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 2022  luglio 01 Venerdì calendario

Morire di lavoro. I dati

Si fa sempre più drammatico il bollettino quotidiano degli incidenti sul lavoro che, stando ai dati diffusi ieri dall’Inail, nei primi cinque mesi del 2022 sono stati 323.806, con un aumento del 47,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e addirittura del 71% per la sola componente femminile. Un dato, quest’ultimo, legato all’impennata del 134,4% degli infortuni nel comparto Sanità e assistenza sociale che, storicamente, vede una rilevante presenza di operatrici.
A questa terribile contabilità, anche ieri, si sono aggiunti i nomi di altre vittime. A Roma un operaio di 48 anni ha perso la vita precipitando da un ponteggio durante lavori di ristrutturazione di uno stabile. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. A Mesagne, in provincia di Brindisi, un operaio 29enne ha riportato diversi traumi per il crollo di un muro di una villetta dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Complessivamente, stando al report dell’Inail relativo al periodo gennaiomaggio 2022, i morti sul lavoro sono stati 364, 70 in meno rispetto al 2021, con un calo del 16,1%. Diminuzione, precisa l’Istituto, che riguarda soltanto la componente maschile (passata 390 a 317 casi), mentre tra le lavoratrici i casi di incidente mortale sono aumentati: da 44 a 47.
Sulla diminuzione delle morti sul lavoro, i “numeri”, però, non concordano per tutte le fonti. Secondo l’Osservatorio nazionale morti sul lavoro di Bologna, che dal 2008 tiene la contabilità delle vittime, i morti sui luoghi di lavoro sono già 380, di cui 81 soltanto nell’ultimo mese. Periodo che, però, non è considerato nel rapporto dell’Inail che, inoltre, tiene la contabilità degli incidenti ai propri assicurati, che non ricomprendono la totalità dei lavoratori italiani.
Anche secondo l’Osservatorio sicurezza Vega di Mestre, in provincia di Venezia, non soltanto le vittime del lavoro non sono in diminuzione, ma farebbero segnare addirittura un aumento del 166% rispetto al 2021. «Il decremento della mortalità sembrerebbe un dato importante e confortante – sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio veneziano – ma tale variazione è fortemente “contaminata” dalla quasi totale assenza dei decessi per Covid nel 2022 rispetto al 2021: lo scorso anno infatti, nel primo quadrimestre, gli infortuni mortali per Covid erano 210 su 306. Quest’anno sono solo 6 su 261. Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono passati dai 96 del 2021 ai 255 del 2022, con un eclatante e drammatico incremento del 166%. Questo dato, stimato e non preciso a causa delle modalità con cui vengono realizzate le statistiche e validati i dati – aggiunge Rossato – evidenzia la rilevante differenza del peso del fenomeno Covid tra il 2021 e 2022, spiegando la diminuzione degli infortuni mortali di quest’anno».
Un dato «sicuramente positivo» per Angelo Colombini, segretario confederale della Cisl. «Ma non può essere di certo sottostimato – aggiunge – il fenomeno delle tante mancate denunce da parte dei lavoratori precari, come anche dei lavoratori che non rientrano tra la popolazione assicurata Inail, così anche in base alle molte patologie che ancora non vengono riconosciute»