La Stampa, 3 luglio 2022
L’estate del liberi tutti
Prendi Spotorno: 3800 residenti, 15 mila turisti, una sola mascherina alle cinque del pomeriggio. E quel signore solitario sul lungomare, in bermuda da bagno e Ffp2 bianca, quasi si giustifica: «A me non dà fastidio, mi sono abituato. Anche se in molti mi criticano per questa scelta, io preferisco tenerla». Ecco come è andata: da quando non c’è più l’obbligo di usarla, ora si sente in colpa chi la usa ancora. È un mondo capovolto. Mentre i contagi crescono in maniera esponenziale e avanza l’estate dell’incertezza, il solo pronunciare la parola «covid» genera estraniamento, insofferenza, quasi un moto di disgusto. «Basta, davvero. Non se ne può più».
Le file degli ombrelloni sono tornate strette come ai vecchi tempi, al punto che si può tranquillamente leggere la settimana enigmistica dalla sdraio del vicino. «Questa è l’estate della vera ripresa, quella dell’anno scorso era ancora all’insegna della preoccupazione», dice il bagnino Francesco Vasadonne. «Sono tornati i turisti. È tornata l’allegria. Io non ci vedo niente di male nello stare senza mascherina qui sulla spiaggia, all’aria aperta. Quello che mi preoccupa sono i treni regionali e i mezzi pubblici. Sono sempre pieni, ma le mascherine sono una rarità e nessuno controlla». Mentre lo dice passa Totò «il cocco te lo dò», dal 1990 in partenza da Napoli per venire a fare qui la stagione: «Va tutto bene. Tanto del virus non ci abbiamo capito niente».
Spotorno è la prima spiaggia di ponente. È la prima spiaggia che incontrano i torinesi. Quella più vicina. Una delle più comode. Ciò che si vede qui non è soltanto la fine dichiarata dell’uso delle mascherine. Sono spariti i cartelli per il distanziamento, manca il sapone per disinfettarsi le mani. È il ritorno delle arachidi condivise, delle code per il krapfen «da Cesare dal 1937», degli Spritz passati a cerchio, degli abbracci e dei baci, dei balli e dei concerti. L’estate del 2022 è quella della fine della paura. Oppure è quella della grande rimozione. Presto si capirà.
«Io sono stato uno dei più ossessivi sull’uso della mascherina, persino adesso cerco di tenerla nei luoghi chiusi, ma vedo che anche gli stoici stanno cedendo. Forse è qualcosa che ha a che vedere con lo sfinimento. Non puoi pretendere uno stato di allerta continuo. Anche i rapporti sociali hanno a che fare con la salute delle persone». Il sindaco di Spotorno, Mattia Fiorini, è sicuramente titolato a parlare dell’argomento. Tre vaccini, due Covid: il primo a gennaio, il secondo due settimane fa. «Per fortuna, sempre sintomi lievi. Non posso ergermi a statistica, ma voglio dire che nel mio caso ne sono uscito abbastanza in fretta, con due giorni di febbre e raffreddore. Sappiamo che i contagi sono in aumento. Ma l’attenzione resta molto bassa su questo argomento. Come amministrazione locale noi rilanciamo la comunicazione del governo. Intendo dire che quando il governo faceva bollettini quotidiani, anche noi su Facebook aggiornavamo quotidianamente la situazione dei contagi, così come abbiamo sempre fatto campagne per la vaccinazione. Ma ora sta passando la nuova linea: non dobbiamo più preoccuparci. E tutti ci stiamo comportando di conseguenza».
Il barista Alberto Astolfi in servizio al Pole Pole, forse il locale più famoso per gli aperitivi, trova un altro modo per dire la stessa cosa: «La parola Covid è uscita dal vocabolario delle persone. Prima non sentivi parlare d’altro. Ora la gente non ci pensa più». Davanti alla chiesa della Santissima Annunziata, lanciano il riso agli sposi Elisa e Simone. Baci e commozione, giovani, bambini e nonni, tutti insieme nel budello del paese. Non si può dire che sia come il mondo di prima perché tutti sono passati attraverso questi due anni, e ognuno sta pagando il suo prezzo. Però adesso sembra un mondo refrattario alle notizie, chiuso. «La pagheremo a settembre», commenta una signora con la mascherina al polso sinistro. «I contagi aumentano. Ma quelli al governo hanno dato il via libera. È un mistero!».
Si preoccupano le persone anziane sedute all’ombra davanti alla chiesa, si preoccupa il solo uomo che abbiamo incontrato con la mascherina Ffp2 bianca sulla bocca: «Se può evitarmi qualche guaio, io la tengo. Che male faccio? Lo ripeto: mi sono abituato così». Eppure è tutta questa riviera, e forse è tutta l’Italia, ad aver cambiato atteggiamento. Non sono ancora chiare le conseguenze.
A Spotorno c’è una sola farmacia. «Facevamo 5 tamponi al giorno, adesso siamo a 15. Ma è soprattutto la vendita di tamponi fai da te a essere in aumento negli ultimi giorni» dice il dottor Andrea Zanella. E i vaccini? «Ne abbiamo fatti tantissimi. Adesso sono fermi». Entra una signora di mezza età: «Mi sento un po’ stanca, ho mal di gola e sono raffreddata. Non sarà mica?».