Specchio, 3 luglio 2022
Berlino è come l’Arca di Noè
Un cormorano ci osserva dall’alto di un cartello stradale mentre scivoliamo sull’acqua a bordo di un’imbarcazione. Navighiamo lungo uno dei canali nel centro di Berlino, a pochi metri dalla stazione centrale. Ma i rumori della città qui non arrivano, solo il fruscio delle onde rompe il silenzio. Sotto la campata di un ponte vicino un giovane airone cinerino non ci perde d’occhio. Ma non è intimidito. Gli ospiti siamo noi. «Quaranta anni fa non sarebbe stato così - spiega Derk Ehlert, responsabile del Comune per la fauna selvatica – ma poi questi aironi sono migrati volontariamente in città, si sono riprodotti e ora sono abituati alla nostra presenza».
Il giorno della natura
Il tour sulle acque della Sprea e i suoi canali, guidato da Ehlert, svela un altro lato della città, quello più autenticamente "selvaggio". A Berlino il 12 giugno scorso si è celebrato "Il lungo giorno della natura in città", 500 eventi in 28 ore, per mostrare che anche la natura ha un posto nella capitale tedesca. E non un posto qualunque. Con oltre 20.000 di specie diverse tra flora e fauna e il 40% di superficie verde, Berlino è un hotspot di biodiversità. Molte specie di insetti e di uccelli sono migrati spontaneamente negli ultimi anni dalla campagna verso la città, in fuga da campi cresciuti con fertilizzanti e pesticidi, racconta Ehlert.
Metropoli verde
«Indovinate quanti alberi abbiamo a Berlino?» dice Franziska Giffey, la sindaca socialdemocratica, arringando il centinaio di croceristi, cappellino e occhiali da sole, arrivati per scoprire il "wild side" di Berlino. Dal pubblico arrivano cifre a caso. «Sono quasi mezzo milione, circa 430.000» risponde con enfasi la sindaca, venuta per l’evento inaugurale di questa maratona verde. «E i parchi? Oltre 2400: questa è la nostra città», conclude con una punta di orgoglio, concedendosi un bell’incedere dialettale: «Jut, possiamo continuare». Pur con i suoi 3.8 milioni di abitanti Berlino è la città più verde della Germania e tra le più verdi in Europa. E gli animali ne fanno parte integrante. «Una metropoli come Berlino naturalmente non è un’Arca di Noè, ma va detto chiaramente che siamo molto più compatibili alla vita di quanto noi stessi immaginiamo», ci assicura Ehlert.
La volpe della Cancelleria
Alzi la mano chi ha vissuto più di sei mesi a Berlino e non ha mai visto una volpe almeno una volta. Poco probabile. Di notte osservare le volpi attraversare la strada da giardino a giardino è un’esperienza comune. Nel 2021 erano 1500 quelle che vivevano in città. «Ma guai a trasportarle nel bosco - avverte Ehlert - ormai hanno cambiato strategia di sopravvivenza, non sono più cacciatrici ma sono diventate per lo più raccoglitrici», anche se non disprezzano i coniglietti selvatici di cui i parchi cittadini abbondano. «Mangiano quello che noi scartiamo» e le vedi passeggiare da un contenitore di rifiuti all’altro. Sotto il ponte della Cancelleria ne vive una che per marcare il territorio rispetto alle colleghe fa una sporcizia di livelli tali che in Comune hanno organizzato un turno extra di pulizia proprio per lei. Ma nessuno si sognerebbe di cacciarla via. I ponti – e a Berlino ce ne sono 900 – sono habitat ideali per la fauna selvatica.
Davanti alla porta di casa
Costeggiando con la barca un vecchio complesso industriale, una centrale elettrica dei primi del novecento, si possono avvistare una coppia di gheppi, piccoli rapaci della famiglia dei falchi. Ma non sono gli unici rapaci in città, spiega l’esperto berlinese, con il cannocchiale al collo. Al mattino alla fontana del Nettuno, a pochi passi da Alexanderplatz, si può vedere regolarmente anche il falco pellegrino. E’ lì che ama cacciare. «Vedete? E’ questo il bello della nostra città – dice estatico - Non bisogna lasciarla per scoprire la natura. Tutto è davanti alla porta di casa». E poi naturalmente ci sono i piccioni, croce e delizia di ogni città europea. In nessun luogo sono particolarmente amati «ma per 7000 anni li abbiamo usati come email e ora non meritano la nostra insofferenza», spiega il responsabile della fauna selvatica del Comune, cercando invano la complicità dell’auditorio.
Rondini e rondoni
Lasciati i canali secondari e tornati sulla Sprea, sulla destra osserviamo il parco del castello di Bellevue, la residenza del presidente della Repubblica federale. E’ un posto tranquillo dove hanno trovato casa una coppia di gufi, una di civette, e tre coppie di poiane. Le si possono vedere cacciare il mattino presto. Ma a farla da padroni in questa stagione a Berlino sono rondoni e rondini. Le vedi al mattino e le rivedi la sera. Per 50 grammi di peso possono volare fino a 30-40 chilometri all’ora. Si nutrono di insetti e in questa stagione possono farne palle di 500 esemplari da portare nel nido per i piccoli. Anche i gabbiani, che una trentina di anni fa sono arrivati da Amburgo, sono molto attenti alla nutrizione della prole. «Se un gabbiano adulto mangia di tutto, anche le patatine fritte, siate certi che non le darà mai da mangiare ai suoi piccoli. Per loro cerca solo pesci, perché hanno le proteine necessarie per crescere», dice il nostro esperto.
"Non hanno paura di noi"
Mentre lasciamo Bellevue sentiamo il canto di un usignolo, ma non è una melodia lunga come quelle che si sentono a fine aprile, è una strofa corta, un paio di sillabe ripetute. «E’ una lezione di canto. In questa stagione i piccoli degli usignoli vengono sottoposti a lezioni estenuanti, senza sabato né domenica. Devono imparare entro l’estate, prima di mettersi in viaggio per il Sud». Costeggiando il parco del castello di Charlottenburg vediamo delle raffinate costruzioni in legno sulla riva. Sono tracce fresche degli habitat costruiti dai castori. I primi si sono trasferiti nel parco trent’anni fa, ora sono diverse le coppie che abitano qui. Il Nabu di Berlino, la principale organizzazione per la protezione della natura in Germania, fondata oltre un secolo fa da Lina Haenle, riceve costantemente chiamate di cittadini che osservano i castori e vorrebbero riportarli nella natura. «Ma loro stanno benissimo qui, è questa la loro natura e non hanno alcuna paura di noi», osserva Ehlert. Piuttosto siamo noi che dovremmo aprire gli occhi a una convivenza silente, troppo spesso ignorata. L’esperto ci racconta un episodio significativo: durante il lockdown del 2020 e 2021 il suo ufficio è stato tempestato da telefonate di cittadini che segnalavano avvistamenti di specie animali mai viste. Un signore ha telefonato per segnalare un insetto "stranissimo". I ranger della città sono andati a casa dell’uomo dove hanno trovato in balcone un comunissimo "bombo", della famiglia delle api. E’ la natura ad essere diventata estranea a noi, non noi a lei.