la Repubblica, 27 giugno 2022
Alexandria Ocasio-Cortez: «Mi stuprarono»
Seduta sul pavimento di un lurido bagno pubblico di New York, pregando dio che il test fosse negativo, e ringraziando dio perché nell’ipotesi peggiore avrebbe avuto una possibilità. L’aborto. Perché era stata stuprata. Alexandria Ocasio-Cortez, per tutti AOC, lo racconta a centinaia di manifestanti pro-aborto, radunati nel parco di Union Square, Manhattan. La circondano con i cartelli, con i cellulari puntati su di lei per riprenderla, mentre qualche decina di metri più su un elicottero della polizia resta sospeso nell’aria, e nelle strade attorno migliaia di giovani camminano per il passeggio del sabato sera. La rappresentante democratica, 32 anni, l’ex cameriera del Bronx di origine portoricana diventata icona dei giovani, ha sentito il bisogno di raccontare la sua drammatica storia a un’America tornata indietro di mezzo secolo. Fino a pochi mesi fa AOC era la progressista più contesa e controversa del Paese, con tredici milioni di follower su Twitter, amata dai giovani, odiata dalla destra, sopportata dai pezzi grossi del Partito democratico, vista con distacco dalla Speaker della Camera, Nancy Pelosi. Ora è diventata l’immagine della protesta, la voce unificante di una partito alla ricerca di sussulti. Lo è diventata in appena quarantotto ore con i suoi attacchi ai giudici della Corte Suprema, agli uomini del Congresso, alle donne repubblicane, al governatore conservatore del Texas. Sola contro tutti, come dieci anni fa, seduta sul pavimento con in mano il test sulla gravidanza. «Io stessa – ha raccontato, tenendo il microfono in mano – quando avevo 22 o 23 anni sono stati stuprata. Vivevo qui a New York. Ero completamente sola, mi sentivo completamente sola». «E in effetti – ha aggiunto – mi sentivo talmente sola che dovetti fare un test di gravidanza in un bagno pubblico nel centro di Manhattan». Il suo racconto è andato avanti di fronte ai manifestanti in silenzio, mentre il motore dell’elicottero rimbombava dall’alto. «Quando ero là seduta – ha continuato – aspettando il risultato, tutto quello che mi restava da pensare era: grazie a dio ho, almeno, una scelta. Grazie a dio posso, almeno, avere la libertà di scegliere il mio destino. Non sapevo allora che il test sarebbe risultato negativo. Ma non conta…». «Riguarda tutti noi – conclude – non è una questione di diritti delle donne, ma di tutti noi». Venerdì AOC si era unita ai manifestanti radunati attorno alla Corte Suprema, a Washington, definendo «illegittimi» i giudici. Poi ha postato su Twitter il messaggio diventato virale: «Non ce la faranno». E il giorno dopo, un altro: «La gravidanza forzata è un crimine contro l’umanità». Il suo appello è stato raccolto dai vertici del partito. Poche ore dopo è stata la stessa Pelosi ad attaccare i giudici supremi scelti da Trump, i tre che avevano garantito nelle audizioni al Congresso che non avrebbero messo mano alla ‘Roe’, e poi hanno votato la sua revoca. La Speaker della Camera e leader democratica ha suggerito l’ipotesi che possano aver «mentito al Congresso». Ocasio ha rilanciato, andando in tv e parlando di «crisi di legittimità». «Il presidente – ha detto a ‘Meet the Press’ sulla Nbc – e il Partito democratico non possono far passare questa cosa». Due senatori, il moderato Joe Manchin e la repubblicana Susan Collins, hanno accusato i giudici di averli «fuorviati». Mentire al Congresso, ha aggiunto Ocasio, è «destabilizzante», sono «reati federali, perché commessi sotto giuramento. Dovranno esserci conseguenze», ha concluso.