ItaliaOggi, 30 giugno 2022
Dritte per un soggiorno a Berlino
I turisti italiani tornano a Berlino, pronti ad affrontare un’estate imprevedibile, si passa in un giorno da 37 gradi a 17, e l’aria condizionata è quasi inesistente. Perché non scegliere di passare la vacanza nel passato? Gli alberghi moderni, di lusso o a buon prezzo, sono quasi tutti uguali. Quando ti svegli, fatichi a capire dove ti trovi. A Praga o a Los Angeles. Perché non scegliere un piccolo albergo che abbia conservato l’atmosfera del passato? Diventano sempre più rari.
L’Hotel Pension Funk di Berlino ha appena due stelle, è economico, ma vi ospita nell’appartamento lussuoso dove visse Asta Nielsen (1881-1972), l’attrice danese, che era chiamata la Duse der Kinokunst, dell’arte cinematografica, la diva del cinema muto.
Si trova in pieno centro, nella Fasanenstrasse 69, una delle più belle strade della capitale, in un palazzo del 1894. Asta Nielsen giunse a Berlino nel 1912, alla fine della Belle Epoque, suo padre era un fabbro che morì quando lei aveva 14 anni, la madre una lavandaia, si può capire il suo desiderio di vivere nel lusso.
Scelse l’appartamento al primo piano, al belle étage, al piano nobile, sette camere arredate con mobili d’antiquariato, e tappeti persiani. Aveva al suo servizio un maggiordomo, una governante, un autista, una cuoca, una segretaria e una cameriera. I soffitti sono alti oltre quattro metri. Per avere un’idea, all’epoca, l’affitto di un appartamento come quello di Asta arrivava a seimila marchi all’anno, quattro volte il salario di un operaio, il doppio dello stipendio di un professore.
La diva riceveva artisti, colleghi, politici. Quando arrivò il sonoro, lasciò il cinema per il teatro, che a Berlino era all’avanguardia grazie a registi e attori ebrei. Dopo l’avvento al potere di Hitler nel ’33, cominciarono a emigrare all’estero.
Asta fu chiamata un giorno da Joseph Goebbels che la invitò al ministero della propaganda. La diva prese un tè con il Führer, che le offrì di dirigere una casa di produzione cinematografica, e tutto il denaro che avesse desiderato. Voleva conquistare la diva che anche a 50 anni, era ancora un mito internazionale. Lei rifiutò, non avrebbe mai lavorato per i nazisti, e nel ’37 tornò in patria, in Danimarca.
La Fasanenstrasse fu risparmiata dalle bombe. Dopo la guerra, le due sorelle Funk aprirono nell’appartamento una pensione. Il nuovo gestore, dal 1991, ha conservato l’arredamento, ha comprato altri mobili liberty, e ha trovato tappezzerie autentiche degli Anni Trenta, e ha aggiunto l’appartamento contiguo, dove aveva abitato il pilota della Grande Guerra Ernst Udet, solo il Barone Rosso vinse più duelli aerei di lui. Nel ’41, si tolse la vita a 45 anni.
La pensione ha ora 14 camere, e un grande salone per la colazione, bisogna prenotare per poter trascorrere qualche giorno negli Anni Venti o Trenta, come nella pensione che ospitò Chistopher Isherwood, l’autore di Good bye Berlin, da cui fu tratto il musical e poi il film Cabaret. Si trovava poco lontano, nella Nollendorfstrasse al numero 17, come ora ricorda una lapide all’ingresso. Ma aveva solo quattro camere, e la padrona, Frau Lina Schröder, dormiva dietro un paravento nella sala della colazione.
Sull’altro lato della strada, di fronte alla Pension Funk, si trova la Literatur Haus, ospitata in una grande villa di prima della guerra. Vi si può fare colazione, o pranzare, prendere un tè e gustare una fetta di torta, leggendo uno dei giornali a disposizione dei clienti, come si usava un tempo a Vienna o a Torino o a Milano. L’appartamento di Asta Nielsen viene spesso usato per girare film storici, o per servizi di moda. Ha ospitato le top model Kate Moss e Claudia Schiffer.
Se non trovate posto alla Pension Funk, potete provare all’Askanischer Hof, poco lontano, sedici camere, al primo piano nella Kunfürstendamm 53. Era l’albergo di Kafka che vi soggiornò nel 1913 ma, come diceva De Crescenzo, è un falso autentico. Si trovava in un altro quartiere e fu colpito dalle bombe, e ha conservato il nome. I mobili antichi sono autentici, ed era la pensione preferita da Helmut Newton, nato a Berlino nel 1920, che in una stanza scattò la famosa foto di Charlotte Rampling, nuda, seduta su un tavolo.