la Repubblica, 22 giugno 2022
I pizzaioli napoletani contro Briatore
La disfida della pizza infiamma Napoli. Sul banco degli imputati Flavio Briatore: qui le icone, anche culinarie, sono intoccabili. Colorata e orgogliosa la risposta partenopea alla provocazione dell’imprenditore, che si è chiesto su Instagram come si possa vendere una pizza a 4-5 euro, giustificando così il listino della sua catena Crazy Pizza, dove la “tonda” va dai 13 ai 60 euro.
La reazione parte dal centro storico: suona la carica Gino Sorbillo, che in via dei Tribunali distribuisce pizze gratis e s’inventa un tutorial per i passanti. C’è folla come sempre, ma stavolta i morsi alla celebre pizza a portafoglio sono sberleffi a Briatore. «Noi siamo per la pizza popolare, che accontenta tutti, dai bambini ai professionisti ai disoccupati », dice Sorbillo, che s’ispira allaLivella di Totò e intanto dispensa tranci a iosa. I turisti in fila apprezzano, e si accodano alj’accuse : «Viva la pizza, abbasso Briatore». «Usiamo i prodotti migliori — aggiunge il maestro — e la pizza resta accessibile». Rincara la dose Francesco EmilioBorrelli, presidente della commissione Agricoltura della Regione: «Sulla pizza non accettiamo lezioni: è un piatto popolare, non si addice ai cafoni arricchiti né può essere insolentita da un parvenu . Briatore venga a studiare qui». E insomma l’atmosfera è rovente, nella città che ha inventato — era il 1889 — la pietanza ispirata alla regina Margherita e ne ha fatto un vessillo, difendendola dalla globalizzazione grazie all’inserimentonella lista Unesco dell’artedel pizzaiuolo napoletano.
«Briatore si è fatto pubblicità: la pizza tira — spiega Massimo Di Porzio, titolare del ristorante “Umberto” — Ma ilfood cost non va oltre i 2,5 euro: ricarichi troppo alti sono operazioni d’immagine». «Avrebbe potuto spiegare che la pizza ha regole precise: ingredienti, tempi, dimensioni e procedimento — ammonisce Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace pizza napoletana — Pur nella consapevolezza che elementi a latere ,dall’accoglienza alla location al servizio, possano determinare differenze di prezzo rilevanti ». A difendere Briatore è il Codacons: «Che ipocrisia. — sbotta il presidente Carlo Rienzi — A Napoli i pizzaioli predicano bene, peccato che quando aprono a Roma o a Milano non applichino gli stessi prezzi».