Corriere della Sera, 29 giugno 2022
Scozia, un nuovo referendum per l’indipendenza
Un referendum «consultivo» il 19 ottobre del 2023: è la mossa per rilanciare l’indipendenza della Scozia escogitata da Nicola Sturgeon, la prima ministra del governo di Edimburgo. Non si tratta dunque di una semplice ripetizione del voto del 2014, che vide la vittoria del fronte unionista: in quel caso, il referendum era stato autorizzato dal governo di Londra, che è l’unico ad avere il potere di indire una consultazione vincolante sul piano costituzionale. Solo che ora Boris Johnson non ha nessuna intenzione di far votare di nuovo gli scozzesi: e dunque per questo Nicola Sturgeon prova ad aggirare l’ostacolo. La via scelta è quella appunto di un referendum consultivo, rispetto al quale la stessa premier scozzese è consapevole che non porterebbe automaticamente all’indipendenza, che dovrebbe essere legiferata invece sia dai Parlamenti di Edimburgo che di Londra. Sturgeon chiede alla Corte suprema britannica di dare via libera alla consultazione: in caso di bocciatura, considererà le elezioni del 2024 come un voto di fatto sull’indipendenza, in quanto i nazionalisti correrebbero con questo unico punto in programma. In realtà, in Scozia solo una minoranza dell’opinione pubblica chiede di votare l’anno prossimo sulla secessione dalla Gran Bretagna e nei sondaggi l’indipendenza non prevale: ma Nicola Sturgeon ha deciso la fuga in avanti proprio perché la causa nazionalista appariva impantanata. L’indipendenza è la ragion d’essere del suo partito e la premier, stretta fra l’intransigenza dei suoi militanti e quella del governo di Londra, doveva riguadagnare l’iniziativa: ma la strada da percorrere è ancora lunga.