Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  giugno 26 Domenica calendario

Se per la destra Trump è un ricordo

Semplicemente, no. Che motivo c’è di andarsi a cacciare in un pantano come quello creato in Usa dalla Corte Suprema, che ha cancellato per sentenza il diritto all’aborto che la stessa Corte aveva introdotto con un’altra sentenza nel 1973?
Alla vigilia del voto sulle amministrative è solo apparentemente sorprendente il rifiuto di Meloni e Salvini di schierarsi con il loro vecchio alleato Trump che ha definito quella dei supremi giudici «una decisione voluta da Dio». E non solo perché il Trump di oggi è politicamente molto meno attraente di quando stava alla Casa Bianca. Ma perché in Italia sarebbe quanto meno rischioso andare a rimettere in discussione un diritto che è stato introdotto con una legge del Parlamento, confermata da un referendum abrogativo in cui la richiesta di abrogazione non è passata.
La Meloni di oggi, che si sente vicina al governo e comunque a una vittoria elettorale alle politiche del prossimo anno, non ha alcuna voglia di ritrovarsi su posizioni di minoranza come l’Almirante di ieri. Come Salvini, che mette insieme «la difesa della vita» con «il diritto delle donne alla decisione», apparentemente inconciliabili, ma forse un po’ meno se fosse attuata, come chiede Meloni, la prima parte, rimasta quasi lettera morta, della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che prevede tutta una serie di interventi di prevenzione e di controllo delle nascite volti a sottrarre le donne dal problema dell’aborto prima che si presenti una gravidanza indesiderata.
Resta il fatto che la presa di distanze dai due maggiori esponenti del populismo-sovranismo nostrano rispetto all’ex-presidente Usa segna un altro cambiamento di posizioni; e l’esplicita consapevolezza che una destra che aspiri al governo, meno ideologica appare, e meglio è anche per i propri elettori ed elettrici. Tra le quali, trattandosi di due partiti con un forte sostegno popolare, ci sono anche donne che hanno fatto la dolorosa esperienza dell’aborto e non capirebbero un meccanico adeguamento alla sentenza dei magistrati americani. —