il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2022
A Capo Nord fanno 31 gradi
In Italia – A soli tre anni dall’eccezionale canicola di fine giugno 2019, un nuovo episodio ancor più clamoroso ha interessato il Centro-Sud. Impressionante l’elenco di nuovi record di temperatura massima per il mese stabiliti lunedì 27 e martedì 28 nella rete di stazioni meteorologiche dell’Aeronautica Militare: 41,2 °C a Guidonia (Roma), 41,0 °C a Firenze-Peretola, 39,4 °C a Grazzanise (Caserta), 39,3 °C a Ciampino, 39,0 °C a Fiumicino e Latina, 38,9 °C ad Arezzo, 38,0 °C a Napoli-Capodichino, 37,5 °C a Ronchi dei Legionari (Trieste), 37,4 °C a Campobasso. Mentre il resto d’Italia scottava, martedì una perturbazione temporalesca prima di attenuare il caldo anche altrove ha scaricato rovesci copiosi e grandine sulle Alpi occidentali (95 mm a Cuneo), trasferendosi poi a Est mercoledì (213 mm sulle Prealpi Carniche, strada interrotta da una colata detritica a Vigo di Cadore). Una tempesta giovedì sera ha colpito la cintura Nord-Ovest di Torino con grandine da oltre 5 cm di diametro e raffiche di vento a 112 km/h all’aeroporto di Caselle che hanno devastato lo storico Parco della Mandria di Venaria schiantando decine di alberi secolari; inoltre, venerdì pomeriggio grandine anche nel Padovano. Eventi più dannosi che utili: un po’ d’acqua è arrivata al Po, ma senza alterare l’eccezionalità della magra in corso. Intanto Torino, città scansata dai temporali recenti e tra le più interessate dall’anomalia caldo-secca, ha chiuso il bimestre maggio-giugno più caldo nella serie dal 1753 con 2,7 °C sopra media, pari merito con il caso fuori scala del 2003, e il periodo dicembre-giugno più avaro di precipitazioni in almeno 220 anni di misure con soli 108 mm, un quinto del normale. Inoltre il Servizio Agrometeorologico Siciliano (Sias) comunica che giugno è stato il più caldo nell’isola in almeno vent’anni di osservazioni, ma ragionevolmente anche da tempi assai più lunghi.
Nel mondo – Pare un bollettino di guerra il bilancio del caldo di questo inizio estate nell’emisfero boreale. Primati di temperatura massima per giugno in centinaia di località del Giappone, tra cui 36,4 °C a Tokyo (dati dal 1875) e, sabato 25, i 40 °C più precoci mai registrati nel Paese. Sempre roventi il Medioriente e l’Asia centrale, ma anche i Balcani e perfino la Scandinavia: nuovi record nazionali, sempre per giugno, di 48,2 °C in Turkmenistan, 40,4 °C in Croazia e 38,0 °C in Slovenia; incredibili i 31 °C presso Capo Nord in Norvegia e le minime “tropicali” (ovvero non inferiori a 20 °C) nelle città lungo il Baltico tra Finlandia ed Estonia, le cui acque 4 °C più calde del normale ostacolano il raffrescamento notturno dell’aria. In Alaska il tempo caldo e secco favorisce gli incendi, che mai in almeno un trentennio avevano bruciato una superficie di oltre 6.600 km2 già entro il 30 giugno. L’Europa occidentale si è invece rinfrescata a suon di temporali rovinosi: in Francia, tempesta di vento con 7 feriti in un campeggio giovedì a Belfort, e proprio a causa dei contrasti termici favoriti dalla canicola giugno ha registrato ben 206 mila fulmini, record per il mese in 33 anni di rilievi. Alluvioni-lampo con 19 morti in Afghanistan, e un’altra vittima in Carinzia (Austria) durante gli stessi nubifragi che mercoledì hanno colpito anche la vicina Carnia. Il moltiplicarsi di eventi estremi non frena però il negazionismo e le lobby che contrastano le politiche climatiche. La Corte Suprema degli Usa, a maggioranza conservatrice, ha negato all’agenzia di protezione ambientale Epa il potere di controllare le emissioni-serra delle centrali elettriche che nel 2011 le era stato conferito dal Clean Air Act. La facoltà di stabilire standard emissivi andrebbe dunque al Congresso, sottomesso tuttavia a pressioni delle aziende fossili, minacciando il già difficile percorso di decarbonizzazione della nazione che finora più ha contribuito al riscaldamento globale.