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 2022  giugno 29 Mercoledì calendario

Tutto sesso, siamo inglesi: orge di Stato

“Il contribuente britannico è diventato azionista di Killing Kittens, società organizzatrice di festini sessuali nota per i suoi eventi esclusivi ed edonistici, grazie a uno schema di supporto all’innovazione creato durante la pandemia”. La notizia, per un pubblico adulto, è meravigliosa anche nella versione asettica del compassato Financial Times. La storia inizia nel 2005, quando una ragazza della buona società inglese, Emma Sayle, decide cosa fare nella vita: unire l’utile al dilettevole e fare un sacco di soldi nel processo. Emma è già nata bene, tanto che va a scuola (privata) con Kate Middleton, la duchessa di Cambridge, di cui è rimasta amica anche dopo il matrimonio con il principe William. Ma Emma non vuole fare la Pr tutta la vita: lei vuole contribuire alla liberazione sessuale delle donne.
La folgorazione arriva durante un party di scambisti a Ibiza: si inventa Killing Kittens, che possiamo tradurre come “Gattine assassine”, sex party company di alto livello. Organizza feste private per pochi selezionati, e soprattutto, questo il valore aggiunto, a comandare sono le donne. Nel 2014 lo Standard la chiama “Orgynizer”, organizzatrice di orge: lei si fa ritrarre trionfante in tubino giallo e maschera veneziana su divano di pelle nera, e dichiara: “Nulla riesce più a scioccarmi”. Lavora duro eh: una volta è un cliente che cerca una sosia di una famosa soubrette da cui farsi salvare dopo una finta rapina; un’altra il deputato laburista che arriva al festino in mutande e guinzaglio, con cui una signorina lo trascina per la sala. Ah, c’è l’austero giudice che vuole essere chiamato ‘generale’ mentre sculaccia le compagne di giochi. Emma conosce segreti e preferenze sessuali di chi conta, e non tradisce la fiducia dei clienti. I suoi eventi, esportati in diverse capitali, sono leggendari, ambitissimi ed esclusivi. Si espande ai social, apre account Instagram e Twitter, si butta nel trend dell’empowerment femminista.
Lei un po’ gigioneggia: la homepage del sito KK si apre con una foto di gruppo di donne in lingerie – non modelle, ma un misto di bellezze imperfette – e il claim: “KK è il marchio che ha creato un movimento. Dai suoi notoriamente decadenti festini con le donne protagoniste, al suo social network inclusivo e sex-positive, Killing Kittens ha liberato sessualmente coppie e single fin dal 2005”.
Fino al 2020 il core business è nei suddetti festini. Poi arriva la pandemia, e la paura del Covid raffredda anche i bollori più eccentrici e gli appetiti più decadenti. Per un po’ le orge diventano ZoomOrge, virtuali, ma si capisce, non c’è la stessa intensità. Il business ne risente. Urge sviluppare il canale digitale e le connesse opportunità di merchandising. E quindi l’intraprendente Emma si rivolge al Future Fund, un fondo da 1,1 miliardi di sterline lanciato trionfalmente dal ministro dell’Economia, Rishi Sunak, nel maggio 2020, per ‘sostenere start-up… che aprano nuovi orizzonti in tecnologia e innovazione” durante la pandemia. Però ha una clausola inusuale: il prestito governativo si trasforma in quota societaria al secondo giro di investimenti.
Quando viene fuori che fra i beneficiari ci sono anche le gattine assassine, qualcuno si fa due domande: quella guastafeste della deputata laburista Sarah Champion chiede che Sunak interrompa le sovvenzioni pubbliche ai festini sessuali. La “Orgynizer”, scrive il Financial Times, replica dicendosi ‘sorpresa che questa critica arrivi da una politica che dice di difendere i diritti delle donne: la mia società si basa proprio sulla liberazione sessuale della donna, visto che solo alle donne è consentito il primo approccio durante le feste”. E poi gli affari sono affari: le gattine sono sopravvissute grazie ai soldi pubblici, ma poi hanno raccolto un altro milione e duecentomila dollari di capitale privato e la quotazione oggi è di 18 milioni di dollari, di cui il contribuente detiene l’1,5%. La sintesi di Emma è “Il governo ci ha già guadagnato”. Pare che la community, fra feste in presenza e app, abbia superato i 180 mila sottoscrittori.