ItaliaOggi, 28 giugno 2022
Il 30% dei francesi è allergico al polline
Etciù, o meglio, “atchoum”. In Francia lo starnuto è sempre più frequente: le allergie al polline sono in aumento Oltralpe, complice anche il grande caldo che ha investito la nazione. Le associazioni degli allergologi, ha riportato l’Agenzia France Presse, confermano di aver ricevuto un gran numero di chiamate da parte dei pazienti, anche se non è ancora possibile quantificare il fenomeno con precisione.
Il trend appare però chiaro, anche se i confronti con gli ultimi due anni non sono semplici. Come ha fatto notare Pascale Couratier, direttore generale dell’Associazione francese per la prevenzione delle allergie, le misure anti-Covid hanno un po’ falsato la situazione. «Nel 2020 c’era il confinamento, quindi le persone uscivano di meno», ha ricordato l’esperto, «Mentre l’anno scorso indossare una mascherina anche all’aperto ha protetto dalle allergie. Quest’anno, però, una cosa è certa: i sintomi sono stati avvertiti da molti e anche in modo molto violento».
La diffusione dei pollini è collegata alle condizioni meteo climatiche: il caldo favorisce l’impollinazione e il vento disperde i granelli pollinici nell’aria. In questa stagione caldo e vento non sono mancate in Francia e soprattutto il polline di graminacee, quello che causa il cosiddetto raffreddore da fieno, è stato rilevato in grandissima quantità.
Secondo l’ultimo bollettino della Rete nazionale di monitoraggio aerobiologico (Rnsa), che monitora il contenuto di particelle biologiche nell’aria, l’intera Francia è ancora in allerta rossa per rischi allergici. Gli studiosi, a fronte dei cambiamenti climatici, prevedono stagioni allergiche più lunghe e intense in futuro. I dati raccolti dagli esperti negli ultimi anni suggeriscono questa prospettiva, come ha spiegato Samuel Monnier, portavoce dell’Rnsa. «In 30 anni abbiamo già osservato che le quantità di polline di betulla sono aumentate di oltre il 20%», ha riferito all’Afp, «Con l’aumento delle temperature alcune piante o alberi si stanno sviluppando su nuovi territori: per esempio l’ambrosia, una pianta molto allergenica, si sta spostando verso Nord, anche in quota».
In Francia, secondo il ministero della salute, circa il 20% dei bambini a partire dai 9 anni e il 30% degli adulti sono affetti da allergie ai pollini. Numeri che parrebbero destinati a salire.
Il riscaldamento globale porterà a stagioni dei pollini più lunghe, mentre l’inquinamento renderà i pollini più aggressivi», ha avvertito Isabelle Bossé, presidente del Syfal, il sindacato degli allergologi, «Questo è un vero problema di salute pubblica. Quando non hai una grave allergia non puoi capire da dove nasca il problema, ma questo ha un impatto enorme sulla qualità della vita».