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 2022  luglio 03 Domenica calendario

Aperto il testamento di Leonardo Del Vecchio

Daniela Polizzi per il Corriere della Sera
Un impero fatto soprattutto di industria – tra EssilorLuxottica e Covivio —, ma anche di quote in istituzioni finanziarie come Mediobanca e Generali. È stato diviso in otto parti uguali, secondo il principio di equità e di valore della famiglia che erano nella cifra di Leonardo Del Vecchio, il fondatore di EssilorLuxottica scomparso il 27 giugno. Il 25% della cassaforte Delfin che era di proprietà dell’imprenditore (il resto in usufrutto) passa per metà alla vedova Nicoletta Zampillo e per metà a Rocco Basilico, figlio avuto dalla Zampillo dal precedente matrimonio con il banchiere Paolo Basilico.
Una suddivisione inattesa – il 25% doveva andare alla vedova – che vede così l’ingresso di un altro giovane nella compagine della holding lussemburghese che governa un impero che per la famiglia equivale a un valore di circa 30 miliardi, dei quali l’80% è rappresentato da Essilux. In pratica, a ognuno degli otto membri fa capo un patrimonio del valore di 3,75 miliardi.
Il resto del capitale della Delfin, in quote paritetiche del 12,5% a testa, andrà, come previsto e secondo un percorso già condiviso, a Claudio, Marisa e Paola Del Vecchio (figli della prima moglie Luciana Nervo), a Leonardo Maria (l’unico figlio di Nicoletta e di Del Vecchio), e a Luca e Clemente (avuti dalla compagna Sabina Grossi). Lo hanno comunicato ieri agli eredi i notai milanesi dello studio Zabban, Notari, Rampolla. Hanno letto le volontà dell’imprenditore che ha voluto includere tutti. In modo uguale. Perché anche Rocco è considerato della famiglia. Che nel capitale è rappresentata da due generazioni, con il primogenito Claudio che ha 65 anni e Clemente, il più giovane, che ne ha 18. Ieri è stata quindi definita la successione familiare. Per ora è un passaggio di consegne che non influenza la governance della holding lussemburghese Delfin. 
Del Vecchio non ha indicato chi dovrà prendere il suo posto di presidente di Delfin. Per sapere chi lo sostituirà nel board, e poi alla presidenza, occorrerà aspettare il consiglio, forse già domani,che integrerà il nuovo esponente. Secondo un percorso «ordinario», già previsto dallo statuto di Delfin. Con una sorta di «meccanismo automatico», i consiglieri della holding selezioneranno il membro all’interno della «lista degli osservatori», prevista dallo statuto della Delfin, nell’ambito di un’architettura di governance disegnata con grande precisione. Sarà il primo di quei nomi – una lista compilata da Del Vecchio con il cda e la famiglia – a prendere il posto di Del Vecchio nel board che, una volta al completo, nominerà il presidente.
Tutti gli indizi portano a Francesco Milleri, il manager più vicino al fondatore, con il quale ha condiviso il percorso di questi ultimi dieci anni. Milleri, classe 1959, nei giorni scorsi è già stato nominato presidente di Essilux, di cui è già amministratore delegato. È lui che ha contribuito a far crescere il gruppo fino a 21 miliardi di ricavi e a raggiungere una capitalizzazione di oltre 65 miliardi. Che la successione dei poteri sia ormai iniziata secondo uno schema ben preciso lo dimostra anche un’altra decisione presa dal board. Vale a dire la cooptazione come amministratore non indipendente di Essilux di Mario Notari, ordinario di diritto commerciale in Bocconi, che è già nel cda di Delfin.
Al nuovo presidente saranno trasferite le decisioni strategiche che aveva preso Del Vecchio. Anche quelle che hanno fatto salire Delfin e tutta la famiglia a bordo nel viaggio verso la finanza, con gli acquisti su Mediobanca e Generali. «Verrà portata avanti la voce di Del Vecchio», dice chi conosce bene la famiglia. Che sarà chiamata a votare con l’88% le decisioni chiave. Di fatto, all’unanimità.

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Mario Gerevini per il Corriere della Sera
Un riassetto senza rivoluzionare l’impronta familiare. L’ingresso di Rocco Basilico, 32 anni, nella lussemburghese Delfin, il sancta sanctorum dell’impero Del Vecchio, dà una piccola scossa, introducendo un cognome nuovo e abbassando l’età media. Ma mentre è ancora ufficialmente da sciogliere il nodo della presidenza, la regola azionaria del 12,5% resta sacra: otto soci tutti uguali, otto fette virtuali di una torta che vale 30 miliardi tra partecipazioni industriali, finanziarie e immobiliari (EssilorLuxottica, Generali, Mediobanca, Unicredit ecc).
Fa capo a Delfin, tra l’altro, anche La Leonina, considerata una delle più belle ville Belle Époque della Costa Azzurra. Proprio nella villa ha sede secondaria una società del Delaware del primogenito Claudio Del Vecchio.
Riusciranno a convivere pacificamente gli otto soci? Cioè i tre figli di Del Vecchio avuti con Luciana Nervo (Claudio 65 anni, Marisa 63, Paola 61), i due con Sabina Grossi (Luca 21 e Clemente 18), quello con Nicoletta Zampillo, sposata due volte (Leonardo Maria 27), il figlio di Zampillo nato dalla precedente unione con Paolo Basilico (Rocco, 32) e infine la stessa vedova. È di 47 anni la differenza di età tra il primo e l’ultimo rampollo del fondatore di Luxottica. Non sarebbe sorprendente se vi fossero visioni diverse sulle strategie: per esempio su come gestire le partecipazioni o sulla politica dei dividendi. La sintesi spetta al management che non a caso ha amplissimi poteri. Ma l’esperienza insegna che la convivenza di tanti rami familiari talvolta è un terreno minato. Per ridurre i rischi ci sono gli avvocati «preventivi». Così è stata costruita una meticolosissima impalcatura di regole. Lo statuto dà continuità alla gestione attuale, voluta da Del Vecchio e «ingabbia» i soci, cioè li costringe alla compattezza e alla quasi unanimità. D’altra parte, però, la regola dell’88% dei voti per modificare lo statuto e nominare (o revocare) un amministratore (atto fondamentale vista la centralità del board) rischia di ingessare la società. Basterebbe infatti che uno solo degli otto azionisti si mettesse di traverso con il suo 12,5% per bloccare delibere di quel tipo. È così? Probabilmente nelle prossime settimane si chiariranno molti aspetti della governance post-Leonardo.