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 2022  giugno 29 Mercoledì calendario

Intervista a Isabella Ferrari

TAORMINA «Nel film sono il simbolo di un amore adolescenziale che rimanda agli Anni ’80, per questo mi hanno chiamata. Sono un ottimo vintage». Isabella Ferrari porta al Festival di Taormina La mia ombra è tua di Eugenio Cappuccio. Lei è l’amore perduto e ritrovato da Marco Giallini, scrittore di un unico romanzo invitato a Milano alla Fiera del vintage.
Nostalgia di quegli anni?
«No, non dico mai come si stava bene. Certo, mi manca la gioventù. Ma vado avanti. Sempre, sempre, sempre. Sono sopravvissuta agli Anni ’80 e sono qui. Mi rendo conto di avere ancora una popolarità importante. C’è chi ha visto dieci volte Sapore di mare».
Era una ragazza ribelle?
«Né ribelle né trasgressiva. Sono arrivata da Piacenza a Roma che ero minorenne, accompagnata da mio zio camionista. Papà commerciava in bestiame. Ho incarnato il sogno di mia madre. Non ho avuto il tempo di pensare a cosa mi sarebbe piaciuto fare. Sono stata trascinata dalla sua energia, portata con le unghie e con i denti, a 15 anni, a Miss Teenager Italia».
«Bellissima», il film di Luchino Visconti è lei…
«È la mia storia. I miei 20 anni non sono stati interessanti perché ho subìto il fascino che avevo, il successo in tv e al cinema. Per questo non ho nostalgia di nulla».
Da ragazzina imbronciata di «Sapore di sale» a musa sofisticata degli autori.
«La prima volta alla Mostra di Venezia nel 1989 per Appuntamento a Liverpool di Marco Tullio Giordana al mio nome partirono i fischi. Ero l’attrice di commedia, impensabile che fossi a Venezia. Sono cambiate molte cose dopo quel film. È stata una conquista giocata sul campo. Ho sempre accettato le trasformazioni e ho agito con la testa e con il cuore».
Essere «femme fatale» passati i cinquant’anni?
«È faticoso. Sono una donna invecchiata bene, posso dire ancora bella. Ma è difficile pensarmi così. Continuo a lasciare tracce di me, essere o non essere protagonista di un film non conta più di tanto».
Quella scena di «Caos Calmo», la sodomia…
«Solo perché lui è Nanni Moretti ha fatto scandalo. Non c’è nulla di torbido in quella scena. Il vero scandalo è la notizia orribile delle restrizioni dell’aborto in USA. Pensavo: se tornassi indietro, rifarei quello che ho fatto».
Io e Nanni Moretti? La scena di «Caos calmo» ha fatto scandalo, ma per me non c’era nulla di torbido
A cosa si riferisce?
«Agli aborti. Non ne ho mai parlato. Mi è capitato da ragazza… Ci ripenso con dolore, ma senza sensi di colpa. Prima della vita di un embrione viene la vita della donna. Io sono per quella libertà. Si rischierà di morire con gli aborti clandestini, è un tornare indietro orribile».
Se la sente di raccontare?
«Avevo 17 anni, troppo giovane, sentii che quel fidanzatino di Piacenza non poteva essere l’uomo della mia vita, ed è sempre una decisione femminile, per fortuna ero accompagnata da mia madre, non avrei saputo come affrontare la cosa».
Lei così bella avrà avuto chissà quante proposte indecenti.
«Sono stata ossessionata dall’essere maschile. È stato faticoso. Ho cercato di gestire queste situazioni con registi, attori, produttori, il mio insegnante di recitazione, Franco Califano… Il Me Too è stata una liberazione. Certe cose non succederanno più. Ho subìto una prevaricazione maschile fastidiosa, costante, arrogante. Non sopporto le donne che denunciano di essere state aggredite vent’anni prima in una stanza d’hotel».
Arriveremo prima o poi a una riconciliazione dei sessi, come auspica la sua amica Monica Bellucci?
«Ma io non voglio aver paura del corteggiamento. Con Monica ho convissuto da ragazza a Parigi in un appartamentino che era di Ugo Tognazzi. Dormivamo insieme. Lei era modella, la mattina, cappuccino e sigaretta, sicura di sé, faceva le sue telefonate di lavoro; io attrice insicura andavo al telefono a gettoni sotto casa con tante monetine e chiamavo l’analista».
È stata tradita, ha tradito?
«In passato si è tanto parlato di una mia storia d’amore, quando nel 1982 in una discoteca mi innamorai di Roberto Rossellini, ero così giovane e non pensavo si scatenasse quel putiferio. Lui era il fidanzato di Carolina di Monaco. Ho sofferto tantissimo l’infedeltà di alcuni fidanzati. Io ero molto bella, voluta, desiderata. E nello stesso tempo tradita brutalmente».
È legata alla sua terra?
«Il mio cadeaux di Natale è la coppa e il vino Gutturnio delle mie parti. A una cena Bernardo Bertolucci, che era di Parma, mi rimproverò: non mi hai portato i salumi?».
Sua madre ha scelto per lei la vita che doveva vivere. La fama, il successo. L’ha mai rimproverata?
«Ho pudore a raccontare l’inconscio materno. L’ho superato, l’ho trasformato. A me sembra di ricominciare ogni giorno, come donna, come madre, come moglie».