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 2022  giugno 27 Lunedì calendario

Parte l’Europeo di calcio delle mamme

Si scoprono le liste delle convocate per gli Europei che iniziano il 6 luglio a Manchester e dalla selezione esce un numero che racconta un pezzo del calcio femminile.
Quindici giocatrici sono mamme, mai così tante prima e non è un identikit delle squadre, ma del movimento che deve essersi per forza evoluto per consentire a chi sceglie di avere un figlio di tornare. Ancora il sistema non ha trovato tutte le risposte ma di certo fino alla scorsa edizione era molto più complicato pensare stare in un torneo di questo livello dopo la maternità.
L’Islanda, avversaria dell’Italia nel girone (il 14 luglio), ha ben cinque madri in rosa. Sara Bjork Gunnarsdottir, 31 anni, è appena passata dal Lione alla Juventus e racconta come essersi trovata con altre a parlare della questione l’abbia fatta sentire sollevata. Il secondo figlio, Ragnar, è nato in novembre, suo marito gioca in Francia, in Ligue 2 e gestire il tutto non è stato semplice per la famiglia, ma lei ricorda quanto più complicato fosse stato dopo la prima gravidanza, nel 2018. Solo quattro anni fa era difficile trovare regole, lasciamo stare leggi sulla tematica. Essere incinta significava nella maggior parte dei casi smettere oppure gestirsi integralmente in proprio la preparazione. Nel 2017 l’ultima ricerca di Fifpro dava al 2% le mamme tra le calciatrici. Non ci sono dati più recenti, da allora in molti posti, Italia compresa, anche se solo dal campionato in arrivo, è partito il professionismo che dà qualche tutela in più. L’Islanda ha creato anche una policy interna: chi ha un figlio di meno di un anno può portarlo in ritiro. Esiste una nursery. Belgio, Olanda e Svezia hanno cercato accordi singoli con le madri in squadra. L’Inghilterra offre un «family trip» ai parenti che portano i figli alla sede del ritiro nei giorni liberi. La tedesca Almuth Schult, portiere, avrà bimbo e compagno accanto a sé.
Sono quasi sempre le squadre nordiche a chiamare le madri, le islandesi hanno 400 presenze sommate e hanno ottenuto del «personale di supporto» dalla federazione per occuparsi dei bambini. Anche la Fifa aggiorna sostegni, ancora parziali. Primi passi verso il progresso, in attesa che i neonati possano seguire pure i papà. Tra le azzurre, in ritiro a Castel di Sangro, nessuna madre. Il gruppo è pronto per l’ultima amichevole contro la Spagna, il primo luglio, prima di partire per l’Inghilterra e iniziare questo Europeo che vuole segnare una nuova frontiera per il calcio femminile.