La Stampa, 29 giugno 2022
I baci di Anteprima
Ieri Anteprima, la rassegna stampa di Giorgio Dell’Arti, offriva un’adorabile sezione sui baci. Laetitia Casta da ragazza baciava una sua coetanea, ma per impratichirsi e arrivare all’esordio col necessario bagaglio di conoscenze; un bacio saffico senza impegno. Elisabetta Canalis diede il suo primo bacio a quattordici anni, concedendo l’onore al bullo della scuola che si presentò all’appuntamento scortato da due amiche: sbrigata la pratica con la giovane Elisabetta, che ne fu folgorata, il bullo se ne andò a proseguire l’attività con le accompagnatrici; un bacio smargiasso, seguito da altri baci smargiassi. In Francia, come in Italia e specialmente al centro e al sud, ci si saluta col bacio sulle guance: al centro della Francia, due baci, uno per guancia, al nord quattro baci, due di qui e due di là e al sud tre baci, dunque con asimmetria; il bacio dell’accoglienza e del commiato. In America niente baci, e meglio anche non porgere la mano: no touching, niente contatto fisico; il bacio impossibile. Nel 2012, impegnato in un comizio in piazza della Bastiglia, il candidato alla presidenza François Hollande dovette dividere il palco con la ex moglie, Ségolène Royal, e la compagna del tempo, Valérie Trierweiler: Ségolène lo baciò per prima, sulle guance, dopodiché Valérie pretese di essere baciata sulla bocca; un bacio di predominio. Su Facebook c’è la pagina «anche io voglio limonare quel figo di Gregorio Paltrinieri»; un bacio virtuale, per ora. Su tutti i social disponibili su piazza, c’è una foto di Matteo Salvini che bacia un caciocavallo; ed eccoci finalmente davanti a un banalissimo bacio eterosessuale.