Corriere della Sera, 23 giugno 2022
Come sono stati smascherati 29.000 furbetti del reddito
Con la pandemia e poi la guerra in Ucraina sono stati messi in campo bonus e sostegni vari a imprese e famiglie. Quante truffe e abusi avete scoperto?
«Le indagini più recenti – risponde il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana – confermano l’interesse della criminalità per gli aiuti destinati a famiglie e imprese. Emblematico l’esempio dei bonus fiscali: la possibilità illimitata di circolazione dei crediti prevista dalla normativa emergenziale è stata strumentalizzata per scopi illeciti, inducendo il legislatore a intervenire per contrastare il fenomeno. Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, di concerto con l’Agenzia delle entrate, abbiamo scoperto frodi per oltre 5,6 miliardi di euro e sequestrato crediti inesistenti per 2,5 miliardi. Le somme illecitamente ottenute sono state riciclate in società, immobili, preziosi e criptovalute, anche all’estero. Per recuperarle, abbiamo recentemente istituito una task force a livello centrale, dando il massimo impulso all’approfondimento delle segnalazioni per operazioni sospette, all’attività di intelligence e alla cooperazione internazionale».
Esiste lo stesso rischio per i 235 miliardi del Pnrr?
«Nell’ultimo anno e mezzo i nostri reparti hanno posto sotto sequestro beni per oltre 677 milioni. Fondamentale è stata la stretta sinergia con l’autorità Giudiziaria nazionale e con la Procura europea. L’attenzione è massima ma la realizzazione del Pnrr non può confidare solo nella repressione, con la prevenzione si riuscirà a evitare l’utilizzo improprio dei fondi».
In che modo?
«Il governo ha disegnato il sistema di governance prevedendo la possibilità che le Amministrazioni stipulino protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza per prevenire e reprimere frodi e irregolarità. Abbiamo già realizzato, a livello centrale e periferico, specifici memorandum e siglato un’intesa, di assoluto rilievo, con la Ragioneria Generale dello Stato, cui hanno aderito le Amministrazioni centrali titolari degli interventi di spesa. Tra le finalità dei partenariati vi è quella di consentirci di disporre di notizie utili a elaborare analisi per selezionare le posizioni a maggior rischio di frode e orientare, conseguentemente, le attività ispettive. Il Corpo parteciperà anche alla “rete dei referenti antifrode”, coordinata dal Servizio centrale per il Pnrr, istituito presso la Ragioneria Generale, con la funzione di monitoraggio e gestione del rischio del Piano con attenzione particolare alle procedure di appalto».
Avete scoperto numerose frodi anche sul Reddito di cittadinanza. Quali sono i dati aggiornati?
«Dall’inizio del 2021, i controlli sul reddito di cittadinanza hanno portato alla denuncia di oltre 29.000 soggetti, per illeciti che, tra somme indebitamente percepite e illecitamente richieste ma non ancora erogate, assommano a circa 290 milioni di euro. La nostra attenzione, in sinergia con l’Inps, è indirizzata soprattutto ai sistemi di frode più strutturati, come quelli che hanno coinvolto anche soggetti collegati ai Caf».
La lotta all’evasione ha conosciuto una tregua durante la pandemia. Si è tornati alla normalità?
«Coerentemente con gli obiettivi di riduzione del tax gap previsti dal Pnrr, abbiamo intensificato la presenza ispettiva, valorizzando le nuove tecnologie per dar corso a interventi “chirurgici”. Continuiamo a riservare un particolare focus alle frodi fiscali, ai fenomeni di evasione internazionale – come le residenze fittizie e le stabili organizzazioni occulte – e alle condotte che alimentano il sommerso anche attraverso il commercio elettronico e i nuovi modelli di business dell’economia digitale».
Qual è il valore dei beni sequestrati in Italia agli oligarchi russi in Italia?
«Dalle prime fasi della crisi russo-ucraina, abbiamo fornito un importante contribuito al Comitato di Sicurezza Finanziaria, competente all’attuazione delle sanzioni imposte dall’Unione Europea. Il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ha eseguito, con il contributo dei reparti territoriali, accertamenti patrimoniali finalizzati a individuare risorse economiche, direttamente o indirettamente, riconducibili ai soggetti sottoposti alle misure restrittive unionali. Questo impegno è testimoniato dai 15 provvedimenti di congelamento, sino ad oggi adottati, su beni, per un valore di circa 1,8 miliardi di euro».
La guerra in Ucraina ha portato in primo piano il fronte dei cyberattacchi, anche all’Italia. La Guardia di Finanza è impegnata a contrastarli e che cosa è emerso finora?
«Il conflitto ha accentuato, inoltre, l’esigenza di resilienza nella transizione digitale e di tutela dai rischi di attacchi informatici. Il Corpo è in campo con un Nucleo specializzato che monitora costantemente il web per anticipare l’evoluzione della minaccia e contribuire a rafforzare il dispositivo di sicurezza cibernetica nazionale».
Lei ha ricevuto il ministro delle Finanze della Repubblica Federale di Germania, Christian Lindner. Quanto investe il Corpo sulla propria proiezione internazionale e con quali obiettivi?
«Nel corso degli anni, la Guardia di Finanza ha progressivamente esteso il proprio network su 75 Paesi e sei organizzazioni internazionali, con esperti e ufficiali di collegamento dislocati presso le principali missioni diplomatiche italiane all’estero, con compiti inerenti al comparto economico-finanziario. Sono stati, inoltre, stipulati protocolli d’intesa con Ocse, Fmi e Unoct (l’ufficio antiterrorismo delle Nazioni Unite), volti anche a promuovere attività formative internazionali, per favorire una comune cultura investigativa. Dal 2015 la nostra Scuola Pef ha ospitato 173 Paesi esteri, erogando corsi, dallo scorso anno, a circa 10.000 discenti stranieri».