Robinson, 2 luglio 2022
L’arte di scrivere sulla sabbia
Ogni tanto d’estate qualche politico si mette a scrivere sulla sabbia. Nel linguaggio figurato l’espressione equivale a esprimere un pensiero destinato all’oblio, ma forse solo in Italia può accogliersi in senso letterale, quindi veramente succede di vedere i leader accucciati o ginocchioni, comunque intenti a vergare parole in spiaggia, come da opportuna documentazione fotografica, filmica e da qualche tempo anche social.
Gli ultimi risultano essere stati Grillo e Salvini. Nel 2018 l’Elevato a cinque stelle diffuse un video in cui si vedeva con maglietta e pantaloncini neri sulla spiaggia di Ventimiglia.
Dinanzi a lui spiccavano misteriosi geroglifici, per lo più a base numerica, come del resto esplicitava la didascalia: “I conti del presidente”. Nulla di più e nulla di meno. L’interpretazione della scenetta fu che lo sforzo aritmetico avesse a che fare con le eventuali maggioranze che di lì a poco si sarebbero potute combinare in Parlamento. Ma in modo se possibile ancora più criptico, nel video di colpo Grillo si alzava in piedi e con un salto a piè pari piombava su quei conti cancellandone il vano computo mentre partiva la colonna musicale, invero un po’ retrò, Legata a un granello di sabbia di Nico Fidenco.
Molto più semplice, due anni dopo, la performance di Salvini che si fece fotografare sul bagnasciuga davanti a una scritta di macroscopica, affettuosa e onnicomprensiva genericità: «Vi voglio bene!», con cuoricione. Il maestro di Salvini, d’altra parte, e cioè Umberto Bossi, nell’agosto del 1994 venne ripreso dalle telecamere in uno stabilimento della Costa Smeralda mentre, con un bastoncino, dava vita a enigmatici schemini densi di freccette, cerchi, triangoli, ascisse e tratteggiamenti. Indossava una canotta da lui stesso definita “popolana”. Aveva passato la notte a Villa La Certosa, ospite del Cavaliere, che gli aveva ancheprestato il pigiama.