Corriere della Sera, 27 giugno 2022
L’album di debutto di Frida Bollani
È bastata una sola apparizione. Pochi minuti al pianoforte, cantando vicino a suo papà Stefano – nel programma tv che lui conduce con Valentina Cenni, Via dei matti numero 0 —, hanno trasformato Frida Bollani Magoni in un talento tra i più apprezzati. Oltre a incantare con la sua voce cristallina, ha dato una lezione di vita quando ha definito la sua ipovedenza un dono. Tanto che ora, a nemmeno 18 anni – li compirà il 18 settembre – festeggia il suo primo disco, Primo tour. «Effettivamente negli ultimi tempi sono cambiate tante cose», spiega lei.
È stata una sorpresa?
«Beh, non ce lo aspettavamo. Non a questi livelli. È stata un’esplosione. Poi, dopo un anno, quasi ci si fa l’abitudine», scherza.
Da poco è uscito il suo primo disco.
«L’idea nasce per lasciare un ricordo a chi mi è venuto ad ascoltare dal vivo: è un disco live, registrato, appunto, durante il mio primo tour. È bello sapere che ci si può portare questo ricordo fisicamente a casa».
Ha voluto che la copertina fosse scritta anche in braille.
«Sono ipovedente dalla nascita, quindi l’unico linguaggio, sia per gli spartiti che per i testi, per me è il braille, motivo per cui ho dovuto imparare a leggere e a scrivere un anno prima degli altri. Ho voluto fare un piccolo regalo ai non vedenti come me, o ai vedenti che hanno in mente di studiare il braille... perché ce ne sono, anche nella mia famiglia ci hanno provato... Insomma volevo rendere il disco più accessibile anche a chi non ci vede, proprio perché fosse un ricordo».
È molto giovane, eppure non le piace l’idea del disco digitale.
«In realtà sono la prima che ascolta la musica quasi solo in digitale. Però la fisicità dei dischi non va perduta: ho un sacco di dischi fisici in casa».
Quelli a cui è più legata?
«Ho fortemente voluto tutti e tre i dischi di Ariana Grande in formato fisico. Penso di essere l’unica tra quelli della mia generazione a preferirli».
Non la si direbbe fan di Ariana Grande...
«Invece sì, ho avuto un periodo in cui lo ero moltissimo, sono anche stata a un suo concerto. Per me ha una grande voce, è una grande cantante. Alcuni suoi brani forse sono un po’ opinabili, ma io mi concentro molto sui suoni e i suoi suoni sono fighi».
Ha curato anche quelli del suo album?
«Mi sono occupata della parte artistica ma sono andata anche in studio a Londra».
Fra tre mesi diventerà maggiorenne. Che effetto le fa?
«Non vedo l’ora di togliermi questo peso dalla vita. Al momento si basa tutto sulla responsabilità dei miei genitori, che devono firmare consensi, liberatorie... mia mamma si fa in quattro per essere presente a tutti i concerti».
Mamma (Petra Magoni) e papà sono artisti. Lei anche. Suo fratello?
«Lui si è sempre voluto distinguere dal resto della famiglia: ha appena finito l’accademia di character design per videogiochi, crea i personaggi, quindi si vuole distinguere ma fa comunque l’artista».
Il presidente Mattarella l’ha voluta al Quirinale.
«Suonare lì è stato l’unico momento in cui ero agitata, autentica ansia da prestazione. Quando Mattarella mi ha fatto i complimenti sono riuscita solo a dire grazie».
Qual è il brano del suo album a cui è più legata?
«Al singolo apripista, la cover di Toxic di Britney Spears. L’idea di reinterpretarla è stata di Frankie hi-nrg. Mi aveva detto: fanne una versione ballad, piano e voce. In effetti sembra esprimere meglio il significato del testo».
Non solo Ariana Grande, fa cover di Britney Spears e ha come amico Frankie hi-nrg. Quante sorprese.
«Ogni cosa ha i suoi aspetti belli, è soggettivo, a prescindere dal genere o da tutti i paletti che ci inventiamo per cercare di categorizzare la musica. Per me funziona un solo concetto: una canzone mi piace o no. Il genere proprio non conta».
Cosa è la fama per lei?
«Non mi ritengo famosa e neanche è una parola che mi piace. Mia mamma dice sempre: bisogna essere bravi, non famosi».