la Repubblica, 2 luglio 2022
Intervista a Tommaso Zorzi
«Quella di Andrea Pucci è una battuta inaccettabile, offensiva e gratuita. Per questo ho scritto su Instagram, perché la battaglia per i diritti comincia rispondendo a chi ti offende». Tommaso Zorzi, 27 anni, influencer e conduttore, ha replicato al comico che nel suo spettacolo lo ha tirato pesantemente in ballo per l’omosessualità: “I tamponi se sei fortunato te li fanno in una narice, se sei uno stronzo in due, se sei ancora più stronzo in gola, se sei Zorzi in c*lo”. Una bufera sui social, pioggia di critiche. Lapidario il tweet della sorella di Tommaso, Gaia: “Io fino a oggi non sapevo manco chi fosse Andrea Pucci e sinceramente stavo meglio così”.
Vincitore del Grande fratello vip nel 2021 e conduttore – dopo Drag race Italia presenta Tailor made, talent sulla sartoria di Discovery + – Zorzi (che riceverà a Bari il premio Magna Grecia come conduttore emergente) ha sempre parlato con serenità della sua vita privata e del legame col compagno, il ballerino Tommaso Stanzani.
Che è successo?
«Ho saputo da un’amica che nel suo show Pucci ha fatto una battuta volgare su di me. Nessuno può offendere una persona per l’orientamento sessuale».
La battuta è orrida. Che pensa in genere della comicità?
«Se in diretta fai uno scivolone e dici la frase sbagliata, ci sta. Ma Pucci fa uno spettacolo, è un testo scritto. E la cosa più grave è che le risate faranno bene all’omofobia latente. Siamo nel 2022 e ancora battute su come fanno sesso i gay? Dietro la comicità non può passare tutto. Sono fan di Ricky Gervais, che non risparmia nessuno: ma è intelligentissimo, un fuoriclasse, il Leonardo da Vinci dei comici. L’offesa personale non può passare. E sono fortunato».
In che senso?
«A casa ho qualcuno con cui parlare. Ma se sei solo la mortificazione ti resta appiccicata addosso e fa male. Io contro te e il pubblico che applaude: agghiacciante».
È stato bullizzato da piccolo?
«Non sono mai arrivati alle mani, ma sì. A scuola. Per questo mi arrabbio se non rispettano le persone. La risatina dietro le spalle ti fa sentire sbagliato, ti senti giudicato. Sullo scuolabus, in classe, a ricreazione, lo sai: stanno parlando di te. Anche se dicono le cose in faccia è dura, da bambino non hai gli strumenti per replicare».
Coi social l’insulto è pubblico.
«Si ferisce con l’idea di essere impuniti. Invece no, bisogna denunciare, sappiamo che fine ha fatto ilddl Zan, ma abbiamo altri strumenti. Non ci sto a farmi insultare. La libertà è uguale per tutti: rispetto gli altri e pretendo lo stesso. Quando poi beccavo quelli che mi insultavano alla mediazione con gli avvocati, mi si stringeva il cuore: raccontavano i propri drammi. Ma non mi impietosisco più, ci potevano pensare prima di scrivere: “Spero che ti venga l’Hiv, crepa finocchio di merda”. Basta. Siccome faccio un lavoro pubblico puoi offendermi? Mi difendo. Virtuale è reale, le parole hanno un peso».
Il rapporto con la tv?
«È un mezzo di cui sono innamorato, mi piacciono i programmi che hanno lasciato il segno: Telefono giallo con Corrado Augias. Sto sempre su RaiPlay a scoprire cose e ritrovo Raffaella Carrà, regina degli show e grande donna che ha fatto tanto per la comunità Lgbt. Garbo raro».
Maurizio Costanzo ha creduto subito in lei: com’è andata?
«Colpo di fulmine al suo show, poi insieme in radio. Con lui hai la sensazione di parlare con un pezzo di storia della tv».
Cosa sogna?
«Un late show. Non sono ingordo, le cose vanno fatte bene. Devo crescere. Sono contento di rifare il talent sull’arte drag. Molte queen sono comiche con un vissuto da vittime, combattenti che si sono create dal nulla. Le ammiro».
Oggi è felice?
«Sono stato fortunato a incontrare Tommy, è di una bontà rara ed è sempre di buonumore, non a caso è di Bologna. Amo l’Emilia Romagna, sono per metà emiliano, lo è mamma, lei e Tommy hanno un rapporto incredibile. Sono felice, lui vive a Milano lontano dalla famiglia e ha un punto di riferimento».