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 2022  giugno 30 Giovedì calendario

Biografia di Cassidy Hutchinson

Difficile dire se la testimonianza resa martedì da Cassidy Hutchinson davanti alla Commissione che indaga sull’assalto al Congresso di un anno e mezzo fa spingerà il ministero della Giustizia a incriminare Donald Trump. Del resto elementi penalmente rilevanti nel comportamento dell’ex presidente erano già emersi in passato, a partire dalla telefonata (registrata) nella quale chiese al segretario di Stato della Georgia di trovargli 11.780 voti: cioè di truccare i risultati delle presidenziali, vinte in questo Stato del Sud da Biden con uno scarto, appunto, di oltre 11 mila voti.Ma il candore e la freschezza di questa giovane collaboratrice del team di Trump, una donna di provata fede conservatrice ben nota a molti parlamentari repubblicani, potrebbero pesare sull’immagine di The Donald, sulla sua credibilità come candidato per il ritorno alla Casa Bianca, anche in assenza di procedimenti giudiziari a suo carico.
Il Washington Examiner, una testata conservatrice, ieri commentava i retroscena raccontati dalla Hutchinson definendo Trump una disgrazia per la destra e sollecitando il partito repubblicano a selezionare, per le presidenziali del 2024, uno dei tanti giovani candidati migliori di The Donald a disposizione del fronte conservatore.
Ma chi è questa Cassidy Hutchinson? 26enne del New Jersey, dinamica e ambiziosa, laureatasi nel 2019 in Scienze politiche quando era già stata una stagista per il deputato repubblicano Steve Scalise e aveva assistito il senatore del Texas Ted Cruz, Cassidy era nello staff della Casa Bianca fin dal 2018. Lavorò per un po’ nell’ufficio legislativo e poi, nel 2020, il capo di gabinetto Mark Meadows la volle, allora 24enne, al suo fianco come prima assistente. In questo ruolo Cassidy partecipava alle riunioni più delicate, aveva un ufficio nella West Wing della Casa Bianca a fianco a quello del vicepresidente Mike Pence e a dieci metri dallo Studio Ovale.
La Hutchinson, che volava con il presidente sull’Air Force One ed era sempre nel backstage dei suoi comizi insieme ai figli di Trump, ha vissuto in presa diretta gli ultimi, disastrosi mesi del suo regno. Ha visto e sentito tutto, ha preso appunti. Nei mesi scorsi aveva già reso oltre 20 ore di testimonianza davanti alla commissione parlamentare. Una deposizione particolarmente preziosa, visto il rifiuto di Meadows e di altri consiglieri di Trump di sottoporsi alle domande.
L’audizione di martedì ha aggiunto altri elementi penalmente rilevanti. Se confermati nelle prossime settimane attraverso verifiche incrociate, tutto ciò potrebbe creare seri problemi legali a Trump: rischi penali dei quali l’allora presidente era stato più volte avvertito da Pat Cipollone, uno dei legali della Casa Bianca. Trump è consapevole dei rischi e ieri, durante la testimonianza della Hutchinson, ha sparato a zero su di lei dalla sua piattaforma digitale, Truth Social: «È una bugiarda e una truffatrice, so a malapena chi è. Non è vero che ho cercato di obbligare l’autista dell’auto presidenziale a portarmi dai manifestanti davanti al Congresso».Non dovrebbe essere difficile per i commissari del Parlamento stabilire come andarono davvero le cose visto che, ad esempio, nel caso del tentativo di Trump di «dirottare» la limousine presidenziale, Cassidy ha fornito tutti i nomi dei consiglieri che erano a bordo e anche quello dell’agente della sicurezza presidenziale che era al volante (ma il servizio segreto sarebbe pronto a negare le circostanze riferite dalla Hutchinson).
La sua testimonianza, comunque convincente, potrebbe avere un solo punto debole. Contraddicendo una sua precedente affermazione («so a malapena chi sia»), Trump ha detto che, una volta lasciata la Casa Bianca, lui si è personalmente opposto alla candidatura di Cassidy che aveva chiesto di entrare nel suo staff a Mar-a-Lago. L’ex presidente la descrive, quindi, come una traditrice in cerca di vendetta, una tesi seguita anche dai media di destra.
Effettivamente sei giorni dopo l’assalto al Congresso che la sconvolse, Cassidy, secondo un articolo allora pubblicato da Bloomberg, si candidò per Mar-a-Lago. Testimonianza resa per vendetta? Dovrebbe essere irrilevante, se viene confermata la fondatezza dei fatti riferiti dall’ex assistente di Meadows.