori, mentre l’entrata in produzione della Maserati Grecale e della Alfa Romeo Tonale danno spinta alla produzione di Cassino, dove si sono persi 39 giorni, e Pomigliano D’Arco, dove sono venuti a mancare 41 giorni. Positivo l’andamento nello stabilimento di Modena con la Maserati MC20, ma si tratta di produzionipiù ridotte. Sembra immune Mirafiori, dove si produce la 500 elettrica e le Maserati Grecale, Levante e Ghibli. Quasi 49 mila unità nei primi sei mesi, l’80% 500e, e la previsione di chiudere a 77 mila. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, dopo il pressing del segretario Fim di Torino Davide Provenzano, annunciano un nuovo incontro con i vertici Stellantis a fine luglio per discutere del futuro dello stabilimento di Torino.