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 2022  giugno 29 Mercoledì calendario

Il welfare aziendale stile Luxottica

Quando compì 80 anni, il 22 maggio 2015, Leonardo Del Vecchio scrisse una lettera ai dipendenti italiani del suo gruppo: «Con questo piccolo pensiero voglio testimoniare l’importanza che ha per me ogni singolo lavoratore, che sento vicino come in una grande famiglia». Un regalino da 9 milioni di euro, il controvalore di 140.000 azioni, distribuite fra gli 8.000 addetti. Ma l’uomo che vedeva lontano, ha saputo andare ben oltre i gesti eclatanti, rendendo strutturale (e quindi perfino normale, alla latitudine di Agordo) il concetto di partecipazione all’impresa: non a caso un colosso come Luxottica è diventato sinonimo di buone pratiche nel welfare aziendale, fra misure di assistenza economica, sanitaria, educativa e sociale che si sono accompagnate a un’intensa attività filantropica sul territorio veneto.
L’ACCORDO
Dopo le sperimentazioni pionieristiche nei primi anni 90, e in seguito a un lungo processo di concertazione con le organizzazioni sindacali, il welfare aziendale di Luxottica è stato codificato attraverso un innovativo accordo nel dicembre 2009. Inizialmente tre le linee di intervento: il carrello della spesa, quantificato già allora in 110 euro all’anno, distribuito tramite convenzioni con le cooperative locali; la cassa di assistenza sanitaria, cioè prestazioni specialistiche per il personale e i familiari, comprensive anche di un pacchetto maternità; il rimborso dei libri di testo per i figli dei dipendenti e per gli stessi lavoratori-studenti, dalla scuola dell’obbligo all’università.
Con il tempo, il programma si è poi ulteriormente arricchito di iniziative. Per esempio sul piano dell’istruzione, un chiodo fisso per l’ex bambino dei Martinitt che in collegio non era andato oltre la terza media, sono diventate annuali le borse di studio ai ragazzi più meritevoli, con assegni fra i 1.000 e i 2.000 euro dalle secondarie di primo grado ai master universitari: 375 i riconoscimenti consegnati nell’ultima edizione, per un totale di 2.880 dall’inizio. Inoltre ad evolvere sono state anche le modalità di fruizione degli aiuti, con la possibilità di trasformare in tutto o in parte il premio di risultato in beni e servizi, catalogati in un paniere di opportunità che comprende pure il ristoro delle spese per il trasporto pubblico locale.
Accanto ai sostegni materiali, Luxottica si è impegnata a valorizzare la dimensione del tempo, in tutte le sue sfaccettature. Ecco allora la banca ore etica, per donare una parte o la totalità delle proprie ferie accantonate (e raddoppiate dall’azienda) a favore di uno o più colleghi in difficoltà. Oppure il patto generazionale tra dipendenti, per favorire l’ingresso dei giovani lavoratori e agevolare gli addetti che, a tre anni dal raggiungimento dei limiti pensionistici, intendono optare per un impegno lavorativo ridotto. C’è poi il bonus vita, che prevede il riconoscimento di un contributo economico a favore degli eredi legittimi o testamentari, in caso di decesso dell’operaio o dell’impiegato anche fuori dal luogo di lavoro. Così come spicca il microcredito di solidarietà, per aiutare chi deve affrontare spese importanti e non differibili se non può accedere agli ordinari canali del credito. «Tutte cose che ai miei tempi non c’erano: sono contento che siano arrivate per le generazioni successive alla mia, in questo il signor De Vecchio ha saputo vedere lungo», dice il 78enne Dino Dorigo, matricola numero 1 di Luxottica: fu la prima maglietta blu, assunta nel 1961 dal patron in persona.
LA BENEFICENZA
Un campione negli affari, ma pure nella beneficenza. Per favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro, la multinazionale ha stanziato 500.000 euro per costruire un asilo nido, regalandolo al Comune di Sedico dove si trovano due suoi stabilimenti. Sempre nel Bellunese, il gigante dell’occhialeria si è fatto carico di un piano di ripristino forestale che si sviluppa su un’area di 30 ettari di montagna, devastati dalla tempesta Vaia che nel 2018 aveva squassato il Veneto: in sinergia con le istituzioni territoriali, un centinaio di proprietari privati e alcune imprese locali, Luxottica si è presa cura di 15.000 alberi, recuperando i tronchi abbattuti, salvaguardando la flora sopravvissuta e piantumando 2.000 nuovi esemplari.
Fra le numerose iniziative filantropiche, ammonta a 1,7 milioni di euro la donazione al Comune di Venezia per il restauro del ponte dell’Accademia, l’unico di legno nella città lagunare. In cambio Del Vecchio non ha chiesto nulla: né l’esposizione della pubblicità aziendale sul cantiere, né l’apposizione di una targa commemorativa sul manufatto, limitandosi ad utilizzare l’art bonus.