il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2022
Lo strano caso di Massimiliano Allegri che adora i mammut e detesta i giovani
“Aesser giovani s’impara da vecchi”, dice il proverbio: un motto che pare uscito dritto dalla bocca del più pagato e discusso allenatore del calcio italiano, lo juventino Max Allegri, che per le giovani promesse ha una vera e propria idiosincrasia. Se volete che al buon Max venga l’orticaria, mettetegli in rosa un ventenne (o anche meno) e saranno guai. Venendo a bomba: è noto a tutti il desiderio della Juventus di tesserare, su espressa richiesta di Allegri, il campione argentino Di Maria, 7 milioni netti di stipendio, anni 34. Motivo: al centro dell’attacco c’è il giovane Vlahovic che in viola segnava gol a valanghe ma che in bianconero si è un po’ inceppato; secondo Max abbisogna di rifornimenti continui dalle ali e Di Maria è uno dei migliori assist-man al mondo.
Tutto vero. Peccato che per acquistare il cannone Vlahovic la Juve si sia disfatta a gennaio, con la benedizione di Allegri, dei proiettili con cui caricarlo: gli assist del giovane (aveva 21 anni) Kulusevski che nell’estate 2020 la Juve aveva comprato dall’Atalanta per 35 milioni più 9 di bonus (totale 44) per uno stipendio di 1,25 milioni, il terzo più basso alla Real Casa. Il Tottenham per averlo paga 10 milioni per due anni di prestito e 35 per il riscatto al terzo anno: totale 45, i soldi dati due anni fa dalla Juve all’Atalanta. Ora, Di Maria è un campione, sia chiaro, ma data l’età ha la scadenza di una tartare di tonno mentre Kulusevski ti garantiva, volendo, 10 anni di volate e palle gol servite dalla fascia destra. Per la cronaca: in 18 partite giocate col Tottenham ha segnato 5 gol e confezionato 8 assist trascinando il team di Conte a un insperato 4° posto e dunque alla Champions.
Ma non è tutto: immaginate ora, oltre a Vlahovic (22 anni) centravanti e Kulusevski (22) ala destra, un attacco della Juve con un certo Kingsley Coman, oggi al Bayern, ala sinistra. Per che l’avesse dimenticato: Coman, autore del gol decisivo nella finale di Champions 2020 vinta dal Bayern contro il Psg (1-0), finì a parametro zero alla Juventus a 18 anni, nell’estate del 2014, proveniente dal Psg con cui aveva esordito a 16 anni, 8 mesi e 4 giorni (record assoluto). Ebbene, Allegri lo tollera in rosa una sola stagione in cui Coman racimola 15 spezzoni e zero gol; poi, manco avesse la rogna, viene sbolognato al Bayern che non crede ai suoi occhi quando la Juve gli chiede 7 milioni per due anni di prestito più 21 di riscatto (totale 28). I tedeschi stappano poi un magnum di champagne quando, subito dopo aver proceduto al riscatto di Coman (21 milioni), si vedono staccare dalla Juventus un assegno di 46 milioni (6 di prestito + 40 di riscatto) per il pari ruolo Douglas Costa, anni 27, stipendio cinque volte più pesante di quello del francese. Un giocatore ammazza-bilanci di cui la Juve non riuscirà più a disfarsi e che finirà in prestito prima al Bayern (!), poi al Gremio, infine al Los Angeles Galaxy.
“A essere giovani s’impara da vecchi”, continua a pensare Max Allegri: che all’arrivo di Chiesa (23 anni, costo complessivo 60 milioni) pareva quasi scocciato di averlo in squadra (“E questi vogliono giocare nella Juventus”, urlò stizzito al suo indirizzo dopo Juve-Milan 1-1) e all’arrivo di Vlahovic (22 anni, costo 70 milioni più 10 di bonus più 11,6 di commissioni: totale 91,6) per giustificarne l’abissale calo di rendimento disse, e ribadì: “È giovane e i giocatori maturano solo a 27-28 anni”. Certo, come Douglas Costa.