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 2022  giugno 28 Martedì calendario

La figlia di Jovanotti spiega come affrontare il cancro in un fumetto

Lo sguardo, sorridente e sognante dietro gli occhiali, ricorda quello del padre. L’entusiasmo e la voglia di addentare il futuro è ancora più grande, specie dopo aver sconfitto un linfoma di Hodgkin. Teresa Cherubini, 23 anni, illustratrice, figlia di Jovanotti e Francesca Vitali, ha il viso incorniciato da riccioli rossi. Un anno e mezzo fa non aveva capelli, eredità di sei cicli di chemioterapia ma anche frutto di una precisa volontà: «Dopo l’ultimo trattamento ho deciso di rasarmi come segno di un nuovo inizio», aveva raccontato su Instagram, svelando di aver sconfitto il tumore al sistema linfatico, fino a quel momento rimasto un segreto.
A salvarla, nella battaglia alla malattia, sono stati abitudini e gesti ordinari, squarci di normalità in mezzo alla tempesta: «La malattia arriva dal nulla, ti precipita addosso da un momento all’altro – racconta –. Il tuo mondo va sottosopra ed è importante mantenere le piccole cose rassicuranti, averle con te in maniera stabile in una situazione che di stabile ha ben poco». La stessa filosofia anima Casa Oz, che a Torino dal 2007 accoglie e aiuta i bambini che affrontano una malattia e le loro famiglie. Per celebrare i quindici anni di attività la onlus fondata da Enrica Baricco ha appena pubblicato un fumetto. Titolo: “La quotidianità che cura”, con le illustrazioni affidate alle matite di Teresa Cherubini e sceneggiatura curata dal regista Marco Ponti.
Nelle tavole in bianco e nero arricchito dal verde – non solo colore della speranza, ma il marchio cromatico di CasaOz – si vedono ragazzi malati scacciare la paura cantando una canzone in gruppo e dribblare le preoccupazioni con una partita a calcio balilla. La malattia raccontata senza la retorica del pietismo.
Nelle strutture di CasaOz, non lontano dall’ospedale infantile Regina Margherita, questi bambini e ragazzi possono studiare, seguire laboratori o semplicemente riposarsi su uno dei divani rossi: vivere una vita normale, nonostante il male che li ha colpiti. «Le azioni che cambiano davvero la vita delle persone sono quelle quotidiane – spiega la presidente Enrica Baricco –. Lo abbiamo capito quindici anni fa e in questa chiave portiamo avanti i nostri progetti, sperando di raggiungere sempre più persone».
Quando ha scoperto di essere malata, nell’estate 2020, Teresa Cherubini era in Italia: «Ero fuggita dal primo, pesantissimo, lockdown di New York – ricorda la fumettista 23enne, laureata alla School of Visual Art –. Poi ho iniziato le cure all’Istituto europeo di oncologia di Milano». Nei mesi neri del Covid ha vissuto un doppio incubo e per andare avanti si è aggrappata alla sua passione, il disegno. «Ho vissuto sulla mia pelle l’importanza della quotidianità, di continuare a fare le cose più normali: disegnare, ovviamente, poi guardare serie, ascoltare musica. Fa tutto parte del guarire e del sentirsi bene, energie che aiutano a combattere le tua battaglia». L’isolamento imposto dal Covid era amplificato dal senso di solitudine in cui spesso sprofondano le persone malate: «La comunità che si è creata attorno a CasaOz è fondamentale per il percorso di cura. Per un certo verso il cancro è una malattia molto solitaria, il supporto di chi ti sta vicino è fondamentale per superarla».
L’idea di comunità come primo antidoto alla malattia emerge nelle illustrazioni di Teresa: «Attraverso i miei disegni mi piace raccontare piccoli momenti e renderli speciali». Come le parentesi di spensieratezza dei protagonisti di “La quotidianità che cura": «A CasaOz è già realtà l’idea che la malattia non è una limitazione. Non può essere quella l’unica cosa che caratterizza la tua vita: sei molto più di una persona con una malattia. Per questo nei disegni ho provato a mostrare una felicità che non è comunemente associata a persone che soffrono».—