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 2022  giugno 29 Mercoledì calendario

Ghislaine Maxwell è stata condannata a 20 anni

Vent’anni di carcere. Durante la lettura del verdetto, Ghislaine Maxwell è rimasta in piedi, inespressiva, tra le sue avvocate. L’ex fidanzata e assistente del finanziere pedofilo Jeffrey Epstein, che ha compiuto 60 anni a Natale, potrebbe passare dietro le sbarre gran parte della vita che le rimane, anche se potrebbe essere rilasciata tra una dozzina d’anni, visti i due già trascorsi in prigione e possibili sconti di pena per buona condotta. Ma Bobbi Sternheim, la famosa avvocata della difesa, ha già detto che andrà in appello, proclamando alla stampa che la sua cliente è stata «diffamata» e «messa alla gogna» dall’opinione pubblica, che è un capro espiatorio, mentre il vero responsabile, Jeffrey Epstein, è sfuggito alla giustizia suicidandosi nel 2019.
A dicembre una giuria di New York ha ritenuto Maxwell colpevole di aver adescato e manipolato minorenni tra il 1994 e il 2004, perché fossero sessualmente abusate da Epstein. Toccava alla giudice Alison J. Nathan a decidere, ieri, la durata della pena. La difesa chiedeva non più di 5 anni, invocando l’infanzia di una donna traumatizzata dal padre, l’ex magnate dell’editoria e ex deputato britannico Robert Maxwell, che aveva notoriamente dato il nome della figlia prediletta al suo yacht ma che – secondo la sorella Anne e il fratello Philip – la vessava con «cambi di umore e rabbia improvvisa» e l’avrebbe così resa «vulnerabile a uomini abusivi e potenti». La Procura invece chiedeva tra i 30 e i 55 anni, notando che Maxwell è «una donna adulta che ha fatto le sue scelte». Le quattro accusatrici – Jane, Kate, Carolyn (pseudonimi) e Annie Farmer – hanno descritto una «predatrice sofisticata» che adescava ragazzine, alcune di 14 anni, partecipando ai massaggi e giochi sessuali del compagno; e volevano una pena più severa anche in nome della mancanza di rimorso di Ghislaine. Virginia Giuffre, la più nota delle accusatrici, pur non coinvolta nel processo, ha fatto leggere un messaggio al suo legale: «Non avrei mai conosciuto Epstein se non fosse stato per te. Meriti di passare la vita in gabbia».
Maxwell, che nel processo non aveva testimoniato, ha deciso a sorpresa di parlare poco prima del verdetto: «È il più grande rammarico della mia vita aver conosciuto Jeffrey Epstein», ha detto, senza però riconoscere il proprio ruolo. «Vostro onore, è difficile per me rivolgermi alla Corte dopo aver ascoltato il dolore e l’angoscia nelle dichiarazioni di oggi... Credo che Jeffrey Epstein fosse un uomo manipolatore, astuto... ha imbrogliato tutti coloro che vivevano nella sua orbita. Lui avrebbe dovuto essere qui di fronte a voi».
Il verdetto (240 mesi di carcere e una multa di 750 mila dollari) è basato su linee guida che indicano una pena «tra i 188 e i 235 mesi di carcere». La giudice ha accolto la richiesta della difesa di raccomandare che Maxwell sia spostata dalla cella di Brooklyn in cui lamenta di essere trattata «come Hannibal Lecter nel “Silenzio degli innocenti”» – ad una prigione in Connecticut, e inserita in un programma per chi ha subito traumi familiari. Alcuni lamentano che uno dei casi di più alto profilo nell’era #MeToo non veda coinvolti i potenti amici di Epstein accusati di partecipare ai suoi festini. La difesa in Appello farà perno su un punto debole del processo: il «giurato 50» subì abusi sessuali da bambino, ma non l’aveva rivelato.