Corriere della Sera La Stampa la Repubblica Messaggero, 3 luglio 2022
Tutto sul matrimonio tra Francesca Pascale e Paola Turci
Micol Sarfatti per il Corriere della Sera
Il giorno «meraviglioso» di Paola e Francesca è iniziato in silenzio ed è finito tra applausi e commozione. Turci, 57 anni, e Pascale, 37 anni il prossimo 15 luglio, si sono dette «sì» a Montalcino, in provincia di Siena. Fino a pochi giorni fa la notizia della loro unione civile non era mai trapelata. Le due spose sono riuscite a mantenere il massimo riserbo (quasi) fino all’ultimo. Anche i montalcinesi sono stati colti di sorpresa. Nessuna misura di sicurezza speciale. In paese il pensiero è più al Palio di Siena che all’unione civile dell’anno. La seconda, dopo Eva Grimaldi e Imma Battaglia, tra due donne note. Un evento significativo per i diritti civili, sigillato proprio nel giorno della parata del Pride.
La mattinata, calda e assolatissima, nella località del Brunello scorre tranquilla. «Da queste parti di matrimoni ne abbiamo visti tanti», commenta un ristoratore, «stranieri, personaggi noti, uno in più non cambia niente. Ci si viene a sposare qui perché ci sono castelli bellissimi».
Qualcuno si dice perplesso per la scelta della location del ricevimento voluta dalla cantautrice e dall’ex compagna di Silvio Berlusconi: il castello di Velona. «Meraviglioso, ma forse un po’ piccolo». È un boutique hotel – una trentina di camere extra lusso, dai 700 euro ai 6.000 euro a notte, fonte termale e produzione di vino interne – arroccato su una collina punteggiata di cipressi. Improvvisamente però somiglia a una fortezza inespugnabile. «Oggi la struttura è riservata, non facciamo entrare nessuno», spiegano i responsabili.
Qualche curioso inizia ad assieparsi davanti a palazzo dei Priori, sede del vecchio municipio, intorno alle 16, mentre il fiorista Michele Giannetti decora l’ingresso e la sala. Spirali di rose bianche, ortensie e fiori di curcuma. Nessun bouquet tradizionale, ma bottoniere floreali appuntate agli abiti delle spose. «Paola e Francesca hanno suggerito dei colori, poi mi hanno lasciato campo libero. Sono contente del risultato», dice Giannetti.
A dirigere il traffico della piazza del municipio tre vigili urbani, nessuna transenna e una ventina di curiosi, locali, ma anche stranieri. «Si sposa l’ex compagna di uno dei presidenti del Consiglio italiani», spiega una signora a una turista spagnola. Alla cerimonia sono invitate circa 30 persone, niente volti noti, solo parenti, amici intimi delle spose e Andrea Francini, sindaco di Trequanda: la località, tra Val d’Orcia e Crete Senesi, dove Francesca Pascale si è trasferita, poco dopo la rottura con Berlusconi, con il sogno di aprire un’azienda agricola per la coltivazione di cannabis legale in cui impiegare donne uscite dal carcere.
Puntuale, poco prima delle 17, arriva l’officiante: il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli. «È uno dei tanti eventi che celebriamo qui, è bello poter fare felici le persone nel rispetto della norma», dice. «Ho incontrato Francesca un mese e mezzo fa e sono stato lieto di rendermi disponibile. Dovremmo dare alle unioni civili tra persone dello stesso sesso un contorno di normalità più che di eccezionalità. Solo così si abbattono le barriere».
Da una Jaguar, scendono finalmente le spose: sorridenti, molto emozionate, tutte e due in bianco. Pascale in tailleur pantalone di Fendi, Turci in tuta scollata di Alberta Ferretti. Si tengono forte la mano. La cerimonia dura mezz’ora, inizia con le note di «Is this love» di Bob Marley, vengono letti gli articoli 11 e 12 della legge 76/2016. Per tre volte, dalla sala comunale, arrivano applausi. Paola e Francesca, che hanno come testimoni la prima un amico e la seconda la sorella Marianna, si promettono amore con un: «Ci siamo scelte». All’uscita sono raggianti e commosse, prima di risalire in macchina dicono solo: «È una giornata meravigliosa». Per il sindaco Franceschelli «è stata l’unione più emozionante degli ultimi 10 anni, si è visto un sentimento vero».
I curiosi, nel frattempo, si sono moltiplicati, applaudono Paola e Francesca e gridano: «Brave, siete bellissime». I messaggi di odio in rete della vigilia sembrano un ricordo lontano. Un signore di 75 anni, con gli occhi lucidi, dice: «È bello vedere come le cose cambino». Gli ospiti, molti in bianco, nel rispetto del dress code chiesto dalle spose, si fanno aria con ventagli arcobaleno, mentre si muovono verso il castello di Velona. Qui degusteranno una cena vegana seduti ad una lunga e unica tavolata. Poi, ovviamente, tanta musica.
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Giuseppe Salvaggiulo per La Stampa
«Attenti alle ortensie!». Mezzogiorno di fuoco nella saletta duecentesca del Palazzo dei Priori di Montalcino. Mancano cinque ore al matrimonio (tecnicamente unione civile, ma insomma) tra Francesca Pascale e Paola Turci. E Michele Giannetti, pirotecnico fiorista cittadino, freme per la tenuta delle sue composizioni. Per fare aria si spalancano le finestre su piazza del popolo.
«Due giorni fa – racconta – mi arriva una telefonata: "Buongiorno, sono Francesca". E a me è venuta la tremarella». Richieste delle spose: «Prevalenza di base bianca e uso dei colori pastello. Il resto l’ho fatto io, spaziando dal verde acido al rosa, con gradazioni soft compatibili con gli arredi della sala, color terra di Siena».
Effetto Monet
Per organizzare tutto in 18 ore, Michele ha chiamato a raccolta mezzo paese. Dalla gelataia e consigliera comunale di Italia Viva Stefania Platini, il cui babbo è biscugino del fuoriclasse juventino, al proprietario del concorrente "Fiori per te" di San Quirico D’Orcia. Tutti a dare una mano fino alle tre di notte.
Per la Eden Flower una pubblicità memorabile. Apparato floreale imponente, considerati gli angusti spazi: una stretta e buia scala con 35 gradini, un’anticamera, l’ufficio del sindaco riattato per la cerimonia, non più di 30 metri quadri. «Curcuma bicolore, lisianthus, rose, limonium, ruscus, pitosforo, gypsophila, waxflower e l’altro non lo ricordo, madonna fino a stasera mi si fa un Tso», sacramenta Michele al terzo sorso di coca cola.
Al caffè enoteca Il Leccio si sta come al derby in tribuna d’onore. In città ingresso vietato ai non residenti, vigili urbani (quattro) mobilitati. Celebra il sindaco Silvio Franceschelli. Amico fraterno di Enrico Letta, uno zio prete, rieletto con oltre l’80%. Non avendo avversari, se l’è trovato da solo chiedendo la cortesia a un amico. Contattato dalle spose un mese fa, avrebbe preferito astenersi per la concomitanza con il Palio di Siena. Ma non ha potuto, perché in fondo questo matrimonio è diventato un fatto politico, dopo gli insulti omofobi piovuti sui social. «Lo sai che siamo la notizia più cliccata sul web?», diceva a Letta l’altro giorno.
Le spose hanno voluto una cerimonia sobria. Niente agenzie milanesi, wedding planner, sovrastrutture, effetti speciali. Arrivano insieme con un quarto d’ora di ritardo a bordo di un suv jaguar bianco da commercialista. Mano nella mano. Gli applausi della piccola folla sui balconi sovrastano "Is this love" di Bob Marley. Musica arrivata sul cellulare del fiorista direttamente dal contatto Francesca&Paola e amplificata dall’altoparlante prestato dal barista.
Richiesto un total look white. Splendide e in bianco esse stesse: Francesca in una reinterpretazione femminile dello smoking con blazer e panciotto Fendi di crêpe satin di seta, pantalone fluido e sandalo flat gioiello; Paola in tuta di lino smanicata Alberta Ferretti con collo all’americana e décolleté ai piedi. Per Francesca taglio di capelli cortissimo alla garçonne, orecchino e bracciale catena, smoky eyes; make up leggero senza gioielli per Paola. Nessun bouquet, solo boutonnière rosa all’occhiello per entrambe.
Paola timida, un passo indietro. Francesca che sfida la folla, sorride, ti guarda negli occhi, pienamente nel ruolo politico: «Una giornata importante», scandisce prima di percorrere la scalinata del municipio, calpestando vistosamente pregiudizi e petali di rose bianche.
Nella lista dei 64 invitati una decina di parenti. Nessun vip o presunto tale. A tutti in omaggio un ventaglio arcobaleno come il collare di Cielo, il meticcio che accompagna Marianna, sorella e testimone di Francesca. Testimone di Paola un amico.
Cerimonia di mezz’ora, interrotta da tre applausi. Il più fragoroso per i discorsi delle spose che si scambiano «parole di vero amore». Parla più a lungo Paola: «Ci siamo scelte, è un giorno meraviglioso». Il resto lo dicono le lacrime. Pare commosso persino il sindaco (e non perché del Pd): «Celebro sessanta matrimoni l’anno e in un decennio è stato il più emozionante, tra persone felici che si vogliono davvero bene». Il suo regalo una magnum di Brunello 2014.
«Cerimonia bellissima», «Amore estremo», singhiozzano gli invitati all’uscita. Anche le ortensie hanno retto caldo ed emozioni.
«We said yes», il post con selfie delle spose scattato in auto, alla volta del Castello di Velona che ospita il ricevimento. Mura medievali, tre ristoranti stellati, piscine termali con acqua dalle viscere del monte Amiata, suite nuziale da 6mila euro a notte, 15 ettari di parco con uliveti e vigneti, tramonto con vista indimenticabile a 360 gradi sulla val d’Orcia. Berlusconi se ne invaghì vent’anni fa, ma rinunciò all’acquisto dopo un sopralluogo finito a parolacce con gli abitanti del paese, che non ne gradivano la presenza. «Tre individui in vena di volgarità», minimizzò. Francesca Pascale, dopo la fine della relazione con il Cavaliere, si è stabilita qui vicino, a Trequanda.
In cucina lo chef Riccardo Bacciottini, arrivato dal NOMA di Copenhagen, pluripremiato ristorante migliore del mondo. Menu confacente all’ortodossia vegana delle spose: cera d’api, uva spina erbette spontanee perle di tapioca; kelp cotto in aronia, finocchietto, sambuco e yuzu. Tra le poche eccezioni creative lo scampo scottato.
Tavolata unica, tovaglia seppiata, un tulipano bianco come segnaposto. Centrotavola con spighe e girasoli, ispirati all’estate. Luci sospese, neon colorati. Cambio di abiti. Quartetto d’archi, prima che Paola intoni a cappella "Tu sì ’na cosa grande". Brunello nei bicchieri. E confetti delle spose, in una notte finalmente meno buia.
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Viola Giannoli per la Repubblica
“We said yes”, abbiamo detto sì. Sono da poco passate le sei e la prima foto la posta Paola Turci, seduta nella Jaguar bianca mano nella mano con Francesca Pascale, sua moglie da venti minuti. Due sorrisi splendenti, la colonna sonora di Bob Marley in sottofondo, la stessa suonata all’arrivo dell’auto e nella sala del Comune di Montalcino: “Is this love”. E stavolta non è una domanda.
«È il giorno più bello della mia vita », dice l’ex showgirl napoletana a lungo compagna di Silvio Berlusconi, capelli corti, giacca e pantaloni bianchi di Fendi, sandalo gioiello. «È una cosa meravigliosa», risponde la cantautrice, capelli sciolti, in unajumpsuit di Alberta Ferretti con decolleté a punta, tutta bianca anche lei.
È il “total white” la scelta del dress code di questo matrimonio che in realtà matrimonio non è perché la legge consente solo unioni civili tra due persone dello stesso sesso e che però il sindaco dem di Montalcino, Silvio Franceschelli, non fa fatica a definire «la cerimonia più emozionante che abbia mai celebrato da dieci anni in qua: un sentimento vero, due persone che si vogliono bene e che lo hanno espresso nei loro discorsi commoventi. Benvenute, ho detto loro, siamo felici di ospitarvi qui e vi auguro una vita insieme».
Erano arrivate alle 17.20 in una rovente via Matteotti Turci e Pascale, insieme e in ritardo come quasi tutte le spose. Bianche loro, bianca la Jaguar, bianchi i petali di rosa sparsi a terra nel vecchio palazzo del municipio, nel centro storicodi Montalcino. «È stata Francesca a scegliere i fiori — racconta il fioraio del paese, Michele Giannetti — Mi ha chiamato all’ultimo, venerdì mattina, abbiamo lavorato senza sosta per 24 ore. Ha voluto un allestimento semplice con rose, lishiantus, ortensie, fiori di curcuma e vax flower, nella sala del Comune e all’occhiello di spose e testimoni». Per Pascale c’era la sorella Marianna, per Turci un amico. E con loro una lista di altri 62 invitati (main Comune sono andati in trenta) tra genitori, cugini, nipoti e amici intimi, nessun vip, ma personal trainer, produttori discografici, giovani cantautrici, stylist, imprenditori, guru dei programmi di moda, make up artist. Quasi tutti in bianco anche loro.
Pochi i tocchi di colore, e di politica, tranne nel ventaglio color arcobaleno sventolato dagli ospiti come la bandiera dei diritti Lgbtq+. Le polemiche del giorno prima, gli insulti social («Lesbicona», aveva scritto un hater a Paola Turci; «Ignoranza, omofobia, cattiveria e infelicità in una sola frase», aveva replicato la cantante) sembrano lontani anni luce dalla festa voluta proprio nell’anniversario del loro “debutto” al Napoli Pride.
«È stato bellissimo — dice la mamma di Paola — Non potrei essere più felice di così». E poi via, tutti sui van, con la magnum di Brunello del 2014 donata dal sindaco, verso il Castello di Velona, resort extralusso affacciato sulla Val d’Orcia e nato in un maniero trecentesco completamente restaurato con terrazze panoramiche, piscine e suite fino a 6 mila euro per notte su cui, ironia della sorte, pure Silvio Berlusconi aveva messo gli occhi per acquistarlo. È lì che sono andati in scena l’aperitivo in piedi con champagne e finger food musicato da un’orchestra di violiniste e la cena con menu prevalentemente vegano preparata dagli chef Riccardo Bacciottini (che ha nel curriculum un’esperienza al Noma di Copenaghen) e Giuseppe Alfano: cera d’api, uva spina, erbette spontanee, perle di tapioca; kelp cotto in aronia, finocchietto, sambuco e yuzu; scampo scottato. Un unico lunghissimo tavolo color sabbia con fiori bianchi, bolle di vetro sospese in aria e accompagnamento jazz.
Poi brindisi, applausi, pochi video e foto postati sui social, come hanno c hiesto le spose per una cerimonia che doveva restare riservata almeno fino al “sì”, due anni dopo quella foto rubata di un bacio, durante la vacanza in barca che rese pubblico il loro grande amore.