la Repubblica, 24 giugno 2022
Ilaria Cucchi si diploma di nuovo. Intervista
Sorride abbracciata al suo papà davanti alla torta di compleanno: 48 anni, festeggiati tra i banchi per una seconda Maturità. «Do una svolta alla mia vita», l’annuncio nei social di Ilaria Cucchi. Nel nome del fratello Stefano, ammazzato di botte da due carabinieri.
Una bella svolta, il ritorno agli studi: prima lo scritto di italiano e ieri la prova di progettazione all’istituto Aniene di Roma. Cosa l’ha spinta?
«Mio padre è geometra, ha uno studio da 50 anni, ma ora non sta benissimo. Stefano lavorava con lui e avrebbe dovuto continuare a portare avanti l’attività, era il suo sogno fino a quando glielo hanno consentito. Io ho già un diploma da perito informatico, la maturità da geometra mi permetterà di portare avanti lostudio e il sogno, lo faccio per il mio papà e per Stefano. Insomma notti sui libri per mesi per fare in modo che tutto ciò che ci è capitato non cancelli la nostra storia. Un regalo che mi sono concessa. Inizialmente avevo fatto domanda all’istituto Alberti, dove si è diplomato mio padre, ma mi hanno dirottato su un’altra scuola».
E come l’hanno accolta in aula nel giorno dell’esame?
«I ragazzi erano troppo tesi per pensare a me, mi sono bastati i loro sguardi e l’affetto mostrato dai professori, hanno capito lo sforzo che ho fatto. È stato un anno pesantissimo tra genitori, figli e lavoro. Ma dopo il processo, con le condanne per la morte di Stefano, mi sento un’altra persona, ho grande energia».
Come è andata agli scritti?
«Ce l’ho messa tutta. In famiglia mi hanno sostenuta nei momenti di difficoltà. La vita è fatta di prove ebisogna ogni volta trovare la forza di affrontarle come ho fatto per il loro zio: ecco, così ho spiegato ai miei figli, uno di loro impegnato nell’esame di terza media, la mia scelta. Quando Fabio, il mio compagno, partiva per rientrare a Ferrara gli dicevano: sai che ora la mamma si mette a studiare sino a notte fonda? Questo ritorno allo studio mi rende orgogliosa di avere ancora la capacità di mettermi in discussione. E poi io ho cominciato a lavorare da mio padre quando lasciai la facoltà di Matematica. Mi disse: se non vuoi più studiare è una tua scelta, ma domani vieni a lavorare con me, non pagata. Un grande insegnamento che non voglio disperdere».
Allo scritto ha scelto la traccia sulle leggi razziali, un brano da un libro di Liliana Segre. È un caso?
«Quando ho letto le tracce non ho avuto dubbi. Liliana Segre, con la sua dignità, è un esempio per tuttisoprattutto per la sua capacità di trasformare l’orrore che ha vissuto in qualcosa per gli altri. Non c’è paragone, ma anche io ho capito che di fronte alla rabbia provocata da un’ingiustizia o diventi una pessima persona o usi quello stesso dolore per trasformare la rabbia in un desiderio di cambiare le cose».
Ha pensato a Stefano nella sua notte prima degli esami?
«Sì. In qualche modo sto portando avanti la sua vita. Non ho mai smesso di festeggiare i Natali e i compleanni, di sorridere e voler essere felice: è mio dovere farlo per lui. Questa è una mia terza vita: la prima con Stefano, poi 13 anni di battaglia giudiziaria, ora una vita mia, nostra, con Fabio e i miei figli. Non rinnego tutto ciò che ho fatto, anzi: ho imparato molto e non lo dimentico».
Cosa non può dimenticare?
«Che di indifferenza si può morire».