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 2022  giugno 25 Sabato calendario

Iran, rivoluzione rosa pistacchio

L’Iran è tra i più importanti produttori di pistacchio al mondo, è il secondo esportatore globale dopo gli Stati Uniti e nel paese mediorientale c’è una lunga tradizione legata alla produzione e alla commercializzazione di questo frutto. Una storia tutta maschile, perché storicamente il mestiere è sempre stato portato avanti dagli uomini, ma nel famoso Grand Bazaar di Teheran si sta lavorando a una piccola e silenziosa rivoluzione: il più antico grossista di pistacchi della capitale è pronto a compiere il passaggio generazionale e a lasciare la guida dell’attività alla più giovane delle sue quattro figlie.
Lui, come racconta l’Agenzia France Presse, è Abbas Emami, ha 88 anni ed è il veterano del mercato. Per i suoi colleghi è il più anziano commerciante di pistacchi del paese, depositario di tanti segreti sulla conservazione e la lavorazione di questo prodotto. La sua azienda, come si può leggere nei vari manifesti pubblicitari affissi al bazar, ha più di un secolo di storia.

«Mio padre lavorava nel negozio di noci di mio nonno materno e poi aprì un negozio tutto suo», spiega Emami all’Afp. «Avevo 15 anni quando mi chiese di andare ad aiutarlo. Di giorno aiutavo mio padre e la sera studiavo. Mi sono serviti dieci anni per imparare tutti i segreti del mestiere e piano piano li sto trasmettendo a mia figlia». Lei è Marjan, ha 50 anni e, complice il Covid, il suo ingresso in azienda è stato praticamente obbligato. «Con la diffusione della pandemia mio padre non è potuto venire durante le vacanze di Nowruz (una ricorrenza in cui i consumi di pistacchio schizzano alle stelle), così l’ho sostituito al negozio assieme alle mie due figlie».

«Sono vecchio e ho problemi cardiaci, mia figlia mi ha sostituito», aggiunge il grossista. «Compriamo cinque tipi di pistacchi che si differenziano per aspetto, gusto, dimensioni, qualità e quindi prezzo. Il migliore in termini di gusto a mio parere è quello chiamato Ahmad-Aghaï».

L’Iran è in prima linea, dopo Turchia e Cina, nei consumi di questo prodotto: ogni iraniano consuma in media 330 grammi di pistacchi all’anno stando ai dati dell’associazione dei produttori. Secondo il ministero dell’agricoltura, il raccolto di ottobre è stato di 280 mila tonnellate. La metà - per un valore che supera gli 850 milioni di euro - è stata esportata in 75 paesi e l’altra viene consumata nel mercato interno.

«Lavorare qui è molto difficile, ma è meglio che stare a casa», dice Marjan, «trovare la merce al giusto prezzo non è facile. Inoltre, devi anche monitorare la lavorazione, l’igiene e lo stoccaggio».

A questo punto non c’è che da ufficializzare il definitivo passaggio di consegne. Ma su questo punto Emami glissa con un sorriso malizioso: «Prima deve imparare bene».