Anteprima, 6 giugno 2022
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Biografia di Liliana de Curtis
Liliana de Curtis (1933-2022). Unica figlia di Totò (1898-1967). «Liliana Focas Flavio Angelo Ducas Comneno de Curtis di Bisanzio Gagliardi, nata a Roma, quella sfilza di cognomi aristocratici ereditati dal padre li ha sempre portati con la grazia e la leggerezza di chi conosce la differenza tra le cose che contano e quelle che restano sulla carta. Fu battezzata Liliana per ricordare Liliana Castagnola, attrice che aveva amato follemente suo padre e si era suicidata per lui. Sua madre invece era Diana Rogliani, che nel 1951 aveva ispirato a Totò la celebre canzone Malafemmena. Suo padre fu il vero “grande amore di Liliana e lei fu il più grande amore per il babbo”, ha commentato Antonello Buffardi de Curtis, figlio di Liliana e del produttore Gianni Buffardi. Un amore protettivo e possessivo, al punto tale che l’attore non la mandò a scuola e la fece studiare in casa con precettori privati, proprio come nelle famiglie nobili d’antan. Ma fu anche un amore tenerissimo e struggente. Ogni sera tornando a casa Totò si nascondeva un sacchetto di gianduiotti all’interno del cappotto. E quando Liliana lo abbracciava sentiva quella specie di gobba. Allora cominciava a frugare finché scopriva la sorpresa. Diventò un pezzo di teatro dei sentimenti, che padre e figlia continuavano a recitare tutte le sere» [Niola, Rep]. «A causa di un padre artisticamente ingombrante, solo all’età di 60 anni decise di salire sul palco e provare l’emozione della recitazione, con lo spettacolo Pardon Monsieur Totò, liberamente tratto dal libro autobiografico Siamo uomini o caporali? scritto dallo stesso Principe della risata. Le prime esperienze da attrice cinematografica risalgono al 1940, quando partecipò al film San Giovanni decollato, di cui era protagonista Totò, e nel 1954 al film Orient Express di Carlo Ludovico Bragaglia. Avrebbe voluto intraprendere la carriera attoriale, “ma papà, che era tanto geloso e conosceva bene l’ambiente dello spettacolo, non mi diede mai il permesso di recitare”. Alla memoria di Totò aveva poi dedicato libri biografici, tra cui Malafemmena» [Costantini, CdS].