ItaliaOggi, 29 giugno 2022
Al macero le fragole tedesche
Quando in stagione, appaiono agli incroci e perfino nelle stazioni della metropolitana, chioschi colorati, rossi e brillanti, che da lontano sembrano funghi, sono invece fragole gigantesche. Offrono cestini di Erdbeeren, fragole per l’appunto, e vasetti di marmellata o di gelatina sempre di fragole direttamente dal coltivatore al consumatore.
Sono turgide, grosse e per una volta saporite, anche se ben diverse dalle fragoline di bosco che raccoglievo da bambino nel bosco di famiglia sopra Cefalù in Sicilia. In Austria, le fragole grandi come prugne le chiamano ananas, e non mi hanno mai saputo spiegare il perché. E a Vienna le Kartoffel dei tedeschi, le patate, le chiamano Erdäpfel, letteralmente mele di terra, come i francesi dicono pomme de terre. Misteri linguistici tra due popoli che qualcuno da noi si ostina a confondere.
Ma quest’anno sono rari i chioschi a forma di fragola, e quei pochi hanno gli scaffali vuoti. Colpa di un’annata disastrosa per la catastrofe climatica? Al contrario, il raccolto sarebbe stato ottimo. Non ci sono state gelate o grandine, e le fragole sono maturate prima, già a metà aprile, ma avevano un difetto: costavano troppo poco.
Mi piacciono anche i gelsi, Maulbeeren, e le more, blaue Himbeeren o Schwarzen Himbeeren, che raccoglievo nei cespugli sfidando le spine, e al supermercato offrono confezioni da cento grammi al prezzo del caviale beluga. Un cestino da mezzo chilo di fragole succose invece lo si ottiene per poco più di un euro.
Sembrerà paradossale, ma è responsabile l’inflazione, che arriva a sfiorare l’8%. Le grandi catene di distribuzione hanno obbedito alla raccomandazione del governo di contenere i prezzi, e fra i tanti prodotti hanno sacrificato le fragole, almeno così leggo.
«Le fragole sono la mia vita», ha detto Klaus Langen, un coltivatore di Kempen, in Renania, «Per la prima volta dopo trent’anni, ho dovuto far distruggere il raccolto. Per me è stato come compiere un delitto. In due giorni i trattori hanno estirpato le piantine e maciullato i frutti. Non avevo altra scelta. Se le avessi raccolte e vendute alla grande distribuzione avrei perso altro denaro».
Per mezzo chilo si paga da un euro e 5 centesimi a un euro e 15, a Langen sarebbero rimasti 85 centesimi, non abbastanza per coprire le spese: farle raccogliere costa in media un euro e 35. «Al mercato dovrebbero essere vendute a 2,50 o tre euro, ma siamo bel lontani da questo prezzo», si è rammaricato. «Le fragole, come i mirtilli, sono delicati», ha spiegato alla Süddeutsche Zeitung, Markus Schneider, capo produzione della Frutania, grande società di prodotti agricoli, «vanno raccolte a mano, un lavoro di precisione e faticoso, e le donne sono le più brave». Un lavoro che non piace ai giovani. «Il 50% del costo», ha aggiunto, «si deve al lavoro manuale».
«Le mie lavoranti» ha raccontato Klaus Langen, «sono polacche e ucraine, bravissime, e tornavano da me a ogni stagione. Davo da lavoro a 150 raccoglitrici, ma quest’anno ovviamente non sono arrivate dall’Ucraina, e anche alcune polacche sono rimaste a casa. Me ne sono venute a mancare una cinquantina». Non ha detto quanto le pagasse all’ora, non male, se tornavano da lui, che offriva anche vitto e alloggio. «Una rovina è stata anche la paga minima oraria», ha aggiunto, «l’anno scorso ho pagato dieci euro all’ora, dal prossimo ottobre salirà a 12. Impossibile sostenere la concorrenza delle fragole importate». La fresa, fragola in spagnolo quasi come in francese, è in vendita a un euro e 11 centesimi.
Le Erdbeeeren tedesche rischiano di essere condannate a morte. Langen non sa ancora che farà dei suoi dieci ettari. Deve decidere a fine estate per la prossima stagione, e contattare per tempo le sue lavoranti che quest’anno ha rispedito a malincuore a casa. Un problema si è avuto anche per gli Spargel, gli asparagi, che sono grossi e bianchi, e che devono essere raccolti a mano, con una paletta, attenti a non danneggiarli. Per i tedeschi è troppo faticoso, e i disoccupati sono costretti ad accettare il lavoro per non perdere il sussidio e si sono rivelati (forse apposta) inefficienti. È un raccolto da eseguire alla svelta, per non far marcire gli asparagi bianchi sotto terra.