Corriere della Sera, 22 giugno 2022
Mario Capanna coltiva ulivi
Mario Capanna oggi coltiva pomodori Ogm-free in quello che chiama il suo «campo». Tre ettari scarsi sopra il suo villaggio natio dove ha piantato piante tartufigene, molti cipressi, un dignitoso frutteto, un orto rigoglioso, decine di piante di rosmarino e lavanda e, soprattutto, un magnifico uliveto dal quale ricava un olio pregiatissimo. Ci sono anche tre alveari. La strada del nuovo corso della vita dello storico leader di Democrazia proletaria e icona delle lotte studentesche del Sessantotto porta nella campagna della periferia di Città di Castello, a Badia di Petroia, in Umbria, al confine con la Toscana e le Marche dove da qualche anno si è ritirato per produrre l’«oro liquido» della terra: l’Evo. All’olio extravergine d’oliva, il presidente onorario della Fondazione Diritti Genetici – istituzione sociale di ricerca, formazione e comunicazione sulle biotecnologie – ha dedicato l’ultima fatica letteraria Evo. La magia dell’ulivo e dell’olio, ora in libreria per Inschibboleth. Una sorta di diario intimo che comincia con la «scoperta» dell’ulivo per poi spaziare tra mitologia, storia, poesia e vita vissuta.
«Ho cominciato a piantare ulivi nel 1990, un anno dopo il crollo del Muro di Berlino. Volevo dare vita a qualcosa che dura nel tempo – racconta —. L’ulivo puoi bruciarlo, addirittura tagliarlo e smembrarlo ma è inarrendevole e ricaccerà sempre i suoi polloni. Oggi ho 200 magnifiche piante. Quando le guardo e le accudisco, mi sento felice».
La giornata di Capanna è scandita da una routine ormai consolidata. Dedica la mattina all’agricoltura, il pomeriggio e la sera fino a tarda ora alla riflessione, allo studio, alla lettura e alla scrittura. «Ho un trattore, l’aratro, la zappatrice, la falciatrice... Mi faccio aiutare solo per la raccolta delle olive, che va fatta con speditezza perché cominciano a fermentare dal momento in cui si staccano dall’albero e per avere un buon olio andrebbero macinate la sera stessa, dopo la raccolta. Per il resto faccio tutto da me – continua —. Arrivo a sera stanco morto ma è una stanchezza sanissima e dormo il sonno di chi è in pace».
L’Evo, è un «vaccino» naturale contro un’infinità di malattie. Capanna ne esalta le virtù («non è solo un condimento ma un alimento nutraceutico con effetti positivi sul mantenimento della salute e sulla prevenzione delle malattie», dice) e la capacità di vivere in equilibrio con le altre piante. «Nel 2018 la natura mi ha riservato una bella sorpresa – ricorda —. Una grande zucca cresciuta su un ulivo: uno splendido esempio di simbiosi e di come le piante si cerchino e abbiano bisogno le une delle altre. Non è questo il simbolo dei rapporti che dovrebbero esserci fra persone, popoli e nazioni?».