la Repubblica, 26 giugno 2022
Intervista a Michaela Jae Rodriguez
Michaela Jae Rodriguez quest’anno ha fatto la storia. È stata la prima attrice trans a vincere un Golden Globe e la prima a ottenere una nomination agli Emmy come miglior attrice protagonista grazie alla sua meravigliosa “madre”, Blanca Evangelista nella serie di Ryan Murphy Pose che in tre stagioni ha rivoluzionato il modo di raccontare la comunità transgender attraverso la storia delle ballroom newyorchesi anni Ottanta. Ora l’attrice è protagonista di una nuova serie,Loot – Una fortuna su Apple tv+, accanto a Maya Rudolph. Nella commedia si racconta il percorso di una miliardaria (Rudolph) che vive una vita da sogno tra la villa di Los Angeles, lo chef personale e lo yacht. Ma durante il mega party per il suo compleanno scopre che il marito – un guru dell’hitech – la tradisce dopo 20 anni di matrimonio: fa una scenata e finisce in pasto ai tabloid. Quando sta per toccare il fondo, Molly scopre l’esistenza di una fondazione benefica a suo nome gestita da Sofia Salinas (Rodriguez), donna pratica e razionale che la coinvolge in un nuovo progetto: aiutare gli altri potrebbe essere la chiave per riprendere il controllo della sua vita.
Chi è Sofia e come ha contribuito a creare questo personaggio?
«Sofia è una donna determinata, dura e tesa come una corda di violino almeno all’apparenza ma poi ha un suo calore, una sua dolcezza che il pubblico imparerà ad amare. Ho contribuito alla sua creazione fin dal primo monologo.
È una donna che si mette alla prova costantemente, che non vuole che gli altri vedano i suoi errori, sempre alla ricerca di approvazione ma è anche un vulcano che potrebbe esplodere da un momento all’altro e Molly per lei è veramente il detonatore».
È stato un anno incredibile perlei: la nomination agli Emmy, il Golden Globe, donna dell’anno per il Time. Il ricordo più forte?
«In realtà tutto quello che è accaduto prima. Ho lavorato duro per quattro anni per arrivare a quel risultato nella serie ed esserne la protagonista. È il tempo che ha preceduto questi riconoscimenti che conta per me perché è il momento in cui sai di avere un obiettivo, stai dando tutta te stessa per realizzarlo, è una lotta impegnativa ma bisogna affrontarla con umiltà e forza.
Quindi oggi penso a quegli anni e sono grata per le mie fondamenta che sono la mia famiglia».
“Pose” è una serie rivoluzionaria. Come ha cambiato la televisione rispetto al racconto delle persone trans?
«Ha cambiato la portata del discorso in modo incredibile. Ha aperto le porte al fatto che le persone trans sono esseri umani esattamente come gli altri, che hanno vite, paure, lacrime… cheridiamo, soffriamo, sanguiniamo, ci divertiamo come è in generale l’esperienza umana sia che tu faccia parte della comunità LGBTQ+ che no.Pose ha veramente acceso una luce sulla vita delle donne trans e io non sarò mai abbastanza grata a Ryan Murphy per questo».
Recentemente negli Stati Uniti c’è stato un ritorno a leggi contro la comunità LGBTQ+, c’è stata la polemica con Disney. Secondo lei cosa può fare l’industriadell’intrattenimento?
«Onestamente credo che sia una questione di storie. Se riusciamo a creare dei racconti che possano mostrare alle persone cosa significa vivere una vita così, può essere una commedia romantica al cinema o una serie in streaming… ecco questo è il modo in cui possiamo cambiare la mentalità. È importante essere avvocati di questo cambiamento e io non ho paura di farlo».
Come è avvenuta la trasformazione del suo nome daMJ a Michaela Jae?
«MJ è sempre stato il mio soprannome da quando ero bambina, quando ho iniziato la carriera a teatro è diventato il mio nome d’arte. Ma con il passare del tempo, ho pensato che la gente finisse per vedere MJ solo come attrice mentre io avevo bisogno che mi vedessero come persona, perché in me c’è molto di più che la recitazione. Michaela Antonia Jae Rodriguez, una donna e un’artista: attrice certo ma anche ballerina e soprattutto cantante».
Ma è vero che MJ viene dalla fidanzata di Spiderman?
«Certo. Io ero una sua grandissima fan, la vedevo bellissima e mi dicevo “quando sarò grande voglio essere come lei e voglio il mio uomo ragno che mi baci a testa in giù”. Chi non lo vorrebbe?».